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Verso la vendemmia: le denominazioni del Piemonte esplorano la distillazione straordinaria

Mentre molti italiani si preparano a godersi l’estate tra mare e vacanze, i vignaioli piemontesi sono già proiettati verso la vendemmia 2025, un evento che si profila all’orizzonte in un contesto di mercato non particolarmente favorevole. Le giacenze di vino nelle cantine sono elevate, con un dato di 46,6 milioni di ettolitri registrato a maggio dall’Icqrf, corrispondente a una vendemmia nella media. Questo scenario ha portato i produttori a riflettere sulla necessità di interventi straordinari, come la distillazione, per affrontare le difficoltà attuali e progettare un futuro più sostenibile per il settore vitivinicolo.

l’urgenza di interventi straordinari

Confagricoltura Piemonte, una delle organizzazioni più influenti nel panorama vitivinicolo italiano, sottolinea l’urgenza di affrontare questa situazione. Nel suo comunicato, l’associazione evidenzia che, considerando il complicato momento attraversato dal settore e la prossimità della vendemmia, è fondamentale avviare un dialogo per analizzare le giacenze di vino e pianificare le azioni necessarie. Gian Luca Demaria, presidente della sezione regionale di prodotto Vitivinicoltura di Confagricoltura Piemonte, ha dichiarato: “La distillazione straordinaria può essere uno degli interventi più immediati da attuare, ma è essenziale che venga applicata a tutti i vini a denominazione e con valori che rispondano alle esigenze dei viticoltori delle Langhe e del Roero.”

La situazione è particolarmente delicata, con oltre 190.000 ettolitri di vino a denominazione di origine che risultano invenduti e non contrattualizzati a fine maggio. I vini più colpiti da questa crisi includono:

  1. Vini a base di Barbera
  2. Vini a base di Dolcetto
  3. Vini a base di Moscato
  4. Vini a base di Cortese

In particolare, il Moscato ha visto accumularsi circa 100.000 ettolitri di giacenze, mentre altri 50.000 ettolitri riguardano vini a base di Barbera, Dolcetto e Cortese.

un contesto economico complesso

Il crollo degli scambi, sia in volume che in valore, è paragonabile a crisi passate, come quella del 2008 e del 2020, segnate da eventi straordinari come la crisi finanziaria globale e l’emergenza sanitaria legata al COVID-19. Questa situazione è ulteriormente aggravata da una produzione 2024 superiore alla media, un calo dei consumi a livello nazionale e internazionale, eventi climatici anomali e l’incertezza relativa all’introduzione di dazi statunitensi sul vino europeo.

In risposta a questa emergenza, i consorzi di tutela dei vini piemontesi stanno richiedendo misure straordinarie, tra cui la distillazione di crisi per i vini a denominazione di origine. Questo intervento potrebbe aiutare a ridurre le giacenze e a stabilizzare il mercato, permettendo ai produttori di affrontare meglio le difficoltà economiche.

il futuro del vino piemontese

Demaria ha inoltre evidenziato che le ragioni del calo dei consumi sono molteplici. Tra queste, si segnalano le campagne di sensibilizzazione sui presunti danni causati dall’alcol, che non sempre sono supportate da dati scientifici solidi, e i cambiamenti nelle abitudini di consumo, in particolare tra i giovani. Per affrontare questa situazione, è necessario un grande impegno congiunto per valorizzare la cultura del vino, creando sinergie con i ristoratori locali e promuovendo eventi che possano avvicinare le persone al mondo del vino.

In quest’ottica, la vendemmia del 2025 rappresenta non solo un’opportunità per rinnovare l’interesse verso i vini piemontesi, ma anche un momento cruciale per riflettere sul futuro del settore. L’implementazione di misure come la distillazione straordinaria, pur essendo una soluzione temporanea, deve essere considerata parte di un piano di rilancio più ampio e strategico. È fondamentale che tutti gli attori del settore collaborino per valutare le rese e promuovere l’export, semplificando le misure come l’Ocm, che attualmente risultano poco flessibili e quindi poco appetibili per le aziende.

La vendemmia non è solo un momento di raccolta, ma un’opportunità per rinnovare l’impegno verso la qualità e la tradizione del vino piemontese. Con la vendemmia 2025 alle porte, il settore vitivinicolo è chiamato a una riflessione profonda, per non solo affrontare l’emergenza attuale, ma anche per costruire un futuro più solido e sostenibile, dove il vino piemontese possa continuare a brillare nel panorama nazionale e internazionale. Mentre i vignaioli si preparano a raccogliere i frutti del loro lavoro, è essenziale che le istituzioni e le associazioni di categoria si uniscano per sostenere un comparto che è parte integrante dell’identità culturale e gastronomica del Piemonte.

Redazione Vinamundi

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