
Torri Benaco: un presidio Slow Food per salvaguardare gli oliveti dell'Alto Garda Veronese
Il lago di Garda è noto per le sue acque cristalline e i paesaggi mozzafiato, ma ciò che rende Torri del Benaco un luogo ancora più speciale è la sua ricchezza culturale e agricola. Recentemente, è stato avviato un progetto ambizioso per ottenere il marchio di Presidio Slow Food per gli oliveti secolari dell’Alto Garda Veronese, presentato durante la Festa dell’Olio. Questo evento celebra l’eccellenza dell’olio extravergine di oliva, un elemento fondamentale per l’economia e la tradizione gastronomica della regione.
Un convegno per il futuro dell’olivicoltura
Il convegno “Quale olivicoltura al servizio dell’ambiente?” ha offerto un’importante piattaforma di discussione per il progetto. Francesca Baldereschi, curatrice della guida agli Extravergini di Slow Food, ha evidenziato l’importanza di valorizzare non solo la qualità dell’olio, ma anche il contesto storico e culturale degli oliveti. Questi alberi secolari rappresentano un patrimonio di inestimabile valore, frutto di secoli di cura e coltivazione da parte delle comunità locali.
Il valore degli oliveti secolari
Il sindaco di Torri del Benaco, Stefano Nicotra, ha espresso il suo entusiasmo per l’iniziativa, sottolineando che gli olivi antichi, come le varietà Drizzar, Trép, Fòrt, Ràsa e Favaróla, possiedono un valore che va oltre l’agricoltura. Questi alberi non solo raccontano storie del passato, ma possono anche contribuire a creare un’offerta turistica sostenibile. Nicotra ha proposto di sviluppare percorsi di trekking e passeggiate che colleghino il lago di Garda al monte Baldo, integrando così la bellezza naturale con la tradizione olivicola.
Progetti per il futuro
Un altro aspetto fondamentale è il completamento della pista ciclabile che collegherà Torri del Benaco a Brenzone, creando un anello protetto per ciclisti ed escursionisti. Questo progetto non solo favorirà il turismo, ma offrirà anche ai visitatori l’opportunità di immergersi nella storia e cultura locale. Nicotra ha rivelato che è in corso il riconoscimento della Denominazione comunale per gli oli prodotti negli oliveti secolari, e l’aggiunta del marchio Slow Food rappresenterebbe un ulteriore passo avanti nella valorizzazione di questo patrimonio.
Il sindaco di Brenzone sul Garda, Paolo Formaggioni, ha condiviso l’entusiasmo per il progetto, sottolineando l’importanza del frantoio attivo nel suo comune, diventato un punto di riferimento per centinaia di piccoli olivicoltori dell’Alto Garda. Questi agricoltori sono i veri custodi di una tradizione che si tramanda di generazione in generazione.
L’identità culturale dell’Alto Garda
L’olivicoltura nell’Alto Garda ha radici profonde, risalenti all’Alto Medioevo. La varietà Casaliva, conosciuta anche come Drizzar, è la regina della zona, producendo un olio extravergine caratterizzato da note delicate di erbe di prato, mela verde e mandorla. Questo olio non è solo un prodotto, ma rappresenta un simbolo dell’identità culturale e gastronomica del territorio.
Formaggioni ha messo in evidenza l’importanza di valorizzare gli oliveti storici, un patrimonio straordinario attorno a borghi affascinanti come il medievale villaggio di Campo. Qui, i volontari locali si sono già attivati per promuovere la conservazione degli oliveti, riconoscendo il loro valore economico, sociale e culturale.
L’incontro tra amministratori locali, esperti di olivicoltura e rappresentanti di Slow Food rappresenta un passo importante verso la creazione di una rete di collaborazione per la valorizzazione degli oliveti secolari dell’Alto Garda. Questo progetto mira a creare opportunità economiche per le comunità locali, coinvolgendo anche i giovani in attività olivicole. L’adozione del marchio Slow Food potrebbe portare a un rinnovato interesse per l’agricoltura tradizionale e per i prodotti locali, contribuendo a rafforzare l’economia di una regione ricca di storia e cultura.
La sfida ora è mettere in pratica queste idee, creando un modello di sviluppo che rispetti l’ambiente e valorizzi le tradizioni locali, trasformando l’Alto Garda in un esempio di eccellenza per l’olivicoltura sostenibile.