
Dazi Usa al 15% sui prodotti Ue: il vino attende il sogno dello zero-for-zero
A partire dal 7 agosto 2023, gli Stati Uniti applicheranno un dazio del 15% sui prodotti europei, compresi i vini. Questa decisione, annunciata da Washington, segna un ulteriore passo nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, caratterizzate da tensioni e negoziati. Il presidente americano Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che conferma la soglia concordata con la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen. Tuttavia, alcuni Paesi, come il Canada, vedranno un aumento dei dazi dal 25% al 35%.
il commento del commissario europeo al commercio
Il commissario europeo al commercio, Maros Sefcovic, ha definito l’entrata in vigore dei nuovi dazi come i primi risultati dell’accordo tra UE e USA. Ha sottolineato che il tetto massimo del 15% sui dazi all-inclusive contribuirà a:
- Rafforzare la stabilità delle imprese europee
- Consolidare la fiducia nell’economia transatlantica
- Offrire agli esportatori europei una posizione più competitiva
Questi elementi potrebbero rivelarsi cruciali in un mercato globale sempre più complesso.
le speranze per il vino europeo
In questo contesto, il settore vinicolo europeo guarda con attenzione all’eventualità di un’inclusione nel programma “zero-for-zero”. Questo schema prevede che alcuni prodotti siano esenti dai dazi, ma le speranze di vedere il vino incluso sono state recentemente attenuate. Olof Gill, portavoce della Commissione Europea, ha chiarito che non ci si aspetta che vini e liquori siano tra i primi prodotti esentati dai nuovi dazi statunitensi, generando delusione tra i produttori.
Nonostante ciò, la Us Wine Trade Alliance ha mantenuto un atteggiamento ottimista. I funzionari statunitensi e europei stanno attualmente negoziando per garantire esenzioni per il vino e gli alcolici dalle nuove tariffe. La Us Wine Trade Alliance sostiene attivamente un quadro “zero-for-zero” che avvantaggerebbe non solo gli importatori, ma anche i produttori nazionali americani. È importante notare che, a partire dal 1° agosto, le tariffe del 15% rimarranno in vigore per i prodotti vinicoli e alcolici interessati.
impatti e misure di mitigazione
Per mitigare l’impatto delle nuove tariffe, l’amministrazione ha annunciato un’esenzione temporanea per alcune spedizioni. I prodotti caricati su una nave entro i prossimi sette giorni e in arrivo negli Stati Uniti prima delle 12:01 EDT del 5 ottobre 2025 non saranno soggetti ai dazi recentemente aumentati. Queste spedizioni continueranno a essere soggette alle tariffe precedentemente imposte, offrendo una finestra limitata ma preziosa per le aziende vinicole europee.
Il clima di incertezza che circonda l’implementazione di questi dazi è percepito come uno dei principali ostacoli per le imprese, complicando la pianificazione delle strategie commerciali. Inoltre, l’ordine esecutivo di Trump stabilisce un dazio del 40% su qualsiasi merce che la U.S. Customs and Border Protection determini sia stata “trasbordata” per evitare misure più elevate altrove, complicando ulteriormente le operazioni commerciali.
Nel frattempo, il vino italiano osserva la situazione con particolare attenzione. Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato estero per il vino del Belpaese, con un valore di 1,9 miliardi di euro che incide per quasi un quarto sull’intero export vinicolo italiano. Il tema dei dazi sarà oggetto di discussione in un incontro fissato per il 4 agosto a Palazzo Chigi, voluto dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, con la filiera vinicola. Durante l’incontro si parlerà anche di un piano di rilancio strutturale per il vino italiano.
Questa crisi è caratterizzata da un calo dei consumi, da una crescente attenzione al salutismo e dai cambiamenti climatici che impattano sulla produzione vinicola. In questo scenario complesso, il settore vinicolo italiano cerca di adattarsi e rispondere alle sfide, sperando in un allentamento delle tensioni commerciali e nella possibilità di tornare a competere senza l’ostacolo dei dazi. Le prossime settimane saranno decisive per il futuro del vino italiano negli Stati Uniti e per le relazioni commerciali tra Europa e America.