Vignaioli indipendenti: la battaglia contro gli ingredienti in etichetta

Vignaioli indipendenti: la battaglia contro gli ingredienti in etichetta

Vignaioli indipendenti: la battaglia contro gli ingredienti in etichetta

Redazione Vinamundi

4 Novembre 2025

Roma, 4 novembre 2025 – La Confederazione Europea Vignaioli Indipendenti (CEVI) si è detta contraria alla nuova proposta europea che vuole imporre l’obbligo di mettere sulle etichette del vino la lista degli ingredienti e i valori nutrizionali. A ribadire questo no è stata nelle ultime ore anche Matilde Poggi, presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI), che ha definito la misura “un inutile peso per i piccoli produttori”.

Vignaioli indipendenti: “Etichette nutrizionali? Un problema per i piccoli”

La questione è tornata al centro del dibattito in vista del report della Commissione Europea sulle informazioni da inserire nelle etichette delle bevande alcoliche. La CEVI, che rappresenta più di 12mila vignaioli in Europa, avverte che l’obbligo di indicare ingredienti e valori nutrizionali rischia di mettere in difficoltà soprattutto le realtà più piccole e artigianali. “Il vino non è una ricetta fissa – spiega Matilde Poggi, presidente FIVI e vicepresidente CEVI – cambia ogni anno, a seconda del clima e dell’uva. Significherebbe dover analizzare ogni vendemmia e aggiornare le etichette di continuo”. Un percorso che, secondo Poggi, comporterebbe costi extra e un carico burocratico insostenibile per chi produce in piccola scala.

Lettera alla Commissione: “Proteggere la specificità del vino”

I vignaioli indipendenti hanno formalizzato la loro posizione con una lettera firmata da Thomas Montagne, presidente della CEVI, inviata al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis. Nel testo si chiede di “preservare la particolarità del settore vitivinicolo”, evidenziando come il vino sia legato a tradizioni e territori, non a una formula da standardizzare. “Chiediamo l’esenzione dall’obbligo di inserire in etichetta ingredienti e valori nutrizionali”, si legge. Per la CEVI, le regole attuali garantiscono già un buon livello di tutela per chi compra.

I produttori: costi e identità del vino a rischio

Per i piccoli vignaioli italiani ed europei, l’arrivo di queste nuove regole sulle etichette sarebbe un vero ostacolo. “Siamo già sotto una normativa severa – sottolinea Poggi – e il consumatore è già ben tutelato”. La presidente FIVI aggiunge che chi compra una bottiglia di vino non cerca dati nutrizionali come per altri prodotti: “La gente sceglie il vino per piacere, per cultura, non per contare calorie o zuccheri”. Questo punto di vista è stato condiviso da molti vignaioli durante l’ultima assemblea FIVI a Piacenza, dove il tema ha animato anche le discussioni tra gli espositori.

Etichette e Europa: la Commissione pronta a decidere

Il dibattito sulle etichette del vino si inserisce in una più ampia revisione delle regole sulle bevande alcoliche. La Commissione Europea sta valutando se estendere a tutti i prodotti l’obbligo di trasparenza già previsto per altri alimenti. Fonti di Bruxelles dicono che il report in arrivo nelle prossime settimane potrebbe portare a una nuova direttiva. I produttori indipendenti temono che le specificità del vino vengano messe da parte in nome di un approccio unico. “Non si può trattare il vino come una bibita industriale”, confida un vignaiolo piemontese durante una pausa dei lavori.

Consumatori e trasparenza: un equilibrio difficile da trovare

Sul fronte dei consumatori, le associazioni europee sono divise. Alcune chiedono più trasparenza su quello che bevono, altre riconoscono il valore del vino come prodotto agricolo e culturale. In Italia, secondo FIVI, oltre il 70% dei piccoli produttori pensa che le informazioni nutrizionali non siano una priorità per chi sceglie un vino artigianale. “Il rischio – conclude Poggi – è perdere il legame con la tradizione e caricare i vignaioli di nuovi oneri senza reali vantaggi per il pubblico”.

La partita è ancora aperta. Nei prossimi mesi la Commissione dovrà decidere se ascoltare le ragioni dei vignaioli indipendenti o andare avanti con un’etichettatura più dettagliata anche per il vino. Intanto, tra le colline italiane e francesi, cresce l’attesa per una scelta che potrebbe cambiare il volto delle bottiglie sulle nostre tavole.

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