Cibo e felicità: scoprire le radici della nostra identità comunitaria

Cibo e felicità: scoprire le radici della nostra identità comunitaria

Cibo e felicità: scoprire le radici della nostra identità comunitaria

Redazione Vinamundi

20 Agosto 2025

Il cibo non si limita a soddisfare una necessità fisica; rappresenta un elemento fondamentale per la costruzione di relazioni umane e per il benessere sociale. Condividere un pasto, assaporare piatti tradizionali e riunirsi attorno a una tavola sono rituali che trascendono il semplice atto di nutrirsi. Questo concetto è stato approfondito da Stefano Bartolini, professore di Economia politica ed Economia sociale all’Università di Siena, nel suo libro “Ecologia della felicità. Perché vivere meglio aiuta il Pianeta” (Aboca Edizioni, 2021). Bartolini sostiene che la qualità delle relazioni umane è essenziale per la nostra felicità, e il cibo gioca un ruolo cruciale in questo contesto.

parole chiave per la felicità

Le parole chiave che emergono dal pensiero di Bartolini includono territorio, comunità, socialità, radici e identità. Questi elementi non sono solo legati al cibo, ma sono profondamente connessi alla nostra esistenza sociale. La perdita di queste connessioni è alla base di quella che Bartolini definisce “infelicità di massa”. Negli ultimi decenni, le abitudini alimentari e sociali sono cambiate radicalmente, con le nuove generazioni che trascorrono meno tempo all’aperto e più tempo davanti a schermi. Questo cambiamento ha conseguenze dirette sulle relazioni interpersonali e sulla salute mentale.

l’evoluzione delle interazioni sociali

  1. Interazioni online: Gran parte delle interazioni avviene ora online, limitando il contatto umano diretto.
  2. Acquisti nei supermercati: Le interazioni che avvenivano nei mercati rionali sono state sostituite da acquisti nei supermercati e ordini su piattaforme come Amazon.
  3. Cambiamento delle abitudini: I bambini, un tempo abituati a giocare per strada e a socializzare, ora interagiscono principalmente tramite dispositivi digitali.

Bartolini osserva che l’evoluzione della produzione alimentare ha seguito un percorso simile. Siamo passati dall’agricoltura tradizionale a sistemi di allevamento industriale, disconoscendo spesso il legame tra il cibo e il territorio. Questa transizione ha portato a un consumo crescente di junk food, che non solo è nocivo per la salute fisica, ma contribuisce anche a un deterioramento delle relazioni sociali.

esperienze positive e il potere del cibo

Tuttavia, ci sono esperienze positive che dimostrano come il cibo possa fungere da strumento di coesione sociale. Bartolini cita Siena, una città con una popolazione di ultra novantenni tra le più alte d’Italia. Questa longevità è attribuibile alla ricca vita sociale, alimentata da tradizioni locali come le Contrade del Palio. Le piazze della città fungono da salotti all’aperto, dove le persone si riuniscono per scambiare opinioni e storie. La pedonalizzazione del centro storico ha incentivato queste interazioni, migliorando la qualità delle relazioni e il benessere degli individui.

L’Italia, con una delle diete più salutari al mondo, ha l’opportunità di utilizzare il cibo per rafforzare il legame tra le generazioni. La Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, è un esempio di come il cibo possa contribuire a una vita lunga e sana. Tuttavia, Bartolini esprime preoccupazione per la gestione delle risorse economiche post-pandemia e per il potenziale spopolamento delle aree interne.

In conclusione, il cibo emerge come un elemento cruciale non solo per l’alimentazione, ma anche per il nostro benessere sociale e culturale. Le politiche alimentari e le pratiche agricole dovrebbero essere ripensate, considerando la loro importanza nelle relazioni umane e nella costruzione di comunità coese e felici. La riflessione finale di Bartolini riguarda il concetto di bene comune: il cibo e le risorse naturali devono essere patrimonio di tutti, e non gestiti per favorire interessi privati.

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