Sei vini italiani premiati ai Golden Vines tra le eccellenze del collezionismo mondiale

Sei vini italiani premiati ai Golden Vines tra le eccellenze del collezionismo mondiale

vinamundi.it

Redazione

10 Novembre 2025

Miami, 10 novembre 2025 – Nel cuore pulsante di Miami Beach, tra palme ondeggianti e sabbia candida, si è svolta una delle più prestigiose celebrazioni dedicate ai vini d’eccellenza: i Golden Vines, noti come gli Oscar del vino. L’evento, organizzato dall’associazione Liquid Icons presso lo storico Shelborne Hotel, ha visto la partecipazione di alcune tra le massime icone dell’enologia mondiale e ha messo in luce sei straordinarie etichette italiane, selezionate dal Master of Wine Gabriele Gorelli per rappresentare l’Italia nel panorama globale del fine wine.

Golden Vines, 6 capolavori italiani che raccontano un’identità vitivinicola senza tempo

Le sei etichette protagoniste della masterclass sono: Biondi Santi Tenuta Il Greppo Brunello di Montalcino Docg 2019, Roagna Pajè Barbaresco Docg Vecchie Viti 2019, Marroneto Madonna delle Grazie Brunello di Montalcino Docg 2021, Passopisciaro Contrada G Terre Siciliane Igt 2023, Grattamacco Bolgheri Superiore Doc 2022 e Tenuta Sette Ponti Oreno Toscana Igt 2022. Ciascuno di questi vini rappresenta un caposaldo della tradizione enologica italiana, capace di superare mode passeggere, crisi di mercato e sfide ambientali come il riscaldamento globale.

La selezione di Gorelli ha affascinato collezionisti, distributori e wine expert, grazie a vini che incarnano il dialogo autentico tra uomo e terra. “Ogni vigneto ha una sua musica, e il vino è il modo in cui la terra racconta se stessa attraverso l’uomo – spiega Gorelli –. L’uomo, se umile, diventa solo l’interprete di questa sinfonia.”

Storie di territorio e passione: i protagonisti dietro il calice

Dietro ogni bottiglia si cela una storia unica. Biondi Santi, con il suo Brunello di Montalcino, incarna la visione di Ferruccio Biondi Santi, che quattro generazioni fa ha iniziato a produrre vini pensati per durare nel tempo con eleganza e finezza. Giampiero Bertolini, amministratore delegato della storica cantina, sottolinea l’importanza di mantenere viva questa eredità, con un occhio sempre rivolto al futuro, già percepibile nell’annata 2019, apprezzata per la sua densità delicata e finezza.

Dalle colline di Montalcino alle Langhe, il Barbaresco Roagna Pajè Vecchie Viti 2019 è il frutto della rivoluzione enologica guidata da Luca Roagna, giovane enologo che ha trasformato la cantina di famiglia introducendo pratiche naturali e selezioni massali. Laura Di Pasquale, rappresentante dell’azienda negli Stati Uniti, racconta come queste innovazioni abbiano reso i vini più eleganti, naturali e vibranti.

La storia di Marroneto Madonna delle Grazie è altrettanto affascinante: Alessandro Mori, avvocato di formazione, ha deciso di dedicarsi completamente alla viticoltura, fondando un’azienda che esprime la tradizione più autentica del Brunello con eleganza e mineralità, caratteristiche che lo rendono uno dei vini più significativi della sua vita.

Sull’Etna, la tenuta Passopisciaro Contrada G Terre Siciliane Igt 2023 testimonia la crescita di un terroir giovane ma già culto nel panorama italiano. Benjamin Franchetti, figlio del pioniere Andrea Franchetti, racconta le difficoltà dell’annata 2023, in cui si è perso il 50% del raccolto, ma evidenzia come la freschezza e l’intensità siano rimaste eccezionali nel Nerello Mascalese prodotto sulle pendici del vulcano.

Il territorio di Bolgheri è rappresentato da Grattamacco Bolgheri Superiore Doc 2022, che festeggia il 40° anniversario della prima vendemmia. Salvatore Napolitano, imprenditore e wine expert italiano residente a New York, descrive questo vino come un perfetto equilibrio tra forza e grazia, tradizione e innovazione, una vera meditazione sul tempo che invita a rallentare e riflettere.

Infine, la Tenuta Sette Ponti Oreno Toscana Igt 2022 simboleggia l’audacia dei blend bordolesi in Toscana. Amedeo Moretti racconta come il mix di Cabernet, Merlot e un tocco di Sangiovese abbia dato vita a un vino premiato e molto amato, con un profilo aromatico floreale unico, che rappresenta l’eccellenza di una terra compresa tra Firenze e Arezzo priva di denominazione ufficiale ma ricca di qualità.

L’enologia italiana a Miami: un ponte tra cultura e territorio

La masterclass al Shelborne Hotel di Miami ha rappresentato un’occasione straordinaria per celebrare l’eccellenza vitivinicola italiana in una città simbolo di multiculturalità e innovazione. Miami, con la sua vibrante scena culturale e la sua posizione strategica come gateway verso le Americhe, si conferma luogo ideale per promuovere vini capaci non solo di stupire per qualità, ma anche di raccontare storie di passione e territorio.

Come sottolinea Gorelli, “capire il vino significa ascoltare il dialogo tra uomo e terra. Ogni produttore parla attraverso le sue vigne.” Un messaggio che ha trovato eco nelle parole di Napolitano: “Il vino si trasforma continuamente e porta dentro sé le tracce di chi l’ha fatto, di dove è nato e di tutto quello che è successo nel vigneto. Ogni bottiglia racconta una storia, un linguaggio fatto di profumi, acidità, struttura e tempo.”

Queste sei etichette italiane non sono solo prodotti enologici, ma veri e propri ambasciatori di una cultura millenaria che continua a stupire e affascinare il mondo.

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