Nel cuore del Tavoliere delle Puglie, precisamente a Orta Nova, si trova una giovane cantina che sta facendo parlare di sé: Terre di Maria. Fondata nel 2018, questa realtà vinicola si estende su circa 20 ettari di terreno e produce circa 15.000 bottiglie all’anno. La sua linea di vini Neolitico, caratterizzata da vitigni autoctoni come Primitivo, Nero di Troia e Susumaniello, affonda le radici in una storia antica, risalente all’età della pietra. Infatti, queste terre erano già coltivate ben prima della colonizzazione greca, come dimostrano i ritrovamenti archeologici nel Parco Archeologico di Passo di Corvo, uno dei più vasti d’Italia, che testimoniano la continuità della viticoltura in Puglia.
L’interesse per il legame tra vino e storia è accentuato dal percorso personale di Roberto Giacobbo, noto divulgatore scientifico e conduttore televisivo, che ha una lunga storia familiare legata alla viticoltura. Nel 1976, la sua famiglia piantò il primo filare di vigna, avviando un cammino che ha portato Giacobbo a esplorare le tradizioni enologiche italiane. Oggi, grazie alla collaborazione con Terre di Maria, è nato il Primitivo in purezza Torreclava, un vino che si sta guadagnando importanti riconoscimenti nel panorama vitivinicolo.
Il gioiello di famiglia: Torreclava
Il Torreclava rappresenta un vero e proprio “gioiello di famiglia”, risultato di un impegno che unisce l’eredità storica e le tecniche moderne di vinificazione. Questo vino biologico, di grande struttura e complessità, sta ricevendo l’attenzione di critici e sommelier, accumulando premi e riconoscimenti da organizzazioni prestigiose come l’AIS (Associazione Italiana Sommelier) e eventi di fama internazionale come il Merano WineFestival.
Un evento esclusivo per celebrare il vino
Il 17 ottobre, Giacobbo avrà l’occasione di presentare personalmente il suo lavoro e quello della sua famiglia in un evento esclusivo presso la cantina storica Braida di Giacomo Bologna, situata a Rocchetta Tanaro. Questo incontro promette di essere un viaggio affascinante che esplorerà le connessioni tra le scoperte archeologiche e l’identità enologica della Puglia. Raffaella e Giuseppe Bologna, che dirigono la cantina Braida, hanno già accolto Giacobbo in passato, avviando così un’amicizia che si è evoluta con il tempo, creando un legame profondo tra le due famiglie.
La visione di Giacobbo e il futuro della cantina
La visione di Giacobbo è chiara: “La mia famiglia di origine coltivava la vigna già nel 1976; oggi, grazie all’impegno di mia figlia Giovanna e del suo fidanzato Cataldo Faretra, abbiamo dato vita alla cantina Terre di Maria, unendo memoria e futuro”. Cataldo proviene da una famiglia con una lunga tradizione nella produzione di uva e vino, contribuendo così a un progetto che mira a valorizzare le potenzialità di queste terre storiche. La cantina non si limita a produrre vino, ma si dedica anche alla coltivazione di olio e grano, creando un vero e proprio ecosistema agricolo.
L’evento del 17 ottobre si preannuncia non solo come una degustazione di vini, ma come un momento di convivialità in cui la storia e la cultura si intrecciano. I vini della famiglia Giacobbo, tra cui il Neolitico Bianco e il Rosato Susumaniello Puglia Bio 2024, saranno affiancati da etichette di Braida come la Barbera d’Asti Bricco della Bigotta 2019 e il Moscato d’Asti Vigna Senza Nome 2024. Insieme a Roberto Giacobbo e Cataldo Faretra, il sommelier Ais Paolo Poncino guiderà i partecipanti in un’esperienza di degustazione che promette di esaltare le peculiarità di ogni vino, abbinandoli alla cucina piemontese della Trattoria I Bologna.
Il legame tra vino e cultura è un tema ricorrente nella storia dell’umanità. Il vino non è solo una bevanda, ma un simbolo di convivialità, di storia e di comunità. La Puglia, con la sua tradizione vitivinicola, rappresenta un punto d’incontro tra passato e presente, tra tradizione e innovazione. Cantine come Terre di Maria e Braida non solo producono vino, ma raccontano storie, esperienze e valori che si tramandano di generazione in generazione.
La passione per il vino, così come l’amore per la terra, è un aspetto che unisce le persone, creando legami che vanno oltre il semplice atto della degustazione. L’evento del 17 ottobre si propone di celebrare non solo i vini, ma anche le storie e i legami che rendono ogni bottiglia un pezzo unico di storia. La continuità della viticoltura in Puglia, testimoniata dai ritrovamenti archeologici e dall’impegno delle nuove generazioni, ci invita a riflettere su quanto possa essere profondo il legame tra le tradizioni storiche e l’innovazione moderna nel mondo del vino.