Torino, 28 gennaio – Il Piemonte si prepara a una vera rivoluzione nel mondo del vino. Nasce la “Menzione Geografica Allargata”, un progetto che permetterà ai produttori di aggiungere la scritta “Piemonte” in etichetta su tutte le denominazioni regionali. L’annuncio è stato dato questa mattina alle Officine Grandi Riparazioni di Torino, durante “Grandi Langhe e il Piemonte del Vino”, un evento che ha radunato oltre 500 cantine da tutta la regione. L’obiettivo è chiaro: dare più forza ai vini piemontesi sui mercati esteri e mettere in luce anche le denominazioni meno conosciute.
Il marchio Piemonte, una garanzia nel mondo del vino
Il Piemonte vanta ben 60 vini Dop – di cui 19 Docg e 41 Doc – e rappresenta uno dei territori più ricchi e vari d’Italia. Nomi come Barolo, Barbaresco, Roero, Barbera del Monferrato, Asti, Alta Langa e Gavi sono ormai sinonimo di qualità e tradizione. Ma, come ha sottolineato Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land, “ci sono denominazioni che ancora non escono dai confini regionali. Aggiungere il nome Piemonte in etichetta aiuta tutti”. L’accordo tra i consorzi, ha spiegato Monchiero, è già stato raggiunto a livello di intenti: “Ora serve che le assemblee approvino le modifiche ai disciplinari”.
Fare squadra per crescere: la mossa dei consorzi
L’idea della Menzione Geografica Allargata nasce proprio dalla voglia di lavorare insieme. “Dobbiamo ringraziare i Consorzi di Barolo e Roero che hanno dato vita a ‘Grandi Langhe’, evento a cui abbiamo unito tutte le altre denominazioni del Piemonte”, ha detto Monchiero. Il progetto, sostenuto da Piemonte Land – l’associazione che riunisce tutti i consorzi del vino piemontese – coinvolge anche il Consorzio di Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, guidato da Ettore Germano, e il Consorzio del Roero, presieduto da Massimo Damonte.
Germano ha sottolineato che la menzione “Piemonte” è “un simbolo di una regione conosciuta da anni per i suoi grandi vini. Dobbiamo unire le forze per far crescere tutte le nostre produzioni: questa menzione non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge valore a tutti”.
Una scelta libera, ma molto condivisa
La nuova etichetta sarà facoltativa: i produttori decideranno se mettere o no la dicitura “Piemonte”. Però, tra gli addetti ai lavori, c’è ottimismo. “Pensiamo che tanti aderiranno fin da subito”, ha confidato Damonte. L’idea è offrire più modi per comunicare, rafforzando il legame tra le denominazioni e ampliando le possibilità di farsi conoscere all’estero.
L’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni, ha definito il progetto un’occasione importante: “Le nostre denominazioni esportano centinaia di migliaia di bottiglie in tutto il mondo. Il marchio ‘Piemonte’, perché di questo si tratta, in etichetta diventa sempre più decisivo”. Bongioanni ha ricordato che la regione rappresenta il 25% dei prodotti tipici italiani Dop e Igp: “I nostri vini sono un ottimo biglietto da visita per il territorio”.
Un tesoro da valorizzare
Il Piemonte conta oggi 44.471 ettari di vigneto, quasi il 7% del totale nazionale. Un patrimonio che, secondo chi promuove la Menzione Geografica Allargata, merita di essere ancora più valorizzato. La regione è stata tra le prime a introdurre le Menzioni Geografiche Aggiuntive – prima nel Barbaresco, poi nel Barolo – un modello che poi è stato seguito da altre denominazioni in Italia.
L’iniziativa, dicono i consorzi, non vuole solo rafforzare l’identità regionale, ma anche aiutare le piccole aziende, che spesso faticano a farsi conoscere fuori dal territorio. “Solo così”, sottolineano, “il Piemonte potrà presentarsi davvero unito sui mercati internazionali”.
I prossimi passi
Ora si apre la fase delle assemblee tra i consorzi e della revisione dei disciplinari di produzione. Le prime stime parlano di un’adesione molto ampia già dal primo anno. Alcuni dettagli tecnici devono ancora essere definiti, ma la strada è tracciata.
Quando le prime bottiglie con la nuova etichetta arriveranno sugli scaffali – forse già dal prossimo anno – si potrà capire davvero l’effetto della scelta. Per ora, tra i produttori piemontesi c’è fiducia: il nome della regione può diventare un traino per tutti. E che, ancora una volta, la forza del territorio passa anche dall’etichetta.
