Approfondimento

Vino, perché due Master of Wine hanno criticato le bottiglie trasparenti?

In un’intervista rilasciata durante il programma Saturday Kitchen della BBC, due Master of Wine Susie BarriePeter Richards, hanno dichiarato che le bottiglie trasparenti sono nemiche indiscusse del vino perché causano un odore di “cavolo bollito” e, addirittura, di “foglia”.

Secondo i due esperti il gusto e l’aroma di vini bianchi, rosati e spumanti possono essere compromessi se vengono conservati all’interno di bottiglie realizzate in vetro translucido.

La critica alle bottiglie trasparenti dei Master of Wine

Barrie e Richards, con la loro accusa, hanno fatto riferimento al gusto di luce: utilizzando il vetro trasparente nel confezionamento del vino espone il contenuto alla luce che, alla lunga, distrugge composti aromatici e causa una doppia fermentazione e un sapore sgradevole.

Nello specifico delle note al naso si parla di cipolla, cavolo cotto e, nei casi più gravi, di scarichi fognari: sicuramente non molto invitante per gli appassionati di vino e non solo.

Immagine | Unsplash @Wolfgang Hasselmann

In passato, sempre Barrie e Richards sul loro podcast Wine Blast, avevano dichiarato che “la portata del problema è probabilmente molto più grande di qualsiasi altro odore nel vino, eppure non ne parliamo. In linea di massima lo accettiamo, a volte lo abbracciamo inavvertitamente, ma per lo più continuiamo a far finta che non sia un problema, mentre di fatto ci priva tutti del nostro giusto godimento. È una rapina alla luce del sole in tutti i sensi”.

I due Masters hanno precisato che i vini rossi non sono coinvolti perché sono protetti da tannini e polifenoli in grado di arginare l’influenza della luce e rallentare il deterioramento. L’unica soluzione per gli altri vini e per preservare l’aroma e il gusto consiste nell’imbottigliarli in vetro scuro.

Molto spesso però al consumatore, soprattutto il meno esperto, fa piacere vedere il colore del vino e nell’acquisto si fa trasportare anche dall’analisi visiva.

Spesso poi sono le aziende stesse a scegliere il packaging trasparente per dare maggiore risalto alla forma della bottiglia o a particolari etichette: in questo caso vengono in soccorso particolari veline, trasparenti o dai colori tenui, studiate per proteggere le bottiglie dai raggi UV.

Anche se tutti i tecnici del settore lo sanno: basta una sola settimana sotto la luce fluorescente del supermercato – che non è dannosa come quella del sole – per dare al vino bianco un retrogusto innaturale.

“Se il vino bianco viene venduto nelle bottiglie trasparenti è per metterne in evidenza il colore” spiega Fulvio Mattivi, chimico del cibo della fondazione Edmund Mach, in Italia.

Non è nemmeno sufficiente utilizzare bottiglie di vetro flint, un materiale speciale rifrangente, per tenere al sicuro il vostro vino bianco.

Per capire cosa succede nello specifico, Mattivi e il suo team hanno immagazzinato un migliaio di bottiglie di vino di età diverse e in contenitori trasparenti e non, per poi hanno condotto uno studio molecolare.

Nelle bottiglie trasparenti esposte a una luce simile a quella del supermercato per una sola settimana, due composti aromatici, i norisoprenoidi e i terpeni, erano alterati in modo significativo.

Il vino nelle bottiglie scure ha mostrato cambiamenti molto più ridotti anche dopo 50 giorni di permanenza, infine quello non esposto alla luce è rimasto integro.

In Italia esistono validi esempi soprattutto sul fronte delle bollicine: si va da Cà del Bosco con il Franciacorta Docg Cuvee Prestige al Ferghettina Franciacorta Brut Docg Milledì passando per Haderburg, piccolo produttore sudtirolese, che adotta la velina di carta su tutta la produzione – escludendo i rossi – anche se ha intenzione di passare a breve alle bottiglie scure.

Un caso molto simile è riscontrabile nell’olio extravergine di oliva che, tra i nemici, ha il calore, ossigeno e la luce stessa.

Dunque imbottigliarloacquistarlo in bottiglie trasparenti non è sempre la scelta più azzeccata, in quanto l’esposizione alla luce tende ad accelerare l’ossidazione, provocando l’aumento del valore dei perossidi e di tutti quei composti che sono responsabili della sensazione di rancido, tipica dell’olio ossidato.

Parametri che possono declassificare l’olio dalla categoria merceologica di extravergine a quella di vergine: dunque si consiglia di non acquistare olio in recipienti trasparenti solo nel periodo della raccolta delle olive, di tenerlo al buio e di consumarlo velocemente.

Una buona alternativa potrebbe essere acquistare la bottiglia di olio trasparente in un packaging di cartone, il quale svolge la funzione di protezione per il prodotto. Una soluzione accolta da diverse aziende che lo fanno per poter preservare la qualità dei prodotti di qualità e sicuri per la salute.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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