Vendemmia 2025: Asti Docg e Alto Adige affrontano la sfida dei dazi

Vendemmia 2025: Asti Docg e Alto Adige affrontano la sfida dei dazi

Vendemmia 2025: Asti Docg e Alto Adige affrontano la sfida dei dazi

Redazione Vinamundi

26 Agosto 2025

La vendemmia del 2025 ha ufficialmente preso il via, portando con sé una miscela di speranze e preoccupazioni per i produttori di vino in Piemonte, in particolare per il rinomato Moscato bianco dell’Asti Docg, e in Alto Adige. Mentre i vignaioli si preparano per una delle potenzialmente migliori annate degli ultimi anni, l’incognita dei dazi statunitensi si profila come una minaccia capace di compromettere i risultati attesi.

Situazione in Piemonte

In Piemonte, il Consorzio Asti Docg sta monitorando attentamente la situazione. Le previsioni per la raccolta del Moscato bianco sono ottimistiche grazie a una maturazione regolare delle uve sui diecimila ettari della denominazione. La vendemmia è iniziata nelle zone di bassa collina e si prevede che si concluda entro la prima settimana di settembre nelle aree di alta collina. Le condizioni fitosanitarie delle uve sono attualmente buone, mostrando un equilibrio tra acidità, zucchero e aromaticità, elementi chiave per la qualità del vino.

Tuttavia, la vendemmia 2025 non sarà caratterizzata solo dalla qualità dell’uva, ma anche da una riduzione delle rese. Quest’anno, il Consorzio ha approvato misure di contenimento che prevedono una diminuzione della produzione da 100 a 90 quintali per ettaro, con 5 quintali destinati allo stoccaggio. Queste decisioni sono state adottate per salvaguardare la denominazione in un contesto di mercato sempre più complesso e competitivo.

L’impatto dei dazi statunitensi

Il presidente del Consorzio Asti Docg, Stefano Ricagno, ha espresso preoccupazione riguardo all’impatto dei dazi statunitensi, attualmente fissati al 15% sul vino. Ricagno ha affermato: “Se le premesse per un’ottima vendemmia ci sono tutte, i dazi americani rischiano invece di pesare come un macigno sull’Asti Docg”. Questa situazione è ulteriormente complicata dal fatto che il mercato statunitense rappresenta il 60% delle vendite all’estero del Moscato d’Asti, un prodotto che potrebbe essere sostituito da alternative locali, meno costose e di qualità inferiore.

Il presidente ha sottolineato la necessità di un sostegno concreto da parte delle istituzioni per affrontare questa “tempesta perfetta”. La combinazione di fattori come il calo degli ordini dalla Russia, primo mercato per lo spumante Asti, e le difficoltà legate ai dazi potrebbe danneggiare seriamente un settore già in cerca di un equilibrio tra domanda e offerta.

Vendemmia in Alto Adige

Nel frattempo, in Alto Adige, la vendemmia è iniziata con un anticipo di circa dieci giorni rispetto agli anni precedenti, con le prime uve raccolte a fine agosto. Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige, ha espresso ottimismo sulle condizioni favorevoli per i viticoltori. Ha dichiarato: “Finora, il periodo vegetativo non ha presentato grandi difficoltà e speriamo che rimanga così anche nelle prossime settimane”. Le condizioni climatiche sono state favorevoli, con le forti grandinate che hanno risparmiato la regione, contribuendo a una buona salute delle viti.

Anche se l’uva non è ancora in cantina, Kofler ha sottolineato che i grappoli appaiono magnifici e non ci sono stati problemi significativi legati a malattie della vite. La resa per quest’anno dovrebbe essere nella media, sebbene alcune varietà, come il Gewürztraminer, potrebbero presentare quantità leggermente inferiori. Questa annata promette di essere un altro capitolo importante per i vini di alta qualità dell’Alto Adige, che hanno guadagnato riconoscimenti a livello internazionale.

Riflessioni sul futuro

L’analisi dei mercati esteri è fondamentale per entrambi i consorzi, poiché la competitività dei vini italiani è influenzata non solo da fattori locali, ma anche da dinamiche globali. La presenza di dazi e restrizioni commerciali può alterare significativamente il panorama per i produttori, rendendo difficile conquistare una fetta di mercato in un contesto in continua evoluzione.

In questo scenario, il ruolo dei consorzi diventa cruciale. Oltre a monitorare la qualità e gestire le rese, devono affrontare le sfide emergenti, cercando di costruire relazioni più solide con i mercati esteri e promuovendo i loro prodotti in modo innovativo. La capacità di adattarsi alle nuove condizioni di mercato sarà determinante per il futuro dell’Asti Docg e dei vini dell’Alto Adige.

Con la vendemmia 2025 che si avvia sotto buoni auspici, resta da vedere come i produttori sapranno affrontare le incognite economiche e politiche che possono influenzare il settore vitivinicolo. La passione e la dedizione dei viticoltori, unite a strategie di mercato mirate e al supporto delle istituzioni, potrebbero rivelarsi la chiave per superare le sfide future e garantire la continuità di tradizioni vinicole storiche e apprezzate.

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