Vendemmia 2025: Maretti di Legacoop lancia l’allerta su promozione e tagli indiscriminati

Vendemmia 2025: Maretti di Legacoop lancia l'allerta su promozione e tagli indiscriminati

Vendemmia 2025: Maretti di Legacoop lancia l'allerta su promozione e tagli indiscriminati

Redazione Vinamundi

27 Settembre 2025

La vendemmia del 2025 si preannuncia come un momento cruciale per il settore vitivinicolo italiano, con un forte accento sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, ha recentemente condiviso importanti riflessioni su questa annata, segnalando che la produzione si attesta attorno ai 44 milioni di ettolitri. Sebbene questo dato risulti inferiore alle previsioni iniziali, esso si allinea con i volumi del 2024, rappresentando un’opportunità per migliorare l’equilibrio tra domanda e offerta. Questo scenario potrebbe ridurre le speculazioni e valorizzare l’intera filiera vitivinicola.

Qualità sopra ogni cosa

Attualmente, oltre il 75% dell’uva è già stata raccolta a livello nazionale e i segnali sulla qualità sono estremamente positivi. Le temperature notturne moderate di quest’anno hanno favorito un equilibrio ideale tra alcol e acidità, aprendo la strada a vini che si preannunciano equilibrati e longevi. Tuttavia, Maretti sottolinea che le condizioni climatiche non hanno avvantaggiato tutti:

  1. Il Sud ha subito una forte siccità.
  2. Al Nord, le piogge durante la fioritura hanno colpito alcune delle aree più produttive.

Si stima che in queste zone la produzione sia diminuita tra il 10% e il 20%, un dato significativo considerando i raccolti eccezionali del 2024.

Riequilibrio del mercato e disincentivazione della speculazione

La contrazione della produzione, sebbene possa sembrare una limitazione, rappresenta un’opportunità per ristabilire un equilibrio fondamentale nel mercato del vino. Maretti afferma che questo scenario “non lascia spazio a speculazioni e a operatori che cercano di forzare i prezzi al ribasso, danneggiando l’intera filiera vitivinicola”. È cruciale che il settore si concentri sulla valorizzazione del prodotto piuttosto che sulla mera quantità.

Un approccio mirato e non indiscriminato

Maretti avverte contro misure generalizzate che possano ridurre la produzione in modo indiscriminato. “Ogni segmento ha la sua dinamica di mercato. È sbagliato parlare di tagli produttivi imposti a tappeto”, sottolinea. Alcune zone vitivinicole italiane, infatti, assorbono vini da altre regioni, spesso meno preparate dal punto di vista commerciale. Questo porta a un appello per un approccio mirato e basato su dati concreti. Legacoop si dichiara favorevole a un blocco temporaneo dell’incremento annuo dell’1% della superficie vitata, una misura di buon senso per garantire che la produzione non superi la domanda.

Promozione e cultura del vino: le chiavi per il futuro

Guardando al futuro, Maretti invita a intensificare le attività di promozione del vino italiano. Non si tratta solo di mettere in risalto l’identità dei territori, ma anche di sviluppare una vera e propria cultura enologica che possa attrarre un pubblico sempre più vasto e informato. “Servono campagne basate su dati reali – conclude – capaci di parlare al mondo con consapevolezza e autenticità”.

In un contesto globale dove la concorrenza è sempre più agguerrita, il vigneto Italia ha dimostrato la sua resilienza. È fondamentale che il settore continui a puntare sulla qualità, affinando le proprie strategie di marketing e promozione. La vendemmia del 2025, con i suoi alti standard qualitativi e il riassestamento dei volumi produttivi, potrebbe rappresentare un segnale positivo per il futuro, contribuendo alla stabilizzazione del mercato del vino italiano e al consolidamento del suo prestigio a livello internazionale.

L’importanza della qualità, unita a una gestione oculata delle risorse e a strategie di promozione mirate, sono le chiavi per garantire la sostenibilità economica del settore vitivinicolo italiano. Con una visione strategica a lungo termine, le cooperative vitivinicole potrebbero non solo preservare ma anche accrescere il valore della loro produzione, rendendo il vino italiano sempre più competitivo e apprezzato su scala globale.

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