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Vino dealcolato, la produzione è iniziata anche in Italia

Il mercato del vino senza alcol in Italia è ancora relativamente piccolo, ma le prospettive di crescita sono incoraggianti

Negli ultimi anni, il settore del vino ha visto emergere nuove tendenze, tra cui quella del vino dealcolato, che sta guadagnando sempre più attenzione nel mercato italiano. Nemmeno un mese dopo l’approvazione del decreto che consente la produzione di vino senza alcol nel nostro Paese, Schenk Italia ha già avviato i lavori per l’implementazione della sua produzione. Daniele Simoni, amministratore delegato dell’azienda, ha dichiarato che la cantina di Ora, in provincia di Bolzano, sarà il fulcro della produzione italiana, con l’obiettivo di essere operativi entro il 2026.

La storia di Schenk Italia e la produzione in Spagna

Schenk Italia è parte di un gruppo svizzero che possiede diverse cantine in Francia e Spagna. La produzione di vino dealcolato è iniziata quattro anni fa in Spagna, precisamente presso la cantina Bodegas Murviedro, situata nei pressi di Valencia. Qui, sono stati prodotti vari tipi di vini dealcolati, compresi rossi e bianchi provenienti dall’Italia. A partire dall’ottobre scorso, la cantina ha iniziato a produrre un bianco derivato dal Fiano e un rosso proveniente dal Primitivo, contribuendo a un volume annuale di 200.000 bottiglie, di cui 40.000 destinate al mercato italiano. L’investimento per l’adeguamento della cantina in Italia ammonta a 2 milioni di euro, e la produzione avverrà utilizzando gli stessi impianti già in uso per il vino tradizionale.

Il mercato del vino senza alcol in Italia

Il mercato del vino senza alcol in Italia è ancora relativamente piccolo, ma le prospettive di crescita sono incoraggianti. In Germania, dove la produzione di vini dealcolati è stata avviata prima, il segmento delle bollicine dealcolate rappresenta già il 7% del totale degli spumanti. Negli Stati Uniti, pionieri di molte tendenze di consumo, il mercato del vino no-alcol ha già raggiunto il valore di un miliardo di dollari. Secondo stime recenti, il mercato globale del vino dealcolato vale attualmente 2,57 miliardi di dollari. Questi dati evidenziano come la domanda di alternative alcoliche stia crescendo, e l’Italia non vuole restare indietro.

L’interesse dei consumatori per il vino dealcolato

Durante l’ultima edizione del Vinitaly di Verona, svoltasi ad aprile, è stata presentata un’indagine che ha rivelato l’interesse di un milione di non bevitori di alcolici verso il vino dealcolato. Inoltre, c’è una platea di 14 milioni di consumatori di vino in Italia che vede in queste bevande un’alternativa valida, soprattutto quando si tratta di non bere alcol prima di mettersi alla guida.

Un uomo che versa del vino | Pixabay @Roman Paroubek – Vinamundi.it

Simoni afferma che l’obiettivo di Schenk Italia è di attrarre principalmente i consumatori di soft drinks, sottolineando che i vini dealcolati possono risultare più naturali rispetto alle bevande analcoliche tradizionali, in quanto privi di coloranti, conservanti e zuccheri aggiunti.

La concorrenza nel settore del vino dealcolato

Nonostante Schenk Italia sia tra i pionieri della produzione di vino dealcolato in Italia, non è l’unica cantina a intraprendere questo percorso. Altre aziende, come Argea e Mionetto, hanno già avviato la produzione di vino senz’alcol in Germania, mentre la cantina pugliese Varvaglione e l’altoatesina Hofstatter stanno esplorando questa nuova frontiera. La produzione di vino dealcolato sembra essere particolarmente adatta per cantine medio-grandi, che hanno già esperienza in vari segmenti del mercato vinicolo.

Le nuove iniziative di Italian Wine Brands

Italian Wine Brands, un altro attore significativo nel panorama vinicolo italiano, si sta preparando a lanciare i suoi primi prodotti dealcolati sul mercato, con un’uscita prevista tra un mese. Alessandro Mutinelli, presidente e CEO del gruppo, ha dichiarato che saranno disponibili tre varietà: uno spumante, un bianco e un rosso. La cantina ha avviato i test di produzione due anni fa, anticipando così il decreto del Ministero dell’Agricoltura italiano. Attualmente, Italian Wine Brands prevede di distribuire diverse decine di migliaia di bottiglie, ma il successo di questa nuova nicchia di mercato rimane da vedere. Mutinelli ha sottolineato che l’andamento del mercato dei vini dealcolati in Italia determinerà eventuali ulteriori investimenti diretti nel Paese.

Il futuro del vino dealcolato in Italia

La crescente attenzione verso il vino dealcolato segnala un cambiamento nei gusti e nelle esigenze dei consumatori italiani. Con l’aumento della consapevolezza sui temi della salute e del benessere, sempre più persone si stanno orientando verso scelte alimentari più sane, e il vino senza alcol rappresenta una risposta a questa tendenza. Non solo offre un’alternativa per coloro che desiderano gustare un buon vino senza gli effetti dell’alcol, ma consente anche di mantenere vive le tradizioni vinicole italiane, adattandosi alle nuove richieste del mercato. Con la produzione che inizia a prendere piede, il futuro del vino dealcolato in Italia appare promettente e ricco di opportunità.

Redazione Vinamundi

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