Cantine piene e mercato lento: il vino italiano affronta un surplus preoccupante

Delle botti di vino

Delle botti | Pixabay @Leo Hau - Vinamundi.it

Alessandro Bolzani

19 Dicembre 2025

Il settore vitivinicolo nazionale sta attraversando una fase di evidente complessità, segnata da un accumulo di scorte che inizia a pesare sulle prospettive dei produttori. Le recenti rilevazioni fornite dall’ICQRF attraverso il report “Cantina Italia” aggiornato a fine novembre 2025, rivelano una fotografia del comparto in forte affanno. Tra l’instabilità degli scenari geopolitici e l’ombra dei dazi che minacciano le esportazioni, le aziende si ritrovano con i magazzini decisamente più carichi rispetto al passato. Questo incremento delle giacenze, che sfiora il 9% su base annua, rappresenta un segnale d’allerta per un mercato che fatica a smaltire la produzione, riflettendo una domanda globale che non riesce più a tenere il passo con l’offerta.

I numeri record dello stoccaggio di vino

Al termine della stagione vendemmiale, i volumi registrati nei depositi telematici italiani hanno raggiunto i 53,3 milioni di ettolitri di vino. Questo dato evidenzia una crescita significativa rispetto al mese precedente, con un balzo del 19,7%, ma è il confronto con il 30 novembre 2024 a destare maggiore preoccupazione, mostrando un aumento netto di oltre 4,2 milioni di ettolitri, pari all’8,6%. Oltre al vino già pronto, le strutture enologiche ospitano attualmente 9,7 milioni di ettolitri di mosti e circa 9,5 milioni di ettolitri di prodotto ancora in fase di fermentazione. Se per i vini nuovi la situazione appare stabile rispetto all’anno scorso, i mosti hanno registrato un incremento dello stoccaggio del 12,5%, confermando una tendenza al rallentamento nelle fasi di trasformazione e vendita.

La geografia delle giacenze del vino

L’analisi territoriale dei depositi mette in luce una distribuzione estremamente sbilanciata a favore delle regioni settentrionali. Il Nord Italia, infatti, custodisce da solo oltre il 60% dell’intero patrimonio vinicolo stoccato nel Paese. In questo contesto, il Veneto si conferma il cuore pulsante del sistema, mantenendo una posizione di assoluta dominanza per volumi gestiti. Rispetto alla fine di ottobre, mentre le riserve di vino finito sono aumentate sensibilmente, si è assistito a una riduzione fisiologica dei mosti e dei prodotti in fermentazione, che sono calati rispettivamente del 32% e del 33,2% man mano che i processi di cantina giungono a compimento, andando a rimpinguare ulteriormente le botti di vino pronto.

Qualità certificata sotto pressione

L’eccellenza della produzione italiana non sembra bastare a proteggere il comparto dalle attuali turbolenze economiche. Più della metà del vino attualmente fermo in cantina, precisamente il 54,6%, appartiene alla categoria dei vini a Denominazione di Origine Protetta (DOP), mentre le Indicazioni Geografiche Protette (IGP) coprono il 26,5% delle scorte totali. I vini comuni e altre tipologie rappresentano il 17,3%, lasciando ai vini varietali solo una quota marginale dell’1,7%. Il fatto che oltre l’80% delle giacenze sia costituito da vini di alta qualità certificata dimostra come la crisi del consumo stia colpendo duramente anche le fasce di mercato a più alto valore aggiunto, mettendo a rischio la redditività delle denominazioni più prestigiose.

La polarizzazione delle denominazioni IGP

Un ulteriore elemento di criticità emerge osservando la distribuzione delle giacenze tra le diverse etichette. Esiste infatti una concentrazione estrema nel segmento IGP, dove appena 20 denominazioni, su un totale di ben 526 riconosciute, detengono quasi il 60% del volume complessivo. Questa forte polarizzazione indica che le difficoltà di mercato non sono distribuite in modo uniforme, ma gravano pesantemente su pochi grandi poli produttivi che oggi soffrono maggiormente la debolezza della domanda. Tale squilibrio rischia di creare tensioni competitive e finanziarie tra i diversi territori, aggravando le disparità in un momento in cui l’intero sistema vinicolo nazionale è chiamato a trovare nuove strategie per svuotare le cantine e rilanciare i consumi.

Change privacy settings
×