L’Osservatorio Prezzi del Consorzio Brunello di Montalcino ha recentemente rivelato dati sorprendenti sulle vendite della prestigiosa Docg, chiudendo il 2022 con un incremento del +18% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è accompagnato da un aumento a volume del +7%, un traguardo notevole considerando il calo della produzione che ha caratterizzato questo periodo. La crescita non solo sottolinea la qualità del prodotto, ma anche la crescente reputazione del Brunello di Montalcino nel panorama vinicolo globale.
Crescita nel mercato italiano
Il mercato italiano ha registrato un notevole aumento, con un rialzo in valore del +27% e un incremento del +19% nei volumi. Questo risultato evidenzia l’importanza del mercato domestico, che continua a essere il primo sbocco per il Brunello, il “principe dei rossi toscani”. La crescente domanda all’interno dei confini nazionali è un segnale positivo, riflettendo l’interesse dei consumatori italiani per vini di alta qualità e la loro disponibilità a investire in prodotti premium.
Espansione internazionale
Oltre all’Italia, anche gli Stati Uniti si confermano un mercato strategico per il Brunello di Montalcino, chiudendo l’anno con un incremento del +29%. Gli Stati Uniti rappresentano così il principale sbocco internazionale, con una quota di mercato che si attesta intorno al 30% del totale delle vendite oltreconfine. Questo trend positivo è il risultato di un consolidamento dell’immagine del Brunello in terra americana, dove il vino toscano ha saputo conquistare il palato degli enofili grazie a un’efficace campagna di promozione e marketing.
Nella top five dei mercati di esportazione, oltre agli Stati Uniti, si segnalano:
- Canada
- Germania
- Svizzera
Tuttavia, il Regno Unito ha mostrato segnali di arretramento, un fenomeno che potrebbe essere influenzato dalla situazione economica e dalle incertezze post-Brexit.
Vendite e annate di successo
Il 2022 ha visto commercializzato il 94% della consistenza iniziale dell’annata 2017. Questa annata, insieme alla Riserva 2016, ha giocato un ruolo cruciale, contribuendo al quasi sold out nelle cantine di Montalcino. La Riserva 2016, in particolare, si è distinta per la sua qualità eccezionale, attirando l’attenzione di collezionisti e appassionati di vino in tutto il mondo. La forte domanda ha dimostrato come i vini di Montalcino, soprattutto quelli delle annate più prestigiose, siano sempre più ricercati.
Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, ha commentato i risultati con soddisfazione, sottolineando come le imprese siano riuscite a superare le già ottime performance del biennio precedente. Bindocci ha evidenziato che questo risultato non è solo un riflesso del prestigio del marchio, ma anche della resilienza delle aziende di Montalcino, che hanno affrontato una riduzione della dotazione della nuova annata commerciale 2017, inferiore di circa il 15% rispetto a quella precedente.
Guardando al futuro, Bindocci ha indicato “consolidamento” come la parola chiave per il 2023, un anno che si apre con molte insidie di carattere congiunturale. Per affrontare queste sfide, il Consorzio punta su un’intensa attività di promozione e posizionamento, sia in Italia che all’estero. L’obiettivo è quello di non solo mantenere, ma anche incrementare la visibilità e la reputazione del Brunello di Montalcino nel mercato globale.
Tra i principali impegni del Consorzio e delle 214 imprese rappresentate, figurano eventi di rilevanza internazionale come il Prowein di Düsseldorf, che si svolgerà dal 19 al 21 marzo, e il Vinitaly a Verona, in programma dal 2 al 5 aprile. Questi eventi sono fondamentali per presentare le novità del settore e per rafforzare le relazioni con i distributori e i professionisti del settore. Inoltre, il Consorzio ha in programma eventi strategici sul territorio, come Red Montalcino, previsto a inizio estate, e Benvenuto Brunello, che si terrà dal 17 al 27 novembre, con un’appendice in contemporanea in diversi Paesi chiave.
La crescita del Brunello di Montalcino rappresenta non solo un successo per il vino toscano, ma anche un segnale di fiducia e di speranza per l’intero settore vinicolo italiano, che continua a dimostrare la sua capacità di innovarsi e di affrontare le sfide del mercato globale.