Roma, 5 novembre 2025 – I dazi Usa al 200% su vino e alcolici europei, annunciati a marzo, stanno già mettendo in crisi il settore vitivinicolo italiano. I mercati sono in subbuglio e gli ordini dagli Stati Uniti si sono fermati. Ieri pomeriggio, alla Farnesina, il presidente e il segretario generale di Unione Italiana Vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi e Paolo Castelletti, hanno incontrato il ministro degli Esteri Antonio Tajani per chiedere un intervento urgente. La richiesta è chiara: escludere vino e alcolici dalla guerra commerciale tra Bruxelles e Washington.
Dazi Usa al 200%: l’export italiano rischia il blocco
I dazi al 200%, ufficializzati dagli Stati Uniti il 13 marzo, hanno già provocato un duro contraccolpo. “Il mercato è praticamente bloccato, gli importatori americani hanno fermato gli ordini”, racconta Paolo Castelletti, segretario generale di Uiv. Gli Usa sono il primo mercato per il vino italiano, con un valore che nel 2024 si stima vicino a 1,9 miliardi di euro. Una cifra che potrebbe sparire se la misura entrerà in vigore.
Frescobaldi mette in luce un dato chiave: “Si colpisce un settore europeo che esporta circa 8 miliardi di euro all’anno, mentre le importazioni dagli Stati Uniti in Europa sono appena 1,35 miliardi”. È un rapporto di sei a uno che, secondo Uiv, danneggia pesantemente i produttori europei.
Tajani fa pressing su Bruxelles per difendere il vino italiano
Durante l’incontro alla Farnesina, Frescobaldi e Castelletti hanno chiesto al ministro Tajani di portare avanti le richieste italiane in Europa. “Abbiamo chiesto di togliere vino e alcolici dalla disputa commerciale legata ai dazi su acciaio e alluminio”, riferisce Frescobaldi. Tajani ha promesso di rappresentare questa posizione domani a Bruxelles, durante il confronto con il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic.
Il settore vitivinicolo italiano pesa per l’1,1% del Pil nazionale e produce un valore aggiunto di oltre 17 miliardi di euro. Solo negli Stati Uniti, l’export italiano rappresenta il 40% del totale europeo, pari a 1,93 miliardi di euro. “Serve una soluzione rapida in Europa”, ribadisce Castelletti.
Uiv: “Una partita persa per l’Europa”
Secondo Uiv, inserire vino e alcolici nella disputa tra Europa e Stati Uniti è una mossa sbagliata. Il settore rischia di essere travolto da un provvedimento che ignora l’enorme squilibrio commerciale. “È un gioco a perdere, chiaro e semplice”, commenta Frescobaldi. La preoccupazione è condivisa anche da altre associazioni di categoria. La sospensione degli ordini americani è un campanello d’allarme che potrebbe causare danni seri all’intera filiera.
Le prime stime parlano di perdite che, se i dazi entreranno in vigore come previsto, potrebbero superare i 2 miliardi di euro solo per l’Italia. Un colpo durissimo che rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende, dalle grandi cantine ai piccoli produttori.
Mercosur: una possibile via d’uscita
Nel corso dell’incontro con Tajani, Uiv ha anche espresso il proprio appoggio alla ratifica dell’accordo di libero scambio Mercosur, visto come una chance per aprirsi a nuovi mercati e ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. “Bisogna guardare avanti e rafforzare la presenza italiana anche in Sud America”, spiega Castelletti.
Intanto, a Roma e nelle principali regioni vinicole – dal Piemonte alla Toscana fino alla Sicilia – cresce la preoccupazione tra produttori e addetti ai lavori. Nei corridoi della Farnesina si avverte una certa urgenza: domani a Bruxelles si gioca una partita decisiva per il futuro del vino italiano. E non solo.
