Come l’Europa può guadagnare dall’atteggiamento duro degli Stati Uniti sui dazi

Come l'Europa può guadagnare dall'atteggiamento duro degli Stati Uniti sui dazi

Come l'Europa può guadagnare dall'atteggiamento duro degli Stati Uniti sui dazi

Redazione Vinamundi

21 Agosto 2025

La recente decisione dell’Unione Europea di accettare i dazi statunitensi sul vino al 15% segna un momento cruciale per il settore vinicolo europeo. La presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha espresso ottimismo, definendo la situazione come “prevedibilità per le nostre aziende e i nostri consumatori”. Tuttavia, molti esperti avvertono che questa reazione potrebbe rappresentare più una sottomissione che una vera mediazione. La questione dei dazi non è solo un evento isolato, ma riflette le difficoltà politiche e commerciali che l’Europa deve affrontare.

la debolezza dell’accordo commerciale

L’accordo commerciale con gli Stati Uniti, pur rappresentando un passo avanti, evidenzia anche una debolezza strategica. Maroš Šefčovič, commissario UE al Commercio, ha dichiarato che “non è la fine, è solo il primo passo”. Tuttavia, le tariffe che verranno imposte su numerosi prodotti europei, incluso il vino, sollevano interrogativi sulla reale efficacia dell’accordo. La Commissione Europea sembra mancare di una strategia chiara nel trattare con un partner commerciale che ha dimostrato di essere spietato e spesso imprevedibile.

il settore vinicolo italiano sotto pressione

Il settore vinicolo italiano si trova ora ad affrontare sfide significative. Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini (UIV), ha descritto i nuovi dazi come una “stangata” per un settore vitale per l’economia italiana, il quale genera un valore di esportazione di circa 2 miliardi di euro all’anno. È allarmante sapere che il 24% dell’export globale di vino italiano è destinato agli Stati Uniti. Frescobaldi esprime la speranza che le parti coinvolte possano “correggere il tiro” durante i “tempi supplementari”.

La necessità di creare sinergie tra la filiera italiana del vino e i partner americani è diventata imperativa. L’UIV ha sottolineato l’importanza di unire le forze con distributori, importatori e ristoratori statunitensi per contrastare i dazi. Paolo Castelletti, segretario generale di UIV, ha evidenziato l’urgenza di sviluppare un piano strategico che preveda sostegni statali per promuovere il vino italiano negli Stati Uniti.

previsioni economiche e impatti sul mercato

Nei primi cinque mesi dell’anno, il volume di vino esportato è già diminuito di quasi il 4%. Nuccio Caffo, presidente del Consorzio Nazionale Grappa, ha sottolineato l’importanza di avere chiarezza per pianificare le strategie di distribuzione, avvertendo che i dazi porteranno inevitabilmente a un aumento dei prezzi per i consumatori americani. Le stime dell’Osservatorio UIV indicano un potenziale danno economico di circa 317 milioni di euro nei prossimi 12 mesi, cifra che potrebbe salire a 460 milioni di euro se il dollaro mantenesse il suo attuale valore di svalutazione. Anche i partner commerciali americani subiranno perdite, con un mancato guadagno che potrebbe toccare i 1,7 miliardi di dollari.

L’analisi del mercato del vino italiano mostra che il 76% delle 482 milioni di bottiglie esportate lo scorso anno negli Stati Uniti si trova in una “zona rossa”, esponendo i produttori a rischi significativi. Tra i prodotti più colpiti ci sono il Moscato d’Asti, il Pinot Grigio, il Chianti Classico e il Prosecco. Queste categorie non sono solo un patrimonio culturale per l’Italia, ma rappresentano anche un motore economico cruciale.

In questo contesto, l’Europa deve affrontare un duplice problema: proteggere i propri produttori e mantenere relazioni commerciali positive con gli Stati Uniti. Tuttavia, la diplomazia europea sembra spesso mancare di incisività.

Un esempio di approccio proattivo viene dal mondo degli spirits. La Scotch Whisky Association ha scelto di guardare oltre l’Atlantico, stringendo alleanze con mercati emergenti come l’India, generando nuovi accordi commerciali con ritorni economici significativi.

In conclusione, l’Europa deve riflettere su come ristrutturare la sua strategia commerciale, abbandonando la postura di “sottomissione” e cercando di affermarsi come un partner commerciale forte e rispettato. L’industria vinicola europea ha l’opportunità di reinventarsi, spostando il focus dalla quantità alla qualità e promuovendo esperienze enoturistiche che raccontano storie e tradizioni.

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