Vino e comunità: l’anima dei territori si racconta attraverso la vigna

Vino e comunità: l'anima dei territori si racconta attraverso la vigna

Vino e comunità: l'anima dei territori si racconta attraverso la vigna

Redazione Vinamundi

9 Ottobre 2025

Il vino è molto più di una semplice bevanda; rappresenta un legame profondo con la terra, la cultura e le comunità. La recente apertura del Convento della Santissima Annunciata in Franciacorta, sotto la direzione della Fondazione Vittorio e Mariella Moretti, ha messo in luce questa connessione unica tra il vino, la spiritualità e l’identità culturale dei territori. Vittorio Moretti ha descritto il convento come un ideale di armonia tra vita e lavoro, un luogo dove si coltivano non solo le viti, ma anche le relazioni umane e il sapere, sottolineando la tradizione sostenibile che ha radici antiche.

La cultura del vino e l’identità dei territori

Il convegno nazionale “La cultura del vino e l’identità dei territori”, parte dell’iniziativa “Vini d’Abbazia”, ha riunito esperti dal mondo monastico, accademico e vitivinicolo per esplorare come le abbazie italiane, con la loro storia millenaria, abbiano contribuito alla conservazione del paesaggio e alla diffusione del sapere vitivinicolo. Questi luoghi non sono solo custodi di tradizioni, ma anche centri attivi di innovazione e comunità, promuovendo un’economia che si preoccupa del benessere collettivo e della sostenibilità.

Il Convento della Santissima Annunciata è un esempio perfetto di questo spirito. Affidato nel 2018 dai Servi di Maria alla Fondazione Moretti, il convento è diventato un centro culturale e di accoglienza, ospitando eventi come “Come in famiglia”, una giornata dedicata alla comunità, alla natura e alla spiritualità. Valentina Moretti, consigliere delegato della Fondazione, ha sottolineato come il convento rappresenti un invito a riconnettersi con la natura e a condividere esperienze significative, simili a quelle che si vivono in famiglia.

Vini d’abbazia: un progetto per il futuro

“Vini d’Abbazia” è un progetto che risponde all’intento di promuovere una riflessione profonda sul legame tra territorio e identità. Vittorio Moretti ha evidenziato come il convento non solo rappresenti una vigna storica legata alla cantina Bellavista, ma anche un simbolo di amicizie e comunità, contribuendo alla valorizzazione del territorio di Franciacorta. Le abbazie italiane sono luoghi carichi di significato, capaci di ispirare nuove generazioni a riscoprire le proprie radici e a trovare nuovi modi di unire le comunità.

Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha aperto i lavori del convegno con un messaggio di apprezzamento per il contributo delle abbazie alla cultura agricola. Ha sottolineato l’importanza del vino come elemento che non solo rappresenta l’identità culturale italiana, ma contribuisce anche all’economia nazionale, con un export che raggiunge gli 8 miliardi di euro. La tradizione vinicola è un patrimonio che va preservato e valorizzato, garantendo un futuro prospero per il settore.

Tradizione e innovazione nel mondo vinicolo

Dalla Franciacorta al Chianti Classico, anche le storiche Marchesi Antinori hanno dimostrato come il vino possa essere un ponte tra arte, storia e innovazione. Nella Badia a Passignano, ad esempio, la scoperta di una vite millenaria ha richiamato l’attenzione sulla continuità della produzione vinicola, simbolo di una tradizione che resiste nel tempo. Renzo Cotarella, rappresentante di Antinori, ha evidenziato l’importanza di preservare la bellezza e la storia attraverso pratiche vinicole sostenibili.

In Alto Adige, l’Abbazia di Novacella, fondata nel 1142, è un’altra testimonianza della continuità della tradizione monastica. Werner Waldboth, direttore Sales & Marketing dell’abbazia, ha spiegato come la sostenibilità sia un valore centrale per la loro operatività, un principio che guida ogni fase della produzione vinicola. Questo approccio si riflette non solo nella qualità del vino, ma anche nella responsabilità verso l’ambiente e le generazioni future.

Anche il Monastero di Bose, ad Assisi, ha condiviso la sua visione sulla coltivazione della vite, sottolineando come il vino sia un simbolo di comunità e di condivisione. Fratel Michele Badino ha spiegato che la viticoltura rappresenta non solo un’attività economica, ma anche un processo spirituale che invita al rispetto per la natura e per le tradizioni.

Don Andrea Santus dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore ha parlato del significato profondo della produzione vinicola all’interno della vita monastica, dove il vino è parte integrante della liturgia e del lavoro quotidiano. Questi racconti non fanno solo riferimento a un passato glorioso, ma anche a un futuro che richiede attenzione e cura.

Infine, il convegno ha offerto un’opportunità unica per degustare i vini delle abbazie partecipanti, creando un ponte tra il sacro e il profano, tra la tradizione e l’innovazione. La viticoltura, da sempre intrecciata con la storia dell’umanità, continua a rappresentare un valore culturale e sociale, un mezzo per preservare le tradizioni e costruire comunità più forti e unite.

In un mondo in cui il consumo di vino sta diventando sempre più globalizzato, è fondamentale riscoprire e valorizzare le storie e le tradizioni che ogni bottiglia racconta. Le abbazie, custodi di un sapere antico e di pratiche sostenibili, rappresentano l’essenza di un’identità culturale che merita di essere celebrata e preservata.

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