L’arte della viticoltura è un riflesso delle tradizioni e della cultura di un territorio. Eventi come la 15ª edizione dell’Associazione VinNatur, tenutasi a Villa Favorita a Sarego (VI), diventano un palcoscenico ideale per celebrare i vini che raccontano storie di passione, rispetto per la terra e autenticità. In questo contesto, il dibattito sui vini “buoni” e “cattivi” si fa sempre più rilevante, confondendo le acque tra diverse filosofie produttive.
Prendendo spunto dalle parole di un noto produttore di Primitivo, possiamo affermare che la vera dicotomia si trova nella qualità. A Villa Favorita, i visitatori hanno potuto assaporare vini “buoni per davvero”, frutto di un lavoro meticoloso e appassionato. L’Associazione VinNatur ha visto la partecipazione di circa 160 aziende, un numero che testimonia l’interesse crescente per i vini naturali, un settore che, nonostante le critiche, continua a guadagnare consensi tra i consumatori.
La filosofia di VinNatur
Durante la manifestazione, il presidente Angiolino Maule ha ribadito l’importanza di un approccio sostenibile e responsabile nella produzione vinicola, sottolineando il valore di collaborazioni con università e centri di ricerca. Questi progetti innovativi hanno dato vita a pratiche agricole più rispettose dell’ambiente. Il manifesto enoico di VinNatur si fonda su principi ben definiti:
- Produzione artigianale
- Uve sane e prive di pesticidi
- Raccolta manuale
- Fermentazioni spontanee
Ogni produttore è incoraggiato a seguire la propria coscienza, permettendo una varietà di stili e interpretazioni del vino.
Percorsi tematici e innovazioni
Quest’anno, una delle novità più interessanti è stata l’introduzione di sei percorsi tematici per rendere l’esperienza della fiera più fluida e interessante. Tra i temi proposti, “I nuovi produttori” ha messo in luce le ultime 20 aziende associate, mentre “I rifermentati in bottiglia” e “Orange wines” hanno offerto una panoramica su tendenze e tecniche vinicole innovative. I “No solforosa” hanno attirato l’attenzione di chi cerca vini privi di additivi, mentre “Hand-made wines” e “I Vulcanici” hanno celebrato l’artigianalità e la peculiarità dei terroir.
Particolarmente affascinanti sono stati gli Orange Wines, vini bianchi vinificati con tecniche simili a quelle dei rossi, attraverso una macerazione prolungata sulle bucce. Questi vini, caratterizzati da colori intensi e complessità aromatica, hanno guadagnato attenzione in diverse regioni, come il Collio e il Carso, dove produttori come Nando e Kmetija Štekar hanno presentato etichette di grande carattere e personalità.
Eccellenze da scoprire
Ad esempio, il Jakot 2012 di Nando, con una macerazione di 15 giorni e un affinamento di 30 mesi in tonneau, ha stupito i degustatori per la sua freschezza e complessità. Altri vini come il Rebula 2015 e il Malvazija 2015 hanno ulteriormente confermato l’eccellenza della viticoltura sloveniana. Un’altra presenza notevole è stata quella di Franco Terpin, che ha presentato una Ribolla 2010 dal tannino entusiasmante e un Sauvignon 2011 dal palato incantevole.
Un’attenzione particolare merita la cantina di Nevio Scala, ex calciatore e ora vignaiolo, che ha riportato alla luce l’eredità della sua famiglia. La sua Garganega e i vini macerati sono stati accolti con entusiasmo, dimostrando come il legame con la terra possa dare vita a prodotti di alta qualità, autentici e rappresentativi del territorio.
In questo contesto di innovazione e tradizione si inserisce anche l’azienda Cà del Vént, che ha presentato spumanti di grande qualità. I loro vini, spesso descritti come “cari”, sono in realtà il risultato di una meticolosa cura per i dettagli e di un forte impegno verso l’eccellenza.
Infine, non possiamo dimenticare l’importanza della letteratura nel mondo del vino. Il libro “MAi DOmo”, scritto da Maurizio Donadi e Carlo Brusadin, racconta il percorso di un produttore che ha scelto di tornare alle origini, abbracciando pratiche sostenibili e biodinamiche. La sua storia di passione e dedizione è un esempio di come la viticoltura possa essere una forma d’arte.
In sintesi, Villa Favorita 2018 ha rappresentato un’importante vetrina per il mondo dei vini naturali, dimostrando che la passione, il rispetto per la terra e la ricerca della qualità possono dar vita a prodotti straordinari. In un’epoca in cui il consumatore è sempre più attento e consapevole, il futuro del vino è nelle mani di chi sa raccontare storie attraverso le proprie bottiglie, mantenendo viva la tradizione e innovando allo stesso tempo.