Un boost di 100 milioni per l’internazionalizzazione: il vino italiano guarda al futuro

Un boost di 100 milioni per l'internazionalizzazione: il vino italiano guarda al futuro

Un boost di 100 milioni per l'internazionalizzazione: il vino italiano guarda al futuro

Redazione Vinamundi

7 Novembre 2025

Roma, 7 novembre 2025 – Il mondo del vino italiano è concentrato sul futuro dopo l’annuncio di un nuovo stanziamento da 100 milioni di euro all’anno per la promozione e l’espansione all’estero. La misura, inserita nel Disegno di legge di Bilancio varato dal Consiglio dei Ministri, se passerà anche da Camera e Senato, porterà il fondo gestito dal Ministero degli Affari Esteri e da Ice a quota 250 milioni di euro tra il 2026 e il 2028. Un segnale importante, che arriva in un momento delicato: tra dazi, consumi in calo e un contesto internazionale incerto, la filiera del vino cerca risposte concrete.

Export in primo piano, serve più sostegno

I dati dell’Unione Italiana Vini (Uiv) mostrano quanto l’export sia fondamentale per il settore. Vale una fetta decisiva del fatturato. “Con il 24% delle esportazioni, il vino italiano ha una presenza record negli Stati Uniti, la prima tra i dieci prodotti italiani più venduti oltreoceano”, ha detto oggi a Montepulciano Lamberto Frescobaldi, presidente Uiv, durante il Consiglio nazionale ospitato dalla Cantina Avignonesi nella tenuta Le Capezzine. Frescobaldi ha ribadito che “questa particolarità va tenuta ben presente quando si decide come distribuire le risorse”. E ha chiesto che gli investimenti non calino anche negli anni a venire.

Il tema è sentito in tutta la filiera. Da tempo, produttori e associazioni spingono per strumenti che aiutino a difendere la presenza italiana sui mercati esteri, soprattutto in Nord America, dove i segnali non sono incoraggianti. Secondo l’Osservatorio del Vino Uiv, le vendite negli Stati Uniti tra luglio e agosto 2025 sono calate del 28% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un colpo che pesa sull’andamento generale: nei primi otto mesi dell’anno, l’export verso Paesi extra Ue è in flessione del 3%.

Reazioni dalla filiera e novità in Uiv

Il nuovo stanziamento ha trovato consenso tra gli operatori. “È un primo segnale concreto alle richieste delle aziende del vino”, hanno commentato i rappresentanti Uiv a Montepulciano. Tra i produttori c’è la convinzione che bisogna attaccare i mercati esteri con più forza, puntando su promozione e presenza capillare. Solo così, dicono, si potrà far risplendere di nuovo l’immagine del vino made in Italy in un contesto sempre più competitivo.

Sempre durante il Consiglio nazionale Uiv sono stati eletti due nuovi vicepresidenti: Filippo Polegato, amministratore delegato di Astoria Vini, e Marzia Varvaglione, business developer di Varvaglione-Vigne & Vini e presidente Ceev (Comité Européen des Entreprises Vin), nonché di Agivi, l’Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani. Secondo fonti interne, questa scelta “rafforza la rappresentanza delle diverse anime del settore”, in un momento in cui serve unità.

Dazi, consumi in calo: le sfide sul tavolo

Il quadro resta complicato. Oltre ai dati negativi sull’export, pesano le tensioni commerciali e il calo dei consumi interni. “Il mercato americano è ancora centrale, ma è molto sensibile alle variazioni dei dazi”, ha spiegato un produttore toscano presente all’incontro. Le aziende chiedono strumenti per fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita – dalla Francia alla Spagna, fino ai nuovi protagonisti extraeuropei – e per sostenere gli investimenti in promozione.

Il timore diffuso è che, senza un sostegno stabile, si rischi di perdere terreno faticosamente conquistato negli anni scorsi. “Non possiamo permetterci passi falsi”, ha confidato un imprenditore veneto. Ora la speranza è che il nuovo fondo venga approvato in fretta e che le risorse vengano usate al meglio.

Il 2026 si avvicina: attese e speranze

Guardando al triennio che arriva, la filiera aspetta ora il via libera del Parlamento. Tra gli operatori c’è prudenza ma anche determinazione: “Serve continuità negli investimenti e una strategia chiara”, ha ribadito Frescobaldi. Solo così – dicono in molti – si potrà invertire la rotta e rafforzare la presenza del vino italiano nel mondo.

Nel frattempo, a Montepulciano, tra i filari della tenuta Le Capezzine, si respira un cauto ottimismo. Il settore sa che nei prossimi mesi si gioca tanto: tra bilanci da difendere e nuovi mercati da conquistare, la partita dell’internazionalizzazione è appena cominciata.

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