Napoli, 31 ottobre 2023 – Con Halloween e l’arrivo dei primi freddi, si apre un’occasione curiosa: scoprire alcuni vini italiani che sembrano fatti apposta per la notte più enigmatica dell’anno. Tra leggende, terre vulcaniche e nomi suggestivi, dal cuore dell’Oltrepò Pavese alle pendici dell’Etna, passando per il Vesuvio e le colline della Valpolicella, storie e bottiglie si intrecciano ai dolci tradizionali di Ognissanti. Un viaggio che unisce gusto e memoria.
Sangue di Giuda: il dolce rosso dell’Oltrepò che racconta una leggenda
Nel cuore della provincia di Pavia, tra le dolci colline dell’Oltrepò orientale, nasce il Sangue di Giuda. Un vino DOC rosso dolce, spesso anche frizzante o spumante, il cui nome affonda le radici in una leggenda popolare: si dice che Giuda, con un gesto di riparazione, sia passato proprio da queste parti. “Sono storie che si tramandano da tempo, ma la vera magia sta nel bicchiere”, ha confidato un produttore locale durante una degustazione a Broni, poco dopo le 18. Il Sangue di Giuda colpisce per la sua dolcezza e i profumi intensi, perfetto con dolci al cioccolato o biscotti al cacao. In queste sere d’autunno, non è raro vederlo sulle tavole lombarde insieme ai dolci di Ognissanti.
Lacryma Christi del Vesuvio: un vino nato tra mito e terra vulcanica
Sulle pendici del Vesuvio, dove i vigneti si arrampicano su terre nere e fertili, si produce il Lacryma Christi. Il nome, che significa “lacrima di Cristo”, richiama un’antica leggenda: si dice che le lacrime divine abbiano reso fertile questa terra. Ma al di là del mito, il Lacryma Christi è un vino che parla del territorio vesuviano, prodotto in versione bianca (da Coda di Volpe e Verdeca) e rossa (Piedirosso e Sciascinoso). “Il rosso giovane si abbina alla perfezione con i piatti autunnali campani”, ha spiegato un ristoratore di Ercolano, indicando una teglia di castagnaccio appena sfornata. Anche le ossa di morto, i biscotti tipici del periodo, trovano nel Lacryma Christi un compagno affidabile.
Etna DOC: vini che nascono dalla lava
Più a sud, sull’Etna, i vigneti crescono su suoli di sabbia vulcanica e ceneri depositate da eruzioni millenarie. Qui si produce l’Etna DOC, una delle denominazioni più particolari d’Europa. I vitigni principali – Nerello Mascalese per i rossi e Carricante per i bianchi – raccontano, nel calice, l’altitudine e la mineralità della pietra lavica. “Il paesaggio sembra lunare, niente di gotico”, ha scherzato un enologo catanese durante una visita alle cantine di Randazzo. L’Etna Rosso giovane si sposa bene con funghi e castagne, mentre il Carricante è ideale con zuppe di legumi e zucca.
Amarone e Recioto della Valpolicella: l’arte dell’appassimento che viene da lontano
Nel Nord-Est, tra le colline della Valpolicella, la tecnica dell’appassimento ha radici antiche. Dal dolce Recioto all’Amarone secco – nato, secondo una leggenda locale, da una “dimenticanza” negli anni ’30 a Negrar – questa pratica è oggi valorizzata e regolata. “L’appassimento concentra aromi e zuccheri”, ha spiegato un produttore veronese durante una visita alle 16. Il Recioto si abbina al Pan dei Morti, dolce lombardo tipico di Ognissanti, mentre l’Amarone chiude in bellezza con dessert a base di frutta secca e spezie.
Vin Santo: tra tradizione e calendario
Il Vin Santo è un protagonista in molte regioni italiane. Le origini del nome sono incerte: c’è chi lo lega a riti religiosi, chi a storie sul vescovo Bessarione o a riferimenti greci. In Toscana, spesso si lavora da Ognissanti a Pasqua. “È un ciclo che rispettiamo ancora oggi”, ha raccontato un produttore di Montepulciano. Il Vin Santo nasce da uve appassite e da un affinamento lento; la sua dolcezza elegante lo rende perfetto con ossa di morto, pan dei morti o biscotti alle mandorle.
Nero d’Avola: il rosso siciliano senza misteri
Nessun segreto dietro il nome: il Nero d’Avola è l’uva nera tipica di Avola, in provincia di Siracusa. Il termine Calabrese deriva dall’antico dialetto Calavrisi (“uva di Avola”), non dalla Calabria. Nelle versioni più scure e speziate, questo rosso siciliano regge bene piatti autunnali come arrosti o formaggi stagionati.
Dolci di Ognissanti: abbinamenti da provare
Ecco tre idee per la tavola dei primi giorni di novembre: le ossa di morto, biscotti alle mandorle diffusi in molte regioni, trovano nel Vin Santo o nel Sangue di Giuda un abbinamento naturale; il Pan dei Morti, dolce tipico lombardo con cacao e frutta secca, si sposa con Recioto o Amarone; infine il castagnaccio, torta rustica con farina di castagne e pinoli, esalta i profumi del Lacryma Christi rosso o dell’Etna Rosso giovane.
In questo periodo, tra racconti antichi e sapori forti, la tradizione italiana offre spunti per brindare senza cadere nel folclore. Solo così, forse, Halloween potrà avere un sapore tutto nostro.
