Torino, 19 novembre 2025 – In una cantina del Piemonte, in un pomeriggio caldo di agosto, il responsabile qualità si china su una vasca d’acciaio per controllare una macchia sospetta. Sono le 14:30, la luce del sole entra dalle finestre e nell’aria si sente l’odore del mosto fresco. Si avvicina, scruta bene la superficie, poi sorride: non è muffa, solo un residuo che sparirà in pochi secondi. Il pavimento, posato quindici anni fa, continua a garantire sicurezza e igiene senza mai farsi notare. Scene così si ripetono ogni giorno in decine di cantine italiane, dove la qualità del vino si costruisce anche – e soprattutto – nei dettagli più nascosti.
Cantine moderne: la sfida di pavimenti puliti e resistenti
Dietro ogni bottiglia di vino italiano c’è un lavoro che parte dal basso, letteralmente. Le superfici di una cantina sono il primo scudo contro contaminazioni e rischi microbiologici. “Molte infezioni iniziano proprio da fessure o microfratture nei pavimenti”, spiega un tecnico di APS Applicazione Prodotti Speciali, azienda torinese che dal 1991 realizza pavimenti e pareti per il mondo del vino. “Non basta pulire: bisogna prevenire”.
Da questa esigenza nasce il sistema PavimentiSicuri®. Si tratta di superfici monolitiche, lisce e impermeabili, pensate per resistere a umidità, acidi della frutta e detergenti forti. La loro composizione batteriostatica limita di molto la crescita di muffe e batteri. Così, la sanificazione di tutti i giorni diventa più semplice e meno invasiva, con un beneficio diretto sulla qualità del vino.
Cantine che lavorano e accolgono: la doppia vita degli spazi
Oggi le cantine non sono solo luoghi di produzione. La mattina si lavora tra vasche e botti, il pomeriggio gli stessi spazi si trasformano in sale degustazione o percorsi per i visitatori. Buyer internazionali, turisti, appassionati: tutti hanno a che fare con le superfici. “Abbiamo inserito loghi aziendali, colori e segnaletica direttamente nei rivestimenti”, racconta un responsabile di APS. “Così il pavimento diventa parte della storia dell’azienda”.
Questa cura del dettaglio non toglie nulla alla resistenza: i materiali restano facili da pulire e mantengono le loro proprietà igieniche anche dopo anni di uso intenso. Un equilibrio che aiuta le aziende a mostrare il meglio senza rinunciare alla sicurezza.
Pareti protette: un sistema che funziona
Non sono solo i pavimenti a contare. Anche le pareti sono fondamentali per proteggere il vino. Se trascurate, diventano punti critici per contaminazioni o danni estetici. APS applica lo stesso rigore anche alle superfici verticali: materiali robusti, resistenti a lavaggi frequenti, urti e cambi di umidità. “Quando tutto l’ambiente è pensato come un sistema unico – spiega un tecnico – la protezione è davvero efficace”.
Interventi rapidi e rispettosi dell’ambiente
Ogni lavoro di APS segue un percorso preciso: analisi del supporto, progetto su misura, posa veloce senza fermare la produzione. “In poche ore il pavimento è calpestabile”, conferma un enologo che ha visto i lavori nella sua azienda a Barolo. Nessun odore fastidioso, nessuna emissione dannosa: dettagli che contano in un settore dove ogni aroma fa la differenza.
La sostenibilità è un altro punto chiave. Il mondo del vino guarda alla carbon neutrality e APS risponde con processi a basso impatto ambientale. Le superfici si rigenerano grazie alle nanotecnologie: invece di cambiare tutto, si rinnova solo lo strato superiore. Meno sprechi, meno costi.
La qualità invisibile che protegge il vino
In molte cantine italiane, i pavimenti firmati APS lavorano da vent’anni senza mai dare problemi. “La vera qualità è quella che non si vede”, racconta il titolare di una storica azienda di Asti. “Protegge il vino e chi ci lavora ogni giorno”. Ogni superficie parla di passione, attenzione ai dettagli e rispetto per il lavoro quotidiano.
APS trasforma esigenze complesse – igiene, resistenza, sostenibilità – in soluzioni concrete che durano nel tempo. Un lavoro silenzioso, ma essenziale per difendere il vino italiano e chi lo produce.
