Crescita del 6,5% per l’importazione di prodotti agrifood italiani negli Stati Uniti

Crescita del 6,5% per l'importazione di prodotti agrifood italiani negli Stati Uniti

Crescita del 6,5% per l'importazione di prodotti agrifood italiani negli Stati Uniti

Redazione Vinamundi

6 Ottobre 2025

Le importazioni statunitensi di prodotti agroalimentari dall’Italia stanno vivendo una crescita notevole, con un tasso medio annuo di crescita (CAGR) previsto del +6,5% per il periodo 2017-2022. Questa cifra è stata messa in evidenza da Denis Pantini, Responsabile dell’Area Agroalimentare di Nomisma, durante un evento promosso da Agronetwork. Durante l’evento, è stato presentato il NOMISMA Italian Agrifood Mkt Potential Index, sviluppato in collaborazione con Confagricoltura, che offre una panoramica delle potenzialità del mercato agroalimentare italiano.

La crescita del settore agroalimentare

Il 2017 ha segnato un anno di crescita per il settore agroalimentare italiano, specialmente per le vendite sui mercati esteri. Nonostante i consumi nazionali di generi alimentari e bevande abbiano raggiunto i 243 miliardi di euro, il settore è ancora lontano dai livelli pre-crisi. Questo scenario ha spinto le aziende italiane a guardare oltre i confini nazionali, rendendo l’export non solo un’opportunità di crescita, ma anche una strategia di sopravvivenza. Infatti, nel 2017, il 24% del fatturato dell’industria alimentare italiana è stato generato all’estero, in aumento rispetto al 20% di cinque anni prima.

Nel complesso, le vendite di prodotti agroalimentari Made in Italy sui mercati internazionali hanno superato i 40 miliardi di euro nel 2017, con un incremento del +27% rispetto a cinque anni prima e un +5,6% rispetto all’anno precedente. Anche nel 2018, l’export ha continuato a espandersi, con un aumento del +2,3% nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2017.

Mercati chiave e opportunità di crescita

Le esportazioni italiane sono trainate da una combinazione di mercati tradizionali e emergenti. Tra i mercati tradizionali, i dati del 2017 mostrano:

  1. Germania: 6,9 miliardi di euro (+16,5% dal 2012)
  2. Stati Uniti: 4 miliardi di euro (+48,9% rispetto al periodo 2012-2017)
  3. Regno Unito: 3,3 miliardi di euro (+27,8%)
  4. Canada: 809 milioni di euro (+24,3%)
  5. Giappone: 794 milioni di euro (+13,1%)

Inoltre, i mercati emergenti come la Polonia, l’Australia e la Cina stanno mostrando tassi di crescita impressionanti. La Polonia ha visto un incremento del 58,1% nelle importazioni di prodotti agroalimentari italiani dal 2012, raggiungendo 833 milioni di euro nel 2017. La Cina ha registrato un aumento del 78,5%, con vendite che hanno superato i 423 milioni di euro.

Analisi delle potenzialità future

Guardando al futuro, le potenzialità per l’agrifood italiano nei prossimi cinque anni sono promettenti. Il NOMISMA Italian Agrifood Mkt Potential Index ha identificato variabili chiave come il reddito pro-capite, i consumi alimentari e le barriere commerciali per valutare il potenziale di crescita in dieci mercati target. Tra questi, gli Stati Uniti emergono come il mercato con le maggiori opportunità di sviluppo, con un indice pari a 100.

Denis Pantini sottolinea che, nonostante gli Stati Uniti siano già un mercato tradizionale per l’export italiano, ci sono enormi opportunità di ulteriore crescita grazie all’elevato potere d’acquisto di una parte della popolazione e alla concentrazione dell’import di prodotti italiani in soli cinque stati: California, New York, Texas, Illinois e Florida. Altri mercati con buone prospettive includono:

  • Germania (indice 97)
  • Cina (indice 94)
  • Canada (73)
  • Giappone (72)
  • Polonia (52)
  • Regno Unito (42)

Conclusione della crescita dell’export

L’analisi dei dati suggerisce che il futuro per l’industria agroalimentare italiana appare luminoso. Con la continua crescita della domanda di prodotti Made in Italy all’estero e l’esplorazione di nuovi mercati, le aziende italiane hanno l’opportunità di espandere la loro presenza globale. L’export non è solo una strategia di crescita; è diventato una necessità per la sopravvivenza del settore agroalimentare italiano, che si sta adattando e rispondendo alle sfide e alle opportunità di un mercato globale in rapida evoluzione.

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