Dalla nascita a Bra al riconoscimento Unesco della cucina italiana, Slow Food promuove biodiversità, sostenibilità e inclusione sociale nel panorama gastronomico globale
Pollenzo (Cuneo), 13 dicembre 2025 – Carlo Petrini, fondatore e anima di Slow Food, continua a essere una figura di riferimento nel mondo della gastronomia e della cultura alimentare internazionale. L’associazione, nata nel 1986 a Bra e oggi presente in oltre 160 paesi, ha recentemente celebrato il riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio Unesco, un traguardo che valorizza la biodiversità agroalimentare e il lavoro di milioni di piccoli produttori e artigiani, da sempre cuore pulsante del movimento.
Carlo Petrini e la genesi di Slow Food: tra contraddizioni e grandi amicizie
Classe 1949, Carlo Petrini racconta con la consueta passione le origini di Slow Food, nato come risposta alla diffusione del fast food. “Senza i McDonald’s non ci sarebbe stato Slow Food“, ha affermato, sottolineando come la cultura del cibo lento sia nata proprio per contrastare la standardizzazione del gusto imposta dalla globalizzazione alimentare. La sua esperienza personale, iniziata da giovane in un’officina meccanica e proseguita negli anni ’70 con l’attivismo culturale e politico, lo ha accompagnato fino alla presidenza dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, fondata da Slow Food nel 2004.
Non mancano aneddoti sorprendenti, come quello che lo vede protagonista di un gesto generoso da parte di Gianni Agnelli, che gli prestò il jet privato per raggiungere un evento, nonostante l’impatto ambientale di tale spostamento. “Mi stavano aspettando duemila persone e non volevo deluderle“, ha spiegato Petrini, evidenziando però la sua attenzione alle tematiche ambientali.
L’amicizia con papa Francesco è uno degli aspetti più singolari della sua vita. Non credente convinto, Petrini ha avuto un rapporto umano profondo con il pontefice argentino, al quale inviava spesso prodotti tipici piemontesi come gli agnolotti del plin. Papa Francesco, scomparso il 21 aprile 2025, aveva espresso più volte il suo apprezzamento per il lavoro di Slow Food, riconoscendo il cibo come un dono divino capace di unire le persone. Petrini ricorda con affetto gli incontri a Santa Marta, la condivisione di pietanze semplici e il sostegno reciproco, anche nel segno della spiritualità e della cura della natura.

Slow Food oggi: cultura, sostenibilità e inclusione sociale
L’associazione Slow Food rappresenta ormai un punto di riferimento globale nella difesa della biodiversità e nella promozione di un’alimentazione sostenibile, buona, pulita e giusta. Con progetti come “Terra Madre” e l’Arca del Gusto, Slow Food ha catalogato oltre 1.200 prodotti a rischio di estinzione, valorizzando tradizioni culinarie di tutto il mondo e sostenendo comunità indigene e piccoli produttori.
L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo continua a formare studenti da oltre 110 paesi, con una particolare attenzione alle fasce più vulnerabili. Dal prossimo anno accademico partirà un corso gratuito rivolto ai migranti, pensato per facilitare l’inserimento nel settore della ristorazione, un ambito spesso evitato ma fondamentale per un’accoglienza qualificata.
Petrini si dichiara critico verso l’omologazione alimentare e sostiene la necessità di ridurre il consumo eccessivo di carne, passando a diete più equilibrate e rispettose dell’ambiente. Pur non allineandosi a posizioni politiche specifiche, si oppone a pratiche alimentari invasive come la carne coltivata o la farina di insetti senza un’adeguata verifica scientifica e culturale, sottolineando il diritto alla sovranità alimentare delle diverse comunità.
Il lascito culturale di Carlo Petrini e le sfide future
Carlo Petrini, insignito di numerosi riconoscimenti tra cui la nomina ad Ambasciatore Speciale della FAO in Europa per la campagna “Fame Zero”, rimane un convinto sostenitore della cultura gastronomica come veicolo di pace e inclusione. L’Università di Pollenzo, nata quasi senza fondi e oggi modello studiato anche da Harvard, è per lui la più grande soddisfazione: “Spero di aver gettato le basi perché il lavoro continui anche quando non ci sarò più“.
Tra le amicizie più care, oltre a quella con papa Francesco, c’è quella con Re Carlo d’Inghilterra, che da anni sostiene Slow Food nel Regno Unito. Petrini racconta con affetto i momenti condivisi, come la cena a Highgrove House e il sostegno reciproco nelle sfide personali, come la battaglia contro il tumore alla prostata.
In un mondo sempre più globalizzato e frenetico, la filosofia di Slow Food rimane un invito a riscoprire la lentezza, il piacere autentico del cibo e il rispetto per la terra e le persone che lo coltivano.
