Roma, 10 giugno 2024 – Venerdì scorso, due F-35 italiani sono decollati dalla base di Amari, in Estonia, dopo che i radar della Nato hanno segnalato la presenza di jet russi nello spazio aereo estone. L’allarme è scattato poco dopo le 11 del mattino e subito è partito il cosiddetto “scramble”, il decollo d’emergenza. I caccia italiani, parte della Task Force Air 32nd Wing, hanno intercettato i velivoli russi che, violando le regole di navigazione, si sono poi allontanati. È il settimo episodio di questo tipo da agosto, un segno chiaro del ruolo chiave dell’Italia nella sorveglianza dei cieli baltici, nell’ambito della missione Nato Enhanced Air Policing.
Sette scramble dall’estate: l’Italia sempre in prima linea nei cieli baltici
«Da agosto a oggi, con i nostri F-35 abbiamo risposto a sette scramble, tutti per aerei russi che non rispettavano le regole di volo», ha detto il colonnello Gaetano Farina, comandante della task force italiana “Baltic Eagle III”. L’ultimo intervento, quello di venerdì, ha riguardato dei Mig russi entrati nello spazio aereo estone. Negli altri sei casi, i jet russi si trovavano in acque internazionali, ma non trasmettevano i codici identificativi. Il distaccamento italiano è formato da 15 aerei e 375 militari, e garantisce copertura h24, sette giorni su sette. Un presidio fisso, che secondo fonti della Difesa resterà operativo almeno fino alla fine del 2025.
F-35: tecnologia all’avanguardia e versatilità in volo
Gli F-35 Lightning II sono il fiore all’occhiello dell’Aeronautica Militare italiana. Questi caccia di quinta generazione sono equipaggiati con radar sofisticati e tecnologia stealth. L’Italia ha a disposizione due versioni: la A, per decollo e atterraggio tradizionale, e la B, che può decollare da piste corte e atterrare verticalmente. Così possono operare sia su aeroporti convenzionali sia su navi da assalto anfibio, portaelicotteri e portaerei. «La loro flessibilità è fondamentale per rispondere subito a minacce improvvise», ha spiegato un ufficiale della base di Amari.
A Cameri, in provincia di Novara, c’è l’unica linea di montaggio finale e collaudo (FACO) degli F-35 in Europa. Un centro strategico che permette all’Italia non solo di assemblare i propri aerei, ma anche di fornire assistenza tecnica agli altri paesi partner del programma.
F-35 in numeri: dimensioni, armamenti e prestazioni
Le due versioni degli F-35 differiscono un po’ nelle dimensioni: apertura alare di 10,6 metri, lunghezza tra 15,4 e 15,6 metri, altezza di 4,6 metri. La velocità massima supera i 1.970 km/h. Il peso massimo al decollo è di circa 8.000 kg per la versione A e 6.000 kg per la B. Il motore è un turbofan Pratt & Whitney F135 da 191 kN, con postbruciatore. L’armamento comprende un cannone GAU-22A da 25 mm, missili aria-aria AMRAAM e Meteor, e bombe guidate come le GBU-39 e GBU-31.
Ogni aereo è pilotato da una sola persona. Grazie alla combinazione di tecnologia stealth e capacità multiruolo, l’F-35 è uno strumento fondamentale per la difesa aerea italiana ed europea.
Il futuro è già qui: verso il caccia di sesta generazione
Guardando al dopo 2035, l’Italia punta tutto sul programma GCAP (Global Combat Air Programme), un progetto sviluppato insieme a Regno Unito e Giappone. Si tratta di un sistema di difesa aerea integrato, con droni che lavorano in squadra, satelliti e sistemi digitali collegati da una rete intelligente, basata su cloud e intelligenza artificiale.
Il generale Luca Goretti, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, ha detto: «Gli F-35 e il futuro GCAP saranno la spina dorsale della prima linea da combattimento». A dicembre 2024 è stata ufficializzata la joint venture tra Leonardo (Italia), BAE Systems (Regno Unito) e Japan Aircraft Industrial Enhancement (Giappone). L’obiettivo è sostituire gradualmente gli Eurofighter Typhoon con oltre 180 nuovi caccia entro il 2040, come ha spiegato l’analista militare Alessandro Marrone dell’Istituto Affari Internazionali.
Addestramento e alleanze: l’Italia al centro della formazione Nato
L’Italia punta anche a rafforzare la formazione dei suoi piloti. All’International Flight Training School di Decimomannu, in Sardegna, presto arriveranno anche i “Top Gun” americani. In Sicilia, invece, nascerà il primo centro di addestramento F-35 fuori dagli Stati Uniti. Un segnale chiaro, secondo fonti militari, della crescente importanza del nostro paese nelle strategie Nato.
In attesa che arrivi il GCAP, gli F-35 restano la risposta più avanzata alle sfide dei cieli europei. E alla base di Amari, tra briefing e controlli ai simulatori, la parola d’ordine è sempre la stessa: prontezza.
