L’approvazione da parte della Commissione europea dell’accordo di partenariato commerciale tra l’Unione Europea e il Mercosur rappresenta un momento cruciale per il settore vinicolo italiano. Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini (UIV), ha espresso un giudizio favorevole su questo sviluppo, evidenziando come l’apertura verso il Mercosur sia un segnale positivo a favore del libero mercato. Frescobaldi ha affermato: “Questi sono gli accordi che ci piacciono”, sottolineando l’importanza strategica di tale intesa per i produttori vinicoli italiani.
Opportunità di mercato in Brasile
Il mercato brasiliano, attualmente valutato circa 190 milioni di euro, è già un punto di riferimento per i vini europei in Sud America e promette ulteriori opportunità di crescita. Secondo l’Osservatorio UIV:
- Nel primo semestre del 2025, le importazioni di vino italiano in Brasile hanno raggiunto i 18,5 milioni di euro, con una crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente.
- Questo incremento è attribuibile principalmente alla domanda di vini fermi e frizzanti, che hanno registrato un aumento dell’8,5%.
- Nel 2024, le importazioni totali di vino europeo in Brasile hanno ammontato a 190 milioni di euro, segnando un notevole incremento del 41% negli ultimi cinque anni.
Sebbene il mercato sia attualmente dominato dai produttori cileni e argentini, l’Europa mantiene una presenza significativa. I dati mostrano che il Portogallo ha esportato 75 milioni di euro, la Francia 50 milioni e l’Italia 40 milioni. Con l’implementazione dell’accordo, che prevede un eventuale azzeramento graduale del dazio del 27%, il potenziale di crescita per i vini italiani appare notevole.
Diversificazione delle esportazioni
Lamberto Frescobaldi ha inoltre sottolineato l’importanza di diversificare le esportazioni oltre il mercato statunitense, che attualmente rappresenta una fetta considerevole dei consumi di vino italiano. “Con i dazi statunitensi, la parola d’ordine è diversificare uno spettro commerciale ancora troppo concentrato sugli USA. L’accordo con il Mercosur apre a una popolazione latina di 270 milioni di abitanti: un’opportunità che il vino italiano non può perdere”, ha detto Frescobaldi. Questo approccio strategico mira a garantire una maggiore stabilità per i produttori italiani, riducendo la loro dipendenza da un singolo mercato.
Espansione verso nuovi mercati
L’accordo UE-Mercosur non si limita al Brasile e coinvolge anche altri Paesi latinoamericani, offrendo nuove possibilità di espansione per i vini italiani. La crescente domanda di prodotti di alta qualità da parte dei consumatori sudamericani, insieme alla crescente classe media, rende il mercato latinoamericano un terreno fertile per le esportazioni vinicole italiane. Le varietà italiane, come il Chianti, il Barolo e il Prosecco, hanno già guadagnato una certa notorietà tra i consumatori locali, e questo accordo potrebbe facilitare ulteriormente l’ingresso di nuovi marchi.
Tuttavia, non mancano le voci critiche riguardo a questo accordo. Organizzazioni come Confeuro hanno espresso preoccupazione per i potenziali rischi che l’intesa potrebbe comportare per l’agricoltura europea. I timori riguardano principalmente la concorrenza con i prodotti agricoli sudamericani, che potrebbero invadere il mercato europeo a prezzi competitivi, minacciando così i produttori locali.
Inoltre, l’accordo prevede anche un “wine agreement” con il Messico, dove già vige un regime tariffario dello 0%. Questo aspetto è particolarmente rilevante perché mira a semplificare le regole non tariffarie e a rafforzare la protezione delle indicazioni geografiche europee, garantendo che il valore dei marchi europei venga preservato e rispettato.
In sintesi, l’accordo UE-Mercosur emerge come una pietra miliare per il vino italiano, promettendo non solo opportunità economiche, ma anche la possibilità di espandere la presenza del vino italiano in un mercato in crescita e potenzialmente remunerativo. Il futuro del settore vinicolo italiano potrebbe dipendere in gran parte dalla capacità di cogliere queste nuove opportunità, affrontando al contempo le sfide che potrebbero sorgere da questa intesa commerciale.