La vendemmia 2025 in Italia sta delineando un panorama interessante per il settore vitivinicolo, con dati che rivelano importanti informazioni sulle giacenze di vino. Al 30 settembre 2025, secondo il report di “Cantina Italia” dell’Icqrf, le scorte di vino negli stabilimenti italiani ammontano a 36 milioni di ettolitri. Questo rappresenta una diminuzione significativa del 9,6% rispetto al 31 luglio 2025, pari a circa 3,8 milioni di ettolitri. Tuttavia, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registra un incremento del 1,3%, equivalente a circa 448.648 ettolitri.
giacenze e produzione
La riduzione delle giacenze potrebbe essere vista come un tentativo di fare “spazio” per le nuove uve, mentre le scorte rimaste si fanno sentire, soprattutto considerando che la vendemmia 2025 si preannuncia abbondante. Le previsioni di produzione variano da 44 milioni di ettolitri secondo Legacoop Agroalimentare, a 47,4 milioni secondo Unione Italiana Vini (Uiv), Assoenologi e Ismea. Coldiretti, a luglio, aveva indicato una produzione di circa 45 milioni di ettolitri. Queste discrepanze suggeriscono che il mercato vitivinicolo italiano sta vivendo una fase di transizione, influenzata da fattori climatici, economici e di consumo.
distribuzione delle giacenze
Le giacenze di vino in Italia non sono distribuite in modo omogeneo. Infatti, il 58,6% del vino stoccato si trova nelle regioni del Nord, con il Veneto che da solo detiene il 25,2% del vino nazionale, grazie ai contributi significativi delle province di Treviso (10,2%) e Verona (9,5%). Questo evidenzia l’importanza del Nord Italia nella produzione vitivinicola, dove varietà come il Prosecco continuano a dominare il mercato.
Analizzando la tipologia di vino in giacenza, si nota che il 57,4% delle scorte è rappresentato da vini a Denominazione di Origine Protetta (Dop), con una netta prevalenza di vini rossi, che costituiscono il 55,8% del totale. I vini a Indicazione Geografica Protetta (Igp) rappresentano il 25%, con una predominanza di varietà rosse (62%). I vini varietali, invece, costituiscono solo l’1,6% delle giacenze, mentre un 16% è rappresentato da altri tipi di vino. Questo dato evidenzia la chiara preferenza del mercato italiano per i vini tradizionali e regionali, molto apprezzati dai consumatori.
tendenze di mercato
Le giacenze di vino a Indicazione Geografica in Italia sono molto concentrate, con ben 526 denominazioni registrate nel paese. Le prime 20 di queste rappresentano il 57,3% del totale delle giacenze. Il Prosecco Doc si conferma leader indiscusso, con 2,8 milioni di ettolitri, pari al 9,4% del totale delle giacenze. Seguono l’Igt Toscana con 1,4 milioni di ettolitri (4,9%), l’Igt Puglia con 1,2 milioni (4,1%), il Chianti Docg con 1,1 milioni (3,8%) e il Montepulciano d’Abruzzo con 885.964 ettolitri, pari al 3% del vino italiano a denominazione.
Questi dati non solo riflettono le dinamiche del mercato, ma anche le preferenze dei consumatori. Il Prosecco, ad esempio, continua a godere di una crescente popolarità sia in Italia che all’estero, portando a un aumento della domanda che spinge i produttori a rispondere con un’adeguata offerta. Tuttavia, le fluttuazioni nelle giacenze possono anche indicare sfide nella distribuzione e nel marketing, che i produttori devono affrontare per soddisfare le aspettative del mercato.
Inoltre, il contesto globale sta influenzando il settore vitivinicolo italiano. Fattori come i cambiamenti climatici, le tendenze di consumo verso vini più sostenibili e l’innovazione tecnologica nella produzione e distribuzione del vino stanno plasmando il futuro del settore. L’attenzione crescente per la sostenibilità e la qualità sta portando molti produttori a riconsiderare le loro pratiche agricole e le strategie di marketing, cercando di allinearsi alle aspettative dei consumatori moderni.
In questo quadro complesso, il rapporto tra domanda e offerta rimane cruciale. I produttori devono essere pronti a adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato e a rispondere alle preferenze dei consumatori, che si stanno evolvendo rapidamente. La vendemmia 2025 rappresenta quindi non solo un momento di raccolta, ma anche un’opportunità per riflettere sulle sfide e sulle potenzialità del settore vitivinicolo italiano nel contesto globale.