Tommaso Scapino: la vendemmia che sfida il tempo con un tocco di originalità

Tommaso Scapino: la vendemmia che sfida il tempo con un tocco di originalità

Tommaso Scapino: la vendemmia che sfida il tempo con un tocco di originalità

Redazione Vinamundi

9 Ottobre 2025

Negli ultimi anni, il panorama vitivinicolo italiano ha visto emergere giovani talenti che portano innovazione e passione nel settore. Tra questi, Tommaso Scapino, un enologo piemontese, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sulla vendemmia 2025, un’annata che si presenta come particolarmente complessa e articolata. Secondo Scapino, l’annata è stata “difficile, come dal 2022 in poi, e molto particolare, lunga e frazionata”.

Le condizioni climatiche

L’andamento climatico di quest’anno ha avuto un ruolo determinante sulla qualità delle uve. La primavera è stata caratterizzata da abbondanti piogge, mentre il mese di giugno ha registrato temperature record, rendendolo il più caldo di sempre. Queste condizioni climatiche hanno creato un contesto di rischio per le malattie fungine, in particolare la peronospora. Tuttavia, il mese di luglio ha portato un clima favorevole: “Le temperature massime erano di 27-30 gradi, con una forte escursione termica”, racconta Scapino. Questo ha permesso alle piante di recuperare, poiché la pioggia ha bloccato la diffusione delle malattie, consentendo una buona crescita delle viti.

Inizio della vendemmia

La vendemmia per Scapino è iniziata il 18 agosto, in un tentativo di ottenere vini a bassa gradazione alcolica. La raccolta si è conclusa l’8 settembre, seguendo un calendario che ha visto i bianchi fermi raccolti a metà mese e, infine, i rossi come il Canavese Nebbiolo e il Carema, questi ultimi raccolti nella prima settimana di ottobre. Il giovane enologo sottolinea come la varietà di tempi di raccolta sia stata una risposta necessaria alle sfide climatiche.

Le criticità affrontate

Nonostante le condizioni meteorologiche abbiano avuto i loro aspetti positivi, le sfide non sono mancate. Scapino ha vissuto attacchi significativi da parte del Popillia japonica, un coleottero giapponese che ha ridotto drasticamente la chioma delle viti. Inoltre, si sono verificate 2-3 grandinate, in particolare nelle aree di Caluso, Viverone e Piverone. A differenza delle Langhe, che hanno dovuto affrontare problemi legati alla tignola, queste zone hanno dovuto combattere con malattie diverse come la Drosophila suzukii, che ha complicato ulteriormente la situazione.

Produzione e aspettative

Secondo Scapino, la resa di quest’anno è più alta rispetto al 2024, un’annata disastrosa a causa della peronospora, ma comunque inferiore rispetto ai livelli normali del passato. Ad agosto, due settimane di siccità con temperature che hanno raggiunto i 35 gradi hanno messo a dura prova le piante, portandole a uno stress idrico significativo. Fortunatamente, le piogge successive hanno alleviato la situazione, consentendo una ripresa delle viti.

Nella seconda metà della vendemmia, Scapino ha notato miglioramenti, in particolare per i vini rossi, che promettono di essere di alta qualità. Tuttavia, per i bianchi, l’uva si è presentata in ritardo: “Non abbiamo gradazioni importanti, ma c’è una bella freschezza e acidità. Mi aspetto vini fini, profumati e meno strutturati”, afferma.

Uno dei vini più interessanti che Scapino produce è l’Erbaluce, un vitigno autoctono del Piemonte. Ciò che rende speciale la sua produzione è il metodo di vinificazione: l’Erbaluce viene messo a macerare con le bucce in anfore di terracotta, che vengono immerse a 10 metri di profondità nel Lago di Viverone. Questo processo di vinificazione, che dura circa 10 mesi, conferisce al vino caratteristiche uniche e affascinanti. Scapino descrive il risultato come “veramente molto interessante”, sottolineando che il vino ottenuto esce come Erbaluce DOCG.

Il Lago di Viverone, situato tra le province di Biella e Torino, offre un microclima particolarmente favorevole alla viticoltura. La presenza dell’acqua e la sua profondità contribuiscono a mantenere temperature stabili, creando un ambiente ideale per la maturazione delle uve. Questo metodo di vinificazione non solo esalta le caratteristiche del vitigno, ma rappresenta anche un connubio tra tradizione e innovazione, elementi fondamentali per il futuro della viticoltura piemontese.

Tommaso Scapino è un perfetto esempio di come la nuova generazione di enologi stia affrontando le sfide del settore. Con la sua attenzione ai dettagli, la volontà di sperimentare e l’abilità di affrontare le difficoltà climatiche, Scapino sta contribuendo a scrivere una nuova pagina nella storia vitivinicola del Piemonte. La sua passione per il territorio e per le varietà autoctone non solo arricchisce la tradizione vinicola, ma offre anche una nuova prospettiva su come il vino possa evolversi.

In un mondo in continua trasformazione, la voce di giovani come Tommaso Scapino è fondamentale per guidare l’industria verso un futuro sostenibile e prospero. Con le sue intuizioni e la sua dedizione, Scapino non solo contribuisce alla qualità dei vini piemontesi, ma diventa anche un punto di riferimento per le generazioni future di enologi.

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