Montalcino, 25 novembre 2025 – L’enoturismo tiene in piedi l’economia di Montalcino, con un giro d’affari che supera i 150 milioni di euro, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly. In questi giorni, dal 20 al 24 novembre, il borgo toscano ospita la 34esima edizione di Benvenuto Brunello, la tradizionale vetrina per stampa e operatori del nuovo Brunello 2021, pronto a essere lanciato sul mercato dopo il consueto invecchiamento. Un appuntamento che arriva in un momento di grande fermento, tra record di visitatori e le ombre dei dazi internazionali.
Enoturismo in crescita: numeri e ricadute sull’economia locale
Nel 2024, Montalcino ha accolto quasi 235mila visitatori, un record storico per la zona. Il trend positivo si conferma anche nel 2025: da maggio ad agosto sono stati registrati circa 130mila turisti, con un aumento significativo dai mercati di Francia, Est Europa, Cina e Regno Unito. Colpisce soprattutto la provenienza: il 71% degli ospiti arriva dall’estero, con gli americani in testa, ma in forte crescita anche sudcoreani e cinesi.
Secondo il Consorzio del vino Brunello di Montalcino, ogni bottiglia venduta porta un beneficio economico di circa 117 euro sul territorio, quattro volte il valore della bottiglia al produttore. “L’enoturismo si conferma un vero motore di ricchezza per le aziende vinicole e per tutta l’economia locale”, spiega Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio. Il vantaggio si riflette non solo sulle cantine, ma anche su alberghi, ristoranti, enoteche e servizi collegati.
Boom di turisti e strutture pronte ad accoglierli
Il prestigio internazionale del Brunello di Montalcino ha dato vita a una vera e propria industria dell’enoturismo. Secondo i dati della Regione Toscana e Istat, il territorio conta oggi 12 hotel (con tre strutture a cinque stelle) e circa 180 strutture extra-alberghiere, tra agriturismi e bed & breakfast. A completare l’offerta ci sono decine di ristoranti – due stellati –, oltre a enoteche e wine bar che animano il centro e le campagne.
Nel 2024, le presenze nelle strutture ricettive hanno sfiorato le 233mila unità, con un aumento del 6,3% rispetto all’anno precedente e quasi il 30% in più rispetto al 2019, prima della pandemia. “La domanda dai mercati esteri è in forte crescita”, sottolinea Bartolommei, “e questo ci spinge a investire ancora più risorse nella promozione del Brunello”.
Mercati esteri sotto pressione, ma il settore resiste
Nonostante il successo turistico, i produttori locali affrontano difficoltà sui mercati esteri. L’incertezza sui dazi americani e il calo dei consumi hanno reso l’ultimo anno complicato. “Abbiamo attraversato mesi duri, soprattutto per le incertezze sui dazi e la loro entità”, racconta Bartolommei. “Quando la situazione si è chiarita, produttori e distributori si sono riorganizzati per assorbire un aumento del 15% dei costi. Non è stato semplice, ma il colpo è stato in buona parte smorzato”.
Un segnale incoraggiante è arrivato a ottobre: gli imbottigliamenti hanno fatto un balzo, superando le 1,92 milioni di fascette consegnate. Segno che i produttori guardano con fiducia alla ripresa. Il divario con il 2023 si è quasi azzerato: dal -13,7% di agosto si è passati a un -0,9% in ottobre.
Nuove mosse per far crescere il Brunello all’estero
Per il futuro, il Consorzio punta a un nuovo piano per spingere il Brunello sui mercati internazionali, con un occhio di riguardo agli Stati Uniti. “Per far ripartire il mercato americano, che è fondamentale, puntiamo tutto sulla nuova annata 2021, molto attesa”, spiega Bartolommei.
Il giro d’affari complessivo del Brunello – insieme al Rosso di Montalcino – si aggira tra 250 e 300 milioni di euro “franco cantina”, confermando il ruolo centrale del vino nell’economia locale. Ma, dicono gli operatori, solo un mix di qualità produttiva e esperienza turistica potrà garantire crescita anche negli anni a venire.
