Tommaso Scapino: la vendemmia che sfida il tempo e le aspettative

Tommaso Scapino: la vendemmia che sfida il tempo e le aspettative

Tommaso Scapino: la vendemmia che sfida il tempo e le aspettative

Redazione Vinamundi

9 Ottobre 2025

La vendemmia del 2025 si preannuncia come un’annata ricca di sfide e peculiarità, secondo l’enologo piemontese Tommaso Scapino. In un’intervista con la rivista “I Grandi Vini”, Scapino ha condiviso le sue osservazioni riguardo alle condizioni climatiche e al lavoro svolto durante questa stagione di raccolta. Sebbene la resa dell’anno in corso sia più alta rispetto al disastroso 2024, rimane inferiore rispetto ai livelli normali del passato.

Scapino ha descritto l’annata come “difficile e molto particolare, lunga e frazionata”. Le condizioni climatiche hanno avuto un impatto significativo sulla vendemmia, iniziata il 18 agosto, con l’obiettivo di ottenere vini a bassa gradazione. Le operazioni di raccolta sono continuate fino all’8 settembre per le basi spumante e a metà mese per i bianchi fermi, seguite dai rossi, con particolare attenzione al Canavese Nebbiolo e al Carema.

le sfide della vendemmia

La vendemmia 2025 non è stata priva di criticità. Scapino ha evidenziato i fortissimi attacchi di Popillia japonica, un coleottero giapponese che ha compromesso gravemente le chiome delle viti. Inoltre, ha dovuto affrontare 2-3 grandinate nelle zone di Caluso, Viverone e Piverone. A differenza delle Langhe, dove si sono verificati problemi legati alla tignola, l’area di Scapino ha dovuto gestire diverse sfide, inclusa la presenza della Drosophila suzukii, un parassita dannoso per l’uva.

Nonostante le difficoltà, la produzione sta mostrando segni di ripresa. Se il 2024 era stato un anno disastroso a causa della peronospora, il 2025 sembra promettere una resa più alta. Tuttavia, le condizioni climatiche estreme hanno influenzato la qualità dell’uva. Durante agosto, due settimane di siccità e temperature attorno ai 35 gradi hanno causato stress idrico alle piante. Fortunatamente, le piogge sono tornate e le temperature si sono abbassate, dando respiro ai vigneti.

innovazione e tradizione nella vinificazione

Un aspetto interessante del lavoro di Scapino è la produzione dell’Erbaluce, un vitigno autoctono in crescita di popolarità. Il metodo di produzione unico prevede che l’Erbaluce venga messo con le bucce in anfore di terracotta, immerse a 10 metri di profondità nel Lago di Viverone. Questo processo di macerazione subacquea, che dura circa 10 mesi, conferisce al vino caratteristiche organolettiche uniche, risultando in un’Erbaluce DOCG dal profilo sensoriale intrigante e complesso.

Scapino ha sottolineato l’importanza di unire innovazione e tradizione per il futuro del vino piemontese. La sua attenzione per la qualità e il rispetto dell’ambiente si riflettono nella gestione dei vigneti e nell’approccio alla vinificazione. L’uso di anfore di terracotta e le tecniche di macerazione subacquea sono esempi perfetti di come la tradizione possa fondersi con l’innovazione, creando prodotti che raccontano la storia del territorio e della sua cultura vitivinicola.

In un contesto in cui il cambiamento climatico sta influenzando profondamente le pratiche agricole e vitivinicole, la resilienza di agricoltori e enologi come Tommaso Scapino è fondamentale. La capacità di adattarsi a condizioni mutevoli e affrontare le sfide con creatività e determinazione è ciò che distingue i veri professionisti del settore. La vendemmia 2025 rappresenta non solo un momento di raccolta, ma anche un’opportunità per riflettere sulla direzione futura del vino in Piemonte e oltre, un viaggio che promette di rivelare vini sempre più affascinanti e rappresentativi del patrimonio enologico italiano.

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