Negli ultimi dodici mesi, il mercato del vino italiano nella grande distribuzione organizzata (GDO) ha mostrato un andamento complesso, con segnali misti riguardo ai consumi. Secondo i dati forniti da Circana e analizzati da WineNews, il valore degli acquisti ha raggiunto 1,88 miliardi di euro, segnando un incremento del 0,7% rispetto allo stesso periodo precedente. Tuttavia, il volume degli acquisti ha subito una flessione del 2,5%, scendendo a 427,8 milioni di litri. Questo scenario suggerisce che, nonostante un incremento del valore, i consumi di vino continuano a contrarsi, sollevando interrogativi sulle dinamiche attuali del mercato.
Inflazione e spumanti: fattori chiave
Uno dei fattori che potrebbe spiegare l’aumento del valore è l’inflazione, che ha colpito vari settori, incluso quello alimentare. La categoria degli spumanti ha mostrato una crescita, contribuendo positivamente a questi numeri. Infatti, sebbene i volumi di vino in bottiglia da 0,75 litri – che rappresentano oltre l’80% del fatturato del settore – abbiano subito un calo dello 0,9%, il valore di queste vendite è cresciuto dell’1,4%, raggiungendo 1,5 miliardi di euro. Al contrario, i “bottiglioni” fino a 2 litri hanno registrato un calo significativo del 7,7%, e il vino in brick ha visto una diminuzione del 5,4%. L’unica eccezione positiva in termini di volume è rappresentata dal bag-in-box, che ha registrato un incremento del 2,5%, contribuendo a una quota complessiva del 4,8% a volume e del 2,5% a valore.
Performance degli spumanti
Un elemento di interesse è la performance degli spumanti, che continuano a mantenere una posizione di rilievo nel mercato del vino italiano. Nel periodo analizzato, il valore dei consumi domestici di spumante ha raggiunto i 619,8 milioni di euro, registrando un aumento dell’1,9%. Anche il volume di spumante venduto ha mostrato una crescita, con 80,8 milioni di litri e un incremento del 2,5%. Il Prosecco, simbolo del vino italiano all’estero, ha visto il suo valore crescere a 301 milioni di euro (+1,7%) e il volume a 38,5 milioni di bottiglie (+3,4%). Questa tendenza è particolarmente significativa, considerando il consolidamento della popolarità del Prosecco non solo in Italia, ma anche nei mercati internazionali.
Emergenza delle private label
Un altro aspetto interessante riguarda l’emergere delle private label nel settore del vino. Queste marche distributive hanno iniziato a conquistare una fetta importante del mercato, raggiungendo oltre il 15% del totale a volume e circa il 10% a valore. Questo dato evidenzia un cambiamento nei comportamenti dei consumatori, che si stanno orientando verso opzioni più convenienti e, a volte, più sostenibili. In questo contesto, il valore delle private label è rimasto stabile a 182,7 milioni di euro (+0,2%), mentre il volume ha subito una flessione meno marcata (-1,9%), attestandosi a 64,8 milioni di litri. Le private label nel segmento degli spumanti, invece, hanno mostrato una prestazione migliore, con un incremento del 1,5% in valore (40,4 milioni di euro) e del 3,5% in volume (5,6 milioni di litri).
Questi dati non rappresentano una novità radicale, né indicano un’inversione di tendenza. Piuttosto, evidenziano un assestamento lento e progressivo verso il basso dei consumi di vino in Italia. Questo scenario solleva interrogativi su come il settore possa adattarsi e rimanere competitivo in un mercato in evoluzione. Le cantine e i produttori dovranno riflettere attentamente sulle strategie da adottare per riequilibrare una produzione che, al momento, appare eccessiva rispetto alla domanda, sia a livello nazionale che internazionale.
In questo contesto, è fondamentale sviluppare politiche di marketing e comunicazione che possano rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, puntando su qualità, sostenibilità e autenticità. Le aziende vinicole italiane sono chiamate a riflettere su come valorizzare il proprio patrimonio enologico, non solo per mantenere la quota di mercato, ma anche per conquistare nuovi consumatori, in un panorama sempre più competitivo e diversificato.