Un’analisi recente dell’Osservatorio Uiv, in collaborazione con NIQ Italia, ha messo in luce un quadro sorprendente riguardante i consumatori di vino in Italia. I dati rivelano che la fascia demografica predominante è quella degli over 55, i cosiddetti “boomer”, che rappresentano un segmento chiave del mercato del vino, in particolare nella grande distribuzione. Questo gruppo contribuisce con il 59% della spesa totale della categoria, evidenziando la loro importanza economica nel settore vitivinicolo.
Durante la fiera Simei a Milano, è emerso che circa 11,3 milioni di famiglie italiane appartengono a questa categoria, con un reddito spesso superiore alla media nazionale in sei casi su dieci. La spesa annuale totale per il vino da parte di questo segmento ammonta a ben 1,83 miliardi di euro, un dato che sottolinea il potere d’acquisto di questi consumatori.
In contrasto con questo dato, le famiglie con figli, circa 7,8 milioni, si fermano a una quota di spesa inferiore al 24%. Ancora più ridotto è il contributo delle famiglie under 55 senza figli, che non superano il 18% della spesa complessiva. Questa situazione evidenzia una polarizzazione dei consumi, in cui il potere d’acquisto e l’età giocano un ruolo cruciale.
Tendenze di consumo e cambiamenti nel mercato
Eleonora Formisano di NIQ Italia ha commentato questa tendenza dicendo: “Assistiamo a una crescita sempre più evidente della prima tribù, mentre le altre faticano, in particolare i segmenti a basso reddito.” L’analisi ha rivelato che, nonostante l’aumento dei costi e l’incertezza economica, gli italiani hanno aumentato la frequenza di acquisto del vino (+3,3%), ma hanno ridotto il consumo complessivo (-2%). È interessante notare che le famiglie con figli spendono in media cinque volte meno rispetto alle coppie over 55, ponendo una sfida significativa per il settore.
Evoluzione del mercato del vino fuoricasa
Il mercato fuoricasa sta vivendo un’evoluzione altrettanto interessante. I dati mostrano che il 63,4% dei consumatori preferisce gli spumanti, superando per la prima volta il 61% di coloro che scelgono il vino fermo. Questo cambiamento è notevole, poiché i vini fermi hanno storicamente rappresentato la spina dorsale della produzione vinicola italiana.
Inoltre, l’aperitivo ha guadagnato terreno rispetto ai pasti, diventando una delle principali occasioni per il consumo di alcolici. Le preferenze si attestano al 31% sia per l’aperitivo che per i pasti, con anche gli over 55 che si avvicinano a queste nuove abitudini.
Influenza dei social media e futuro del settore
Un aspetto curioso emerso dall’indagine è l’influenza dei social media sui consumatori. Ben il 37% degli acquirenti di cocktail seleziona la bevanda in base alla sua “fotogenicità”, dimostrando come le immagini sui social network stiano influenzando le scelte di consumo. Carlo Flamini, responsabile dell’Osservatorio Uiv, ha evidenziato che stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione nei consumi, accelerata da vari fattori, e ha sottolineato l’importanza di un ricambio generazionale nel settore.
Guardando al futuro, è fondamentale che il mondo del vino si adatti e si faccia sentire da una nuova generazione di consumatori. Nei prossimi due decenni, si prevede che ci saranno 400 milioni di giovani consumatori nel mondo, e il vino dovrà trovare il modo di interagire con loro per rimanere rilevante.
La presentazione di questa analisi ha visto la partecipazione di figure di spicco del settore, come il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, e il consigliere delegato del gruppo Mionetto, Alessio Del Savio. I loro interventi hanno evidenziato non solo i risultati della ricerca, ma anche la necessità di una strategia di marketing più mirata e di una maggiore attenzione alle dinamiche sociali ed economiche che caratterizzano il mercato del vino attuale.
In conclusione, la ricerca dell’Uiv offre uno spaccato interessante dei consumatori di vino in Italia e solleva interrogativi importanti su come il settore potrà affrontare le sfide del futuro, adattandosi alle nuove abitudini di consumo e sfruttando la ricchezza e la diversità del patrimonio vinicolo italiano.