Allevamenti al largo: l’innovazione italiana per l’ingrasso dei tonni

Allevamenti al largo: l'innovazione italiana per l'ingrasso dei tonni

Allevamenti al largo: l'innovazione italiana per l'ingrasso dei tonni

Redazione Vinamundi

16 Novembre 2025

Roma, 16 novembre 2025 – Coldiretti ha lanciato a Bruxelles una proposta concreta per avviare anche in Italia l’allevamento al largo dei tonni rossi. L’idea è quella di rinnovare la filiera, offrendo un prodotto più magro e più in linea con i gusti europei. Oggi, durante un incontro con il Commissario Ue alla Pesca, Costas Kadis, il presidente Ettore Prandini e la responsabile nazionale di Coldiretti Pesca, Daniela Borriello, hanno spiegato come si voglia riportare in Italia una fase cruciale della lavorazione, oggi gestita soprattutto da Malta.

Tonni rossi, Coldiretti punta sull’allevamento in mare aperto

Ogni anno i pescatori italiani possono pescare fino a 5.283 tonnellate di tonno rosso, secondo la quota stabilita dall’Iccat (Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico). Dopo la cattura con reti a circuizione, la maggior parte dei tonni viene trasferita in grandi reti fisse nelle acque di Malta o della Spagna. Qui i pesci vengono ingrassati per settimane, a volte anche mesi, prima di finire sul mercato internazionale. “Il nostro obiettivo – ha detto Prandini – è offrire ai consumatori un prodotto più tracciato, più sostenibile e con nuove caratteristiche di gusto”.

Ma Coldiretti assicura che non si tratta di copiare le attuali farm del Mediterraneo. L’allevamento che si vuole mettere in piedi in Italia punterebbe a metodi diversi, con l’obiettivo di ottenere un tonno meno grasso, più adatto al palato europeo. “In Giappone preferiscono una carne molto grassa – ha spiegato Borriello – qui invece si cerca il cosiddetto ‘tonno di corsa’, pescato all’amo o nelle poche tonnare ancora attive in Sardegna”.

Il mercato europeo e una filiera tutta da rilanciare

Oggi la filiera italiana del tonno si interrompe quasi subito dopo la cattura. La fase dell’ingrasso avviene quasi sempre fuori dai confini nazionali, soprattutto a Malta. Lì il pesce viene alimentato per aumentare il grasso, una caratteristica che piace soprattutto al mercato giapponese. Negli ultimi anni però, l’export ha perso valore. “Non conviene più come prima”, ha ammesso un operatore presente al vertice europeo di Cetara.

Coldiretti sottolinea che riportare in Italia questa fase permetterebbe alle imprese ittiche di investire, creando posti di lavoro e valore aggiunto. “Potremmo gestire direttamente questa fase – ha detto Prandini – garantendo trasparenza e tracciabilità”. Secondo le prime stime, il progetto potrebbe aprire nuovi mercati e rispondere meglio alle richieste dei consumatori europei, sempre più attenti a qualità e origine del prodotto.

Sostenibilità e trasparenza al centro del progetto

La proposta italiana si inserisce in un’Europa che punta con forza alla sostenibilità nella pesca e negli allevamenti marini. Coldiretti chiede che le nuove farm off-shore rispettino standard ambientali elevati e garantiscano la tracciabilità completa del tonno. “Vogliamo un prodotto allevato in modo responsabile, con controlli severi lungo tutta la filiera”, ha spiegato Borriello.

Le incognite però non mancano. Alcuni operatori temono che le nuove strutture possano mettere in difficoltà il settore o trovare ostacoli burocratici. “Serve un quadro normativo chiaro – ha detto un rappresentante della cooperativa pescatori di Mazara del Vallo – e investimenti concreti per non danneggiare le piccole imprese”.

Il futuro della filiera in mano all’Europa

Nei prossimi giorni il progetto sarà sul tavolo delle istituzioni comunitarie. Il Commissario Kadis ha mostrato interesse, sottolineando l’importanza di “rafforzare la competitività delle filiere locali”. Intanto, tra i pescatori italiani regna la prudenza. “Siamo pronti a valutare nuove strade – ha detto un armatore ligure – ma servono certezze su tempi e modalità”.

Solo a quel punto, forse, l’Italia potrà davvero chiudere il cerchio nella filiera del tonno rosso. Un passaggio che potrebbe cambiare il volto della pesca nazionale nei prossimi anni, tra innovazione, sostenibilità e nuove sfide di mercato.

Change privacy settings
×