Scopri il legame sorprendente tra il Sangiovese e la Romagna!

Scopri il legame sorprendente tra il Sangiovese e la Romagna!

Scopri il legame sorprendente tra il Sangiovese e la Romagna!

Redazione Vinamundi

18 Ottobre 2025

Il Sangiovese, uno dei vitigni più emblematici e diffusi in Italia e nel mondo, ha radici storiche che si intrecciano con la geografia e la cultura della Romagna. Recentemente, è stato pubblicato un libro intitolato “Sangiovese vino di Romagna”, che racconta la storia e le peculiarità di questo celebre vitigno, accompagnato da una scoperta che segna un punto di svolta nella viticoltura romagnola, nazionale e persino mondiale.

Una delle scoperte più significative è stata rinvenuta nell’Archivio di Stato di Faenza: un atto notarile datato 1672, il quale attesta la coltivazione del Sangiovese nel territorio di Casola Valsenio, un comune situato nell’Appennino faentino. Questo documento rappresenta il primo riferimento noto al Sangiovese, preceduto solo da alcune citazioni con nomi diversi, e accende i riflettori sull’importanza storica di questo vitigno.

La ricerca di Beppe Sangiorgi

Beppe Sangiorgi, storico e giornalista nonché autore del libro, ha intrapreso una ricerca approfondita sull’origine del nome e sulla culla del Sangiovese, consultando oltre 200 testi italiani e stranieri pubblicati dal 1600 a oggi. La sua indagine, incentivata dal Consorzio Vini di Romagna, ha visto la prefazione dello storico dell’alimentazione Massimo Montanari. La seconda parte del volume, curata dall’enologo Giordano Zinzani, esplora il terroir romagnolo e le varie tipologie di Sangiovese, delineando l’attuale produzione viticola ed enologica della regione.

Sangiorgi ha messo in relazione l’antico atto notarile con l’ipotesi che il Sangiovese abbia avuto origine nella parte montana dell’Appennino Tosco-Romagnolo. Molti studiosi concordano sul fatto che il vitigno possa essere nato dall’incrocio di un vitigno toscano con uno meridionale. La ricerca suggerisce che la culla del Sangiovese si trovi nelle valli dei fiumi Lamone, Senio e Santerno, in particolare nei monasteri vallombrosani di Crespino, Santa Reparata (Marradi), Susinana (Palazzuolo sul Senio) e Moscheta (Firenzuola). Questi luoghi, pur amministrati da Firenze, si trovano sul versante romagnolo dell’Appennino.

L’evoluzione del nome e la diffusione del vitigno

Il nome Sangiovese, derivante dal dialetto romagnolo “sanzuves” (che significa “sangue dei gioghi”), ha subito un’evoluzione linguistica. Con il passare dei secoli, il vitigno ha preso piede nella regione romagnola, diffondendosi nel ‘700 anche nel resto della Romagna. Contemporaneamente, si è diretto verso la Toscana, assumendo vari nomi come Sangiogheto e Sangioveto, fino a stabilizzarsi definitivamente come Sangiovese solo a metà dell’800.

La peculiarità del Sangiovese è la sua forte sensibilità al terroir, che ha portato a sviluppare caratteristiche diverse a seconda delle aree in cui viene coltivato. La metà dell’800 segna un periodo di espansione per il vitigno, che inizia a diffondersi nelle regioni centrali d’Italia e, verso la fine del secolo, la denominazione romagnola “Sangiovese” si afferma anche in Toscana, non solo a livello linguistico ma anche materiale, con il reimpianto dei vigneti distrutti dalla fillossera.

L’importanza del terroir romagnolo

Il legame del Sangiovese con la Romagna è ulteriormente sottolineato da Giordano Zinzani. Nel libro viene descritto il terroir romagnolo, evidenziando le diverse tipologie e denominazioni, tra cui il “Romagna DOC Sangiovese”, il Sangiovese dei “Colli” romagnoli e il Sangiovese IGT. Questa varietà di espressioni enologiche sottolinea l’importanza della regionalità nella produzione vinicola.

Il libro “Sangiovese vino di Romagna” non è solo una celebrazione del vitigno, ma anche un’importante risorsa per studiosi e appassionati di vino. La prefazione di Massimo Montanari offre una riflessione sulla complessità della storia dei vitigni, sottolineando come la cultura e l’azione dell’uomo abbiano modellato nel tempo l’ambiente viticolo. Montanari evidenzia che la ricerca sull’origine del Sangiovese offre nuove intuizioni e dati, contribuendo a una comprensione più profonda di questo vitigno storico.

Beppe Sangiorgi, l’autore della ricerca, è un esperto del mondo rurale romagnolo e ha dedicato la sua carriera alla scrittura e alla divulgazione della storia, del paesaggio e delle tradizioni enogastronomiche della Romagna. La sua esperienza e passione per la regione emergono chiaramente nel suo lavoro, rendendo il libro una lettura avvincente per chiunque voglia approfondire la conoscenza del Sangiovese e delle sue radici romagnole.

Giordano Zinzani, enologo di grande esperienza e presidente del Consorzio Vini di Romagna, ha contribuito in modo significativo a valorizzare il Sangiovese attraverso il suo lavoro e le sue ricerche. La sua esperienza nel settore vinicolo, combinata con la passione per il terroir romagnolo, rende la sua analisi del vitigno particolarmente preziosa.

La storia del Sangiovese è, in definitiva, una storia di passione, tradizione e innovazione, che continua a evolversi con il passare del tempo, mantenendo sempre un forte legame con la terra da cui proviene. È un viaggio che non solo racconta di un vitigno, ma anche di un’intera cultura che celebra la bellezza e la diversità dei paesaggi romagnoli.

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