L’industria del vino si trova attualmente in un periodo di grande incertezza, costringendo i consorzi di tutela a prendere misure drastiche per affrontare la situazione. Tra questi, il Consorzio Asti Docg, famoso per la produzione di Asti Spumante e Moscato d’Asti, ha deciso di intervenire con una riduzione delle rese e delle quantità di vino da stoccare. Questa scelta ha come obiettivo principale quello di proteggere la denominazione e mantenere un equilibrio sostenibile tra domanda e offerta.
Il presidente del Consorzio, Stefano Ricagno, ha messo in evidenza le sfide globali che l’industria vinicola sta affrontando. Ricagno ha dichiarato: “Il contesto internazionale, sempre più instabile e aggravato dai dazi imposti dall’amministrazione Trump, ci impone un’attenta gestione dell’offerta”. I dazi sulle esportazioni di vino, in particolare verso gli Stati Uniti, hanno avuto un impatto significativo sulle vendite di molti produttori italiani, costringendo i consorzi a rivedere le loro strategie per salvaguardare il mercato.
Rese e stoccaggio per il futuro
Per la prossima vendemmia, la resa massima per le varietà Asti Spumante e Moscato d’Asti sarà fissata a 90 quintali per ettaro, con 5 quintali riservati per lo stoccaggio fino al 31 marzo 2026. Questa decisione rappresenta un cambiamento rispetto alle pratiche precedenti e mira a garantire la qualità e la distintività dei vini della denominazione. Inoltre, sarà consentito un eventuale supero di 18 quintali per ettaro, che potrà essere rivendicato come mosto bianco aromatico da uve Moscato. Tuttavia, eventuali esuberi superiori a 12 quintali per ettaro dovranno essere destinati a produzioni diverse dal vino, incentivando così la diversificazione e l’innovazione.
Un altro aspetto cruciale di questa strategia riguarda lo stoccaggio. Le aziende vinicole potranno riclassificare autonomamente i prodotti detenuti, sia come mosto bianco aromatico che come vino bianco. Questa flessibilità consentirà ai produttori di adattarsi meglio alle fluttuazioni del mercato e gestire in modo più efficace le scorte. Al termine del periodo di stoccaggio, il Consiglio di Amministrazione del consorzio esaminerà il mercato per decidere se liberare, anche parzialmente, i volumi destinati all’Asti Docg o se prolungare ulteriormente le misure di contenimento.
Dati allarmanti e sfide globali
Le statistiche recenti mostrano che la situazione è già critica. Nel primo semestre dell’anno, il saldo dei contrassegni di Stato per il prodotto imbottigliato si è attestato a 45,6 milioni di pezzi, segnando una diminuzione dell’8,2% rispetto ai 49,7 milioni dello stesso periodo del 2022. Questo calo è un chiaro segnale della difficoltà che il settore sta attraversando e della necessità di azioni immediate per stabilizzare il mercato.
Il fenomeno della diminuzione della domanda non è isolato. A livello globale, i consumi di vino hanno mostrato segni di rallentamento, in parte a causa di cambiamenti nelle abitudini dei consumatori e della crescente concorrenza di altre bevande alcoliche. Inoltre, la pandemia ha accelerato la trasformazione del mercato, spingendo molti produttori a riconsiderare le loro strategie di vendita e distribuzione.
Verso un futuro sostenibile
Un altro fattore che contribuisce all’incertezza è il cambiamento climatico, che sta influenzando le rese e la qualità delle uve. Le variazioni climatiche rendono sempre più difficile prevedere le annate vinicole, e i produttori sono costretti a investire in tecnologie e pratiche agricole sostenibili per mitigare l’impatto di questi cambiamenti. In questo contesto, il Consorzio Asti Docg si sta impegnando a promuovere pratiche vitivinicole sostenibili, che potrebbero rappresentare un valore aggiunto per la denominazione.
Rimanendo focalizzati sull’innovazione, il Consorzio sta anche esplorando nuove opportunità di mercato, cercando di attrarre i consumatori più giovani e di diversificare l’offerta. In questo senso, eventi di promozione e degustazione, sia in Italia che all’estero, sono fondamentali per far conoscere le qualità uniche dei vini Asti Docg e stimolare l’interesse.
La sfida per il futuro del vino Asti Docg è quindi duplice: preservare l’identità e la qualità della denominazione, mentre si navigano le acque agitate di un mercato in continua evoluzione. Con le giuste strategie e un’attenta gestione, il Consorzio può affrontare le difficoltà attuali e posizionare l’Asti Docg come un protagonista nel panorama vinicolo globale.