Roma, 21 ottobre – La Cantina di Venosa, storica cooperativa vitivinicola della Basilicata, è stata premiata il 15 ottobre a Roma come una delle imprese più sostenibili d’Italia, durante la 66ª edizione di Industria Felix – L’Italia sostenibile che compete. La cerimonia si è svolta nell’Aula Giulio Cesare del Palazzo Senatorio in Campidoglio e ha visto la partecipazione di 94 aziende scelte per il loro impegno ambientale, sociale e di governance, secondo la valutazione della Cerved Rating Agency.
Industria Felix celebra le imprese verdi
L’evento, condotto dal giornalista Lorenzo Lo Basso e dalla conduttrice Elisa Isoardi, ha messo attorno allo stesso tavolo imprese, istituzioni e partner per parlare di sostenibilità, innovazione e responsabilità sociale nel mondo produttivo italiano. In platea c’erano imprenditori e manager da tutta Italia. Le aziende premiate sono state selezionate in base ai criteri ESG (Environmental, Social, Governance), con un occhio particolare alla capacità di coniugare risultati economici con un impatto positivo sul territorio.
Secondo i dati di Cerved Rating Agency, queste imprese hanno registrato una crescita costante negli ultimi anni, puntando su processi produttivi a basso impatto ambientale e valorizzando le persone che lavorano al loro interno. “Non sono solo numeri – ha spiegato un rappresentante di Cerved – ma una visione che mette al centro la responsabilità verso le comunità e l’ambiente”.
Cantina di Venosa, un esempio lucano di viticoltura responsabile
Tra i protagonisti della giornata, la Cantina di Venosa ha ottenuto per il terzo anno di fila il riconoscimento come una delle imprese più sostenibili d’Italia. A ritirare il premio è stato il presidente Francesco Perillo, insieme al direttore Antonio Teora. “Questo premio – ha detto Perillo – è un riconoscimento al lavoro fatto in questi anni, ma anche alla visione condivisa di una cooperativa che ha trasformato i valori della sostenibilità in pratiche quotidiane”.
Fondata nel 1957, la Cantina conta oggi 350 soci viticoltori, gestisce circa 800 ettari di vigne e produce più di 2 milioni di bottiglie all’anno. Il cuore della produzione è l’Aglianico del Vulture DOC e DOCG, varietà tipica lucana che la cooperativa ha aiutato a far conoscere anche all’estero. Negli ultimi anni, la Cantina ha puntato su efficienza energetica, tecnologie digitali e pratiche agricole sostenibili: pannelli fotovoltaici sui tetti, sistemi di irrigazione a basso consumo, tracciabilità digitale dei processi produttivi.
Sostenibilità tra innovazione e radici locali
Il cammino verso una viticoltura più responsabile va oltre i numeri. “Abbiamo deciso di adottare pratiche che rispettano il suolo e la biodiversità”, spiega il direttore Teora. Nei vigneti intorno a Venosa, tra filari ordinati e colline che in autunno si colorano d’oro, i soci usano tecniche che riducono l’uso di fitofarmaci e preferiscono fertilizzanti naturali.
La cooperativa si distingue anche per l’attenzione al benessere dei lavoratori e alla formazione continua. “Le persone sono la nostra risorsa più preziosa”, confida Perillo, sottolineando come la crescita della Cantina sia legata alla partecipazione attiva dei soci e al passaggio di competenze tra generazioni.
Un premio che spinge a guardare avanti
Il riconoscimento ottenuto a Roma è per i protagonisti un incentivo a continuare sulla strada dell’innovazione sostenibile. “Solo così – aggiunge Perillo – si può parlare davvero di uno sviluppo duraturo”. La Cantina di Venosa ora punta a rafforzare la sua posizione nel panorama nazionale, senza mai perdere il legame con la terra lucana.
In Campidoglio, tra applausi e strette di mano, si respirava soddisfazione. “Essere qui oggi – ha concluso il presidente – vuol dire che il nostro impegno per la sostenibilità è stato riconosciuto e apprezzato”. Un segnale importante per tutto il settore vitivinicolo del Sud Italia, chiamato a confrontarsi con le sfide ambientali e sociali dei prossimi anni.
 
 