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Vino in crisi: consumi ai minimi storici e vigneti in pericolo per un 2024 da dimenticare

Il 2024 si preannuncia come un anno difficile per il settore vitivinicolo, con dati che evidenziano un forte calo nella produzione, nei consumi e nelle superfici vitate. Secondo il rapporto dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), presentato dal direttore generale John Barker, la situazione globale del vino è in continua erosione, segnando un trend negativo che non accenna a invertirsi. L’analisi mette in luce come il commercio internazionale riesca a mantenere una certa stabilità, nonostante un contesto economico sempre più complesso.

Erosione dei vigneti e calo della produzione

Nel 2024, la superficie vitata mondiale ha raggiunto i 7,1 milioni di ettari, registrando un calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Questo rappresenta il quarto calo consecutivo, principalmente dovuto agli estirpi dei vigneti in diverse regioni del mondo. Le principali aree colpite includono l’Unione Europea, che rimane il leader mondiale con 3,2 milioni di ettari, seguita da Spagna (930.000 ettari, -15%), Francia (783.000 ettari, -0,7%) e Italia (728.000 ettari, +0,8%).

La produzione mondiale di vino è stimata a 225,8 milioni di ettolitri, in diminuzione del 4,8% rispetto a un 2023 già ai minimi storici. Questo dato è il secondo più basso dal 1961 e risente di eventi climatici avversi, come gelate tardive e siccità. In particolare, l’Italia si conferma come primo produttore mondiale, con 44,1 milioni di ettolitri, ma ancora in calo rispetto ai livelli quinquennali.

Consumi globali ai minimi storici

I consumi globali di vino hanno chiuso il 2024 a 214,2 milioni di ettolitri, segnando un calo del 3,3% rispetto al 2023. Questo è il livello più basso dal 1961 e la Cina ha avuto un ruolo centrale in questa caduta, con una perdita di 2 milioni di ettolitri all’anno dal 2018. Diverse cause, tra cui lockdown pandemici e tensioni geopolitiche, hanno contribuito a questa situazione.

Nella classifica dei Paesi consumatori, gli Stati Uniti mantengono la leadership ma con un calo del 5,8%, mentre la Francia ha registrato una diminuzione del 3,6%. L’Italia, in controtendenza, ha visto un incremento dello 0,1%, seguita da Germania e Regno Unito con perdite rispettive del 3% e dell’1%.

Il commercio globale di vino

Nonostante le difficoltà, il commercio globale di vino ha mantenuto un volume esportato di 99,8 milioni di ettolitri, con un decremento dello 0,1%. L’Italia guida le esportazioni a volume con 21,7 milioni di ettolitri, mentre la Francia rimane leader a valore con 11,7 miliardi di euro, nonostante una perdita del 2,4% rispetto all’anno precedente.

In conclusione, il direttore Barker ha sottolineato che, sebbene la situazione attuale del settore vitivinicolo presenti sfide significative, ci sono anche opportunità per migliorare la qualità dei vini e attrarre nuovi consumatori attraverso strategie innovative. Con l’inflazione prevista in calo, potrebbe esserci un barlume di speranza per la ripresa dei consumi in un futuro non troppo lontano, offrendo così una prospettiva positiva per un settore in crisi.

Redazione Vinamundi

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