Negli ultimi decenni, la cultura del vino ha vissuto un’importante evoluzione, ma la consapevolezza riguardo all’impatto delle forme dei calici sulle percezioni sensoriali è ancora in fase di sviluppo. Durante le degustazioni comparative di vini serviti in calici differenti, si possono notare differenze sensoriali che variano da sottili a notevoli. Nonostante l’attenzione crescente verso il calice giusto da parte di produttori, enologi e sommelier, c’è ancora molto da fare per affermare una vera cultura del calice.
In questo contesto si inserisce il Progetto Senses di Italesse, un’azienda italiana rinomata per la sua innovativa produzione di calici. Recentemente, Italesse ha presentato un calice dedicato all’Amarone della Valpolicella, frutto di una collaborazione con alcune delle più prestigiose Famiglie Storiche della viticoltura veronese, tra cui Allegrini, Masi e Tommasi. Questi produttori hanno fornito vini per i test e hanno partecipato attivamente al confronto sulle caratteristiche organolettiche da enfatizzare nella degustazione di questo grande rosso, realizzato con uve appassite.
La collaborazione per un calice perfetto
Questa proficua collaborazione tra Italesse e il mondo produttivo rappresenta un valore aggiunto per il progetto, che mira a rinnovare l’approccio all’espressione del vino nel calice. Fino ad oggi, il mercato dei calici si è principalmente focalizzato su materiali e manifattura, differenziando i modelli in base alla tipologia di vino. Tuttavia, non tiene conto dell’influenza significativa che la forma del calice ha sulla percezione organolettica del vino. Per esempio, è difficile immaginare che uno Chardonnay borgognone e uno australiano possano rendere al meglio in un calice dalla stessa forma, dato che il terroir influisce profondamente sulle caratteristiche organolettiche.
La progettazione del calice per l’Amarone
La ricerca di un “calice sensoriale” ha portato Italesse a sviluppare modelli specifici per vini di alta qualità, tra cui il Brunello di Montalcino e il Barolo. L’Amarone, con il suo profilo complesso e ricco, ha rappresentato una sfida particolare. Massimo Barducci, Ceo di Italesse, ha sottolineato come la progettazione del calice per l’Amarone abbia richiesto:
- 24 mesi di lavoro
- 690 degustazioni
- La creazione di sei prototipi
Il risultato è un calice che non solo rispetta la struttura e la complessità del vino, ma ne esalta anche la finezza aromatica, offrendo leggerezza ed eleganza.
Affrontare le sfide del cambiamento climatico
Una delle sfide più rilevanti per l’Amarone è l’adattamento agli effetti del cambiamento climatico, che ha portato a un aumento della gradazione alcolica e a una maturazione più rapida delle uve. La progettazione del calice si è concentrata sulla valorizzazione della complessità e della trama tannica, cercando di attenuare la percezione dell’alcolicità. Il calice presenta un fondo ampio e piatto, che permette al vino di ossigenarsi, migliorando la morbidezza e la complessità grazie a un ottimale rapporto tra superficie e ossigeno.
Inoltre, il diametro del bevante è stato studiato per esaltare l’intensità olfattiva, mentre la coppa con uno spigolo netto accentua la freschezza al palato. Paolo Lauria, sommelier e responsabile marketing di Italesse, ha messo in evidenza l’importanza di una cultura del calice più diffusa e della collaborazione con il settore della ristorazione per promuovere l’uso appropriato di forme specifiche.
In un momento in cui la temperatura di servizio corretta è ancora poco praticata, Italesse si impegna a spingere oltre i confini della tradizione, mirando a rafforzare la propria presenza sui mercati internazionali. Barducci ha dichiarato che il successo del Progetto Senses incoraggia l’azienda a espandere la propria offerta verso vini di fama mondiale, come i Bordeaux e i Borgogna, con l’obiettivo di creare calici che valorizzino ogni identità enologica con precisione e cura.
Infine, è interessante notare che l’internazionalizzazione di Italesse non è una novità. Già diversi anni fa, con l’ingresso di Barducci in azienda, sono stati avviati progetti in Francia, dove i calici Italesse sono stati utilizzati da marchi prestigiosi come Veuve Clicquot e Laurent-Perrier. Questo percorso ha gettato le basi per un futuro in continua espansione, dove il calice non è solo un contenitore, ma un elemento cruciale per l’esperienza di degustazione del vino.