Scopri il fascino del Cuvage Asti DOCG Millesimato: un viaggio nel metodo classico

Scopri il fascino del Cuvage Asti DOCG Millesimato: un viaggio nel metodo classico

Scopri il fascino del Cuvage Asti DOCG Millesimato: un viaggio nel metodo classico

Redazione Vinamundi

23 Novembre 2025

Acqui Terme, 23 novembre 2025 – Nel cuore delle colline piemontesi, Cuvage continua a scrivere pagine importanti nella storia della spumantistica italiana. Dal 2011, questa cantina di Acqui Terme porta avanti una tradizione che affonda le radici nell’Ottocento. Qui si punta forte sul Metodo Classico per dare nuova vita ai vitigni locali, con il Moscato al centro dell’ultimo progetto: l’Asti DOCG Millesimato. Un vino che, come raccontano gli enologi, vuole essere “un omaggio alle origini e al futuro della nostra terra”.

Un Metodo Classico che rompe gli schemi

Produrre un Asti DOCG Millesimato con il Metodo Classico non è roba comune in Piemonte. “Non si lavora spesso il Moscato in questo modo”, spiega uno dei responsabili di Cuvage durante una visita in cantina. “Volevamo dimostrare che questo vitigno può andare oltre il solito dolce.” Le uve, raccolte tra Alice Bel Colle e Santo Stefano Belbo, subiscono una pressatura delicata e una fermentazione controllata, fino a raggiungere il 5,5% di alcol. Poi il vino riposa sette mesi in acciaio sui lieviti e almeno 18 mesi in bottiglia per completare la maturazione.

Un profilo aromatico che conquista

Nel calice, l’Asti DOCG Millesimato di Cuvage si presenta con un giallo paglierino brillante e un perlage fine, quasi cremoso. Al naso si fanno strada i profumi di fiori bianchi, acacia e vaniglia, seguiti da note più complesse come pepe bianco e brioche. Il sorso è “morbido e bilanciato”, dicono gli esperti, con una dolcezza naturale che si sposa a una freschezza vivace. “Abbiamo voluto un vino elegante ma anche versatile”, racconta un sommelier della cantina, che sottolinea come questa bottiglia si adatti sia agli abbinamenti classici sia a quelli più audaci.

Dalla pasticceria ai sapori orientali

Il nuovo Asti DOCG Millesimato si lascia apprezzare accanto a pasticceria secca, frutta secca e formaggi erborinati, gli abbinamenti tradizionali. Ma sorprende anche con piatti speziati e agrodolci. In cantina suggeriscono accostamenti con tartellette di caprino, burro e acciughe, oppure con piatti orientali come tempura di gamberi, dim sum al vapore o Pad Thai. “La freschezza e la struttura del vino permettono di giocare con sapori diversi”, spiega uno chef locale che collabora con Cuvage per le degustazioni. C’è chi lo propone anche con chirashi di pesce e ingredienti fruttati: un mix di dolcezza, sapidità e aromi che trova equilibrio proprio nella vivacità di questo spumante.

Puntare sui vitigni locali, guardando al mondo

Dall’inizio, Cuvage ha scelto di investire sui vitigni del territorio, soprattutto Moscato e Nebbiolo. Poi ha allargato il campo ai grandi classici internazionali come Pinot Nero e Chardonnay, usati nelle etichette di Alta Langa DOCG. Una scelta che vuole valorizzare il Piemonte senza chiudersi al mercato globale. “Il Metodo Classico è una sfida continua”, ammette uno degli enologi storici della cantina. “Ma siamo convinti che il Piemonte abbia ancora tanto da raccontare”.

Un omaggio alla storia delle bollicine piemontesi

Con l’Asti DOCG Millesimato, Cuvage vuole ribadire il ruolo centrale del Moscato nella storia delle bollicine piemontesi. Un cammino iniziato più di un secolo fa sulle colline di Acqui Terme, che oggi si rinnova con tecniche moderne ma sempre nel rispetto della tradizione. “È un modo per onorare le nostre radici”, conclude il direttore della cantina durante una recente presentazione stampa, “e per offrire agli appassionati un vino che sa sorprendere”. In un mondo che cambia, la scommessa di Cuvage punta dritta al futuro, senza dimenticare le profonde radici che legano il Piemonte al mondo delle bollicine.

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