Roberto Giacobbo svela il Neolitico: non solo pietra, ma anche vino di famiglia

Roberto Giacobbo svela il Neolitico: non solo pietra, ma anche vino di famiglia

Roberto Giacobbo svela il Neolitico: non solo pietra, ma anche vino di famiglia

Redazione Vinamundi

16 Ottobre 2025

Il legame tra il Neolitico e il mondo del vino può sembrare insolito, ma per Roberto Giacobbo e la sua famiglia, è una connessione profonda e storica. La giovane cantina Terre di Maria, situata a Orta Nova, in provincia di Foggia, nel cuore del Tavoliere delle Puglie, è un esempio perfetto di come le radici della viticoltura possano affondare in epoche remote. Fondata nel 2018, questa cantina ha già iniziato a lasciare il segno nel panorama vinicolo italiano, producendo circa 15.000 bottiglie all’anno, con particolare attenzione alla linea Neolitico. Questa gamma di vini è realizzata utilizzando vitigni autoctoni come il Primitivo, il Nero di Troia e il Susumaniello, e le etichette sono ispirate ai pittogrammi rinvenuti nelle grotte preistoriche, simboli di una tradizione antica che si intreccia con quella moderna.

Le radici storiche della viticoltura

Le terre su cui oggi sorge la cantina erano già coltivate nell’età della pietra, ben prima dell’arrivo dei Greci in Italia. Questo patrimonio agricolo è testimoniato dai ritrovamenti del Parco Archeologico di Passo di Corvo, uno dei più estesi d’Italia, che offre uno spaccato affascinante della vita e delle pratiche agricole di quel periodo. La Puglia, in particolare, è una regione ricca di storia e cultura, e il suo sviluppo agricolo ha radici che risalgono a millenni fa.

Un salto temporale significativo ci porta al 1976, anno in cui la famiglia di Roberto Giacobbo piantò il primo filare di vigna. Questo passo ha segnato l’inizio di un viaggio che ha portato il conduttore televisivo a esplorare la qualità della tradizione enologica italiana, un percorso che è stato ulteriormente arricchito dall’impegno della nuova generazione. Oggi, grazie al lavoro di sua figlia Giovanna e del suo fidanzato Cataldo Faretra, la cantina Terre di Maria ha preso vita, continuando una tradizione familiare di amore per la vigna e per il vino.

Il gioiello di famiglia

Il Primitivo in purezza Torreclava, definito il “gioiello di famiglia”, rappresenta l’apice di questo impegno. Questo vino biologico, di grande struttura e complessità, ha catturato l’attenzione della critica e ha ricevuto riconoscimenti da prestigiose associazioni e eventi del settore, tra cui Luca Maroni, l’AIS (Associazione Italiana Sommelier), il Merano WineFestival e Forbes. La sua produzione si inserisce in un contesto di qualità e sostenibilità, fattori fondamentali per la nuova generazione di vignerons.

La connessione tra il vino e la storia non si limita solo ai vitigni e alla loro coltivazione; si estende anche alle relazioni personali e alle storie che si intrecciano attorno a un calice. Roberto Giacobbo ha condiviso un aneddoto simpatico riguardo alla sua amicizia con Raffaella Bologna, che guida insieme al fratello Giuseppe la storica cantina Braida. La loro amicizia è iniziata con un messaggio in segreteria, e da quel momento Rocchetta Tanaro è diventata un palcoscenico di storie, misteri e convivialità. Come Giacobbo stesso ha affermato, “coltiviamo un legame che fermenta lento, si affina in barrique invisibili, e ogni anno diventa più prezioso, come un grande vino che evolve”.

Un evento speciale per celebrare il vino

In un evento speciale che si terrà il 17 ottobre presso la cantina storica di Braida, Roberto Giacobbo avrà l’opportunità di raccontare di persona queste storie, esplorando le connessioni tra scoperte archeologiche e l’identità enologica pugliese. Durante la serata, i vini della famiglia Giacobbo, come il Neolitico Bianco e Rosato Susumaniello Puglia Bio 2024, e il Primitivo Torreclava 2023 e 2022, saranno presentati insieme alle etichette della famiglia Braida, come la Barbera d’Asti Bricco della Bigotta 2019 e il Moscato d’Asti Vigna Senza Nome 2024.

La degustazione sarà guidata dal sommelier AIS Paolo Poncino e sarà accompagnata dalla migliore cucina piemontese della Trattoria I Bologna, un vero e proprio viaggio di sapori che celebra la convivialità, un elemento che ha attraversato ogni epoca. Questo evento non rappresenta solo una celebrazione del vino, ma anche un omaggio alla cultura, alla storia e alle tradizioni che lo circondano, confermando che il vino è molto più di una semplice bevanda: è un racconto che unisce passato e presente, terra e uomo.

La storia della famiglia Giacobbo e della cantina Terre di Maria è, quindi, una testimonianza di come le tradizioni possano essere rinnovate e reinterpretate, mantenendo vive le radici storiche e culturali. Il Neolitico, lungi dall’essere solo un’epoca remota, si manifesta attraverso il vino, simbolo di un legame profondo con la terra e con la storia che, come il miglior vino, migliora con il tempo.

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