Firenze, 6 novembre 2025 – Capezzana, tra le aziende vinicole più antiche d’Italia, ha festeggiato a Carmignano un traguardo importante: cento anni della sua etichetta più famosa, la Villa di Capezzana. Un salto indietro nel tempo che parte da un documento del 804 d.C., conservato all’Archivio di Stato di Firenze, e arriva fino alle nuove generazioni della famiglia Contini Bonacossi, oggi alla guida della tenuta. Per l’occasione è stata organizzata una degustazione verticale, che ha ripercorso un secolo di annate, dalla storica bottiglia del 1925 fino alle ultime uscite, anticipate rispetto al lancio ufficiale previsto per settembre.
Cento anni tra vigne e olivi sulle colline di Carmignano
A pochi chilometri da Firenze, sulle colline di Carmignano, la storia del vino si mescola con quella della Toscana. Già nel 1716, il Granduca Cosimo III de’ Medici aveva riconosciuto questa zona come “vocata al vino”, firmando il primo provvedimento per tutelarne le origini. Nel 1773, Pietro Leopoldo indicava il vino di Carmignano come modello di qualità per tutta la regione. Oggi la tenuta Capezzana si estende su 650 ettari, di cui 78 coltivati a vigneto biologico, 140 a oliveto, mentre il resto è coperto da boschi e campi. Il microclima è unico: escursioni termiche marcate e il vento fresco che scende dagli Appennini aiutano a mantenere a lungo la qualità dei vini e la salute delle uve.
Contini Bonacossi: radici mantovane, cuore toscano
La storia recente di Capezzana comincia nel 1926, quando la famiglia Contini Bonacossi, originaria di Mantova, compra la tenuta grazie alla bisnonna Vittoria. “Siamo arrivati a cento anni di gestione familiare – racconta Filippo Contini Bonacossi – e vogliamo continuare a portare avanti questa azienda con lo sguardo rivolto al futuro, anche grazie all’energia delle nuove generazioni”. Negli anni ’60, Ugo Contini Bonacossi ha trasformato la vecchia realtà mezzadrile in un’impresa moderna, coinvolgendo figli e nipoti in una gestione sempre più attenta alla qualità e alle caratteristiche del territorio.
Suoli diversi, vini che non si trovano altrove
Il punto di forza di Capezzana sta nella varietà dei suoli e nell’esposizione differente dei vigneti. A Trefiano, per esempio, si alternano argille pesanti e sabbie tufacee; Pietraia ha un terreno ricco di pietre su base argillosa; Le Croci offre argille dai colori diversi con venature calcaree, che danno uve piccole ma molto concentrate. “Questa complessità – spiega Filippo Contini Bonacossi – è quello che rende i nostri vini unici, impossibili da replicare altrove”. Le vigne guardano per lo più a nord o nord-est, con rese basse e una qualità che resta alta anche nelle annate più difficili.
Un viaggio in bottiglia: la degustazione verticale
Per celebrare i cento anni della Villa di Capezzana, la famiglia ha organizzato una degustazione speciale, con alcune delle annate più significative. Si è partiti dalla bottiglia del 1925, trovata in cantina al momento dell’acquisto e ancora conservata tra le vecchie annate. Poi si è passati alle degustazioni che raccontano l’evoluzione del blend tipico (80% sangiovese, 20% cabernet sauvignon), con qualche piccola variazione e l’uso occasionale di canaiolo, colorino e mammolo.
I vini più giovani – come l’anteprima dell’annata in uscita a settembre – si mostrano con un colore rubino intenso e riflessi violacei. Al naso emergono fresche note floreali di viola e rosa, seguite da frutta rossa, rabarbaro e spezie tostate. Al palato, struttura ed eleganza si uniscono a tannini ancora vivi e a una chiusura sapida e duratura.
Le annate degli anni ’60-’80 virano verso il granato, con profumi complessi di fiori secchi, incenso e tabacco dolce. Il sorso resta fresco, i tannini sono morbidi e accompagnano un retrogusto di arancia rossa e una lunga persistenza sapida che sorprende per vitalità.
Le bottiglie più vecchie – alcune ricaricate negli anni Duemila – raccontano un’altra storia: colori mattone o ambrati, sentori di caffè, terra asciutta, erbe mediterranee e una nota ferrosa che parla del tempo passato. Eppure, anche dopo quasi cento anni, il sorso mantiene freschezza e persistenza. “Un’esperienza che emoziona e fa tornare indietro nel tempo”, confida uno dei presenti alla degustazione.
Capezzana oggi: tradizione che guarda avanti
Oggi Capezzana è sinonimo di vino biologico, rispetto per la terra e attenzione all’ambiente. La famiglia Contini Bonacossi continua a investire nella ricerca in vigna e nella valorizzazione delle vecchie annate. “Il nostro obiettivo – conclude Filippo Contini Bonacossi – è lasciare ai nostri figli un’azienda ancora più solida, capace di raccontare la Toscana in ogni bottiglia”. Dopo cento anni dalla prima Villa di Capezzana, il viaggio non si ferma qui.
