Merano, 24 novembre 2025 – Dieci volti, dieci storie diverse, ma un unico amore: il vino italiano. Sono Franco Bernabei, Nicola Biasi, Stefano Chioccioli, Riccardo Cotarella, Giuseppe Caviola, Luca D’Attoma, Emiliano Falsini, Carlo Ferrini, Donato Lanati e Vincenzo Mercurio i dieci “Cult Oenologist” del 2025, scelti da Helmuth Köcher, fondatore di “The WineHunter”. Saranno loro i protagonisti della serata dei WineHunter Award Platinum, in programma il 7 novembre al Teatro Puccini di Merano, durante il Merano WineFestival.
I dieci volti dell’enologia italiana premiati a Merano
Dietro ogni grande bottiglia c’è un lavoro di squadra, certo. Ma in cantina spesso è la firma dell’enologo a fare la differenza. Quest’anno, secondo Köcher, dieci professionisti si sono distinti nel panorama nazionale. Alcuni girano tra Piemonte, Toscana e Sicilia come consulenti per tante aziende; altri sono legati a territori precisi, dove hanno valorizzato vitigni autoctoni e internazionali. “Abbiamo voluto riconoscere chi ha saputo unire tradizione e cambiamento”, ha detto Köcher durante la presentazione del festival.
Un tuffo nei sapori del 7 novembre
La cerimonia dei WineHunter Award Platinum non sarà solo una premiazione. Il Kurhaus di Merano ospiterà un percorso di degustazione dedicato ai vini nati dalla collaborazione tra questi enologi e le aziende partner. Dalle 10 alle 18, appassionati e addetti ai lavori potranno assaggiare etichette che raccontano storie di territori diversi: dal Sangiovese toscano al Nebbiolo piemontese, passando per i bianchi friulani e le nuove sfide del Sud.
“Vogliamo far vedere il lavoro di squadra dietro ogni grande vino”, ha sottolineato Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e tra i premiati. “Spesso si parla solo del produttore o del territorio, ma l’enologo è la figura chiave per trasformare l’uva in qualcosa di unico”.
Enologi tra tradizione e nuovi scenari
Negli ultimi anni l’enologo ha assunto un ruolo sempre più centrale. Non si tratta più solo di gestire la cantina, ma anche di capire i cambiamenti climatici, puntare sulla sostenibilità e lavorare a stretto contatto con agronomi e produttori. “Oggi serve una visione più ampia”, spiega Carlo Ferrini, un nome storico dell’enologia italiana. “Non basta saper fare il vino: bisogna capire il mercato, i gusti nuovi dei consumatori e le sfide ambientali”.
Secondo l’Osservatorio del Vino, in Italia ci sono oltre 2.500 enologi professionisti. Molti lavorano come consulenti per più aziende, aiutando a diffondere idee nuove e a migliorare la qualità media dei vini. “La consulenza enologica è diventata fondamentale”, ammette Giuseppe Caviola. “Permette alle piccole realtà di accedere a competenze che altrimenti sarebbero fuori portata”.
Merano WineFestival: il cuore pulsante del vino italiano
Il Merano WineFestival, dal 7 all’11 novembre 2025, resta uno degli appuntamenti più importanti per chi lavora nel settore. Oltre 500 aziende espositrici, masterclass e incontri con produttori da tutta Italia. La cerimonia dei “10 Cult Oenologist” è uno dei momenti più attesi della manifestazione.
“Merano è diventata una tappa irrinunciabile per capire dove sta andando il vino italiano”, racconta Helmuth Köcher. “Qui si incontrano produttori storici e giovani emergenti, si assaggiano vini che spesso anticipano le tendenze del mercato”.
Un premio che guarda avanti
Per molti premiati, questo riconoscimento arriva dopo decenni di lavoro tra vigne e cantine. Ma come dice Luca D’Attoma, “ogni vendemmia è una nuova sfida”. Il mestiere è in continua evoluzione, ma la passione resta il filo che tiene tutto insieme.
Il 7 novembre a Merano non si celebreranno solo singoli professionisti, ma un intero mondo che continua a rinnovarsi senza dimenticare le proprie radici. Un brindisi collettivo al futuro del vino italiano.
