Il Veneto si riconferma come la locomotiva del vino italiano nel mercato internazionale, raggiungendo un fatturato record che sfiora i 3 miliardi di euro nel 2024. Questo straordinario risultato rappresenta il 37% dell’export vinicolo nazionale e mette in luce la solidità e la competitività del settore. A fornire questi dati è il report “L’export di vino veneto nel mondo”, redatto dall’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura, che analizza le tendenze e le dinamiche del mercato vinicolo veneto.
Crescita dei volumi e stabilità dei prezzi
I numeri parlano chiaro: l’export vinicolo veneto ha registrato un incremento dei volumi del +7,9% rispetto all’anno precedente, con un totale di 8,1 milioni di ettolitri esportati. Questo aumento è accompagnato da un fatturato in crescita del +7,3%, il che indica una domanda robusta e costante. Il prezzo medio di vendita si è mantenuto stabile a 3,72 euro al litro, suggerendo una buona salute del mercato e la capacità dei produttori di mantenere valori competitivi senza compromettere la qualità.
Un equilibrio quasi perfetto tra vini fermi e spumanti
Un aspetto notevole emerso dal report è l’equilibrio tra i vini fermi e gli spumanti. I vini fermi hanno visto un incremento delle vendite, registrando 3,9 milioni di ettolitri (+6,7%), mentre gli spumanti, trainati dal famoso Prosecco, hanno raggiunto 3,2 milioni di ettolitri, con una crescita del +14,2%. Il valore economico delle due categorie si avvicina sempre di più, con i vini fermi che generano 1,47 miliardi di euro e gli spumanti 1,42 miliardi di euro, rappresentando insieme il 47,3% dell’export vinicolo veneto. Questo equilibrio è una testimonianza del successo delle diverse varietà di vini prodotti nella regione e della loro capacità di attrarre consumatori in tutto il mondo.
Mercati di sbocco: Stati Uniti, Germania e Regno Unito in testa
Gli Stati Uniti si confermano come il principale mercato per i vini veneti, con un fatturato di 677 milioni di euro, corrispondente al 22,6% del totale delle esportazioni. Seguono la Germania, che contribuisce con 450 milioni di euro (15%), e il Regno Unito con 362 milioni di euro (12,1%). Questi tre mercati storici sono affiancati da Paesi come il Canada, che ha raggiunto 174 milioni di euro (5,8%), e la Svizzera, con 128 milioni di euro (4,3%). La diversificazione dei mercati di sbocco è fondamentale per ridurre la dipendenza da singoli Paesi e garantire una maggiore stabilità alle esportazioni.
Le sfide per il 2025: dazi e giacenze
Il 2025 si profila come un anno con luci e ombre per l’export vinicolo veneto. Se da un lato i dati del primo semestre parlano di un export di 1,44 miliardi di euro, con una crescita del +1,5%, dall’altro ci sono alcune criticità da affrontare. L’introduzione di dazi statunitensi a partire da agosto 2025 potrebbe ridurre le esportazioni italiane di oltre 300 milioni di euro, un fattore che richiede attenzione e strategie mirate. Inoltre, il Veneto si trova a fronteggiare giacenze record nelle cantine, con 10 milioni di ettolitri invenduti, pari al 25,2% del totale italiano. Questa situazione potrebbe influire negativamente sulla capacità delle aziende di investire e crescere nel futuro.
Le dichiarazioni dell’Assessore Caner evidenziano la necessità di affrontare le sfide legate ai dazi americani, suggerendo che è fondamentale attuare strategie condivise e sfruttare il pacchetto vino dell’Unione Europea per mitigare gli impatti negativi.
Il Veneto continua a dimostrarsi un leader indiscusso nel panorama vinicolo italiano, grazie alla sua capacità di bilanciare l’offerta di vini fermi e spumanti, consolidare i mercati storici e aprirsi a nuove opportunità. Questo modello di competitività, pur affrontando sfide importanti, rappresenta una garanzia di crescita per il comparto vinicolo nazionale e un esempio di resilienza per altri settori.
Il successo del Veneto nel settore vinicolo non è solo un traguardo economico, ma anche una celebrazione della tradizione, dell’innovazione e della passione che caratterizzano la produzione vinicola italiana. Con un futuro che si preannuncia sfidante ma ricco di opportunità, il Veneto si prepara a scrivere nuovi capitoli nella sua storia vinicola.