Torino, 5 giugno 2024 – Il nuovo Codice della strada mette in allarme produttori e ristoratori del settore vino, soprattutto per il giro di vite sulle sanzioni legate al limite di 0,5 g/litro di tasso alcolemico. A lanciare l’allarme è Massimo Corrado, presidente dell’associazione Go Wine, che parla chiaro: serve una “protesta organizzata” contro una norma che, secondo lui, rischia di penalizzare i consumatori attenti e l’intero comparto dell’enoturismo italiano.
Codice della strada, tensione tra vino e guida
Il nuovo regolamento, attivo dal 14 dicembre scorso, ha subito acceso le discussioni. Corrado, intervistato da Italia a Tavola, ricorda che la soglia dello 0,5 g/litro non è una novità, ma ora le multe sono più pesanti. “La gente ha paura – spiega – e molti rinunciano a provare un bicchiere di vino”. Per il presidente di Go Wine, la norma colpisce soprattutto chi consuma vino con moderazione, durante una cena o una degustazione.
Non è tutto. “Il clamore mediatico ha creato un allarme maggiore rispetto ai dati reali”, aggiunge Corrado. Eppure, secondo alcune ricerche citate dallo stesso avvocato albese, un uomo di 80 chili potrebbe restare sotto il limite anche dopo aver bevuto tre o quattro bicchieri da 125 ml, se mangia e considerando le differenze individuali nel modo di metabolizzare l’alcol.
Ristoranti ed enoteche sotto pressione
L’effetto si vede subito nei locali. “Molti clienti evitano il vino”, raccontano ristoratori ed enotecari tra Langhe e Monferrato. “C’è chi si informa con ansia sulle nuove regole, chi proprio non ordina più”. Corrado insiste: “Non ci sono stati incidenti gravi nelle zone del vino legati a comportamenti irresponsabili dopo una degustazione. Forse sarebbe servita più prudenza prima di irrigidire le pene”.
Secondo Go Wine, il problema è anche come se ne parla. “I media preferiscono titoli sensazionalistici anziché approfondire”, osserva Corrado. Così i consumatori si confondono e non distinguono tra limiti già esistenti e nuove multe.
Un duro colpo all’enoturismo
Per un’associazione nata ad Alba proprio per valorizzare i territori del vino, il danno è doppio. “L’enoturismo è esperienza, cultura, paesaggio – spiega Corrado – Se la gente ha paura di assaggiare un calice in cantina o al ristorante, tutto il sistema rischia di bloccarsi”. Il presidente di Go Wine segnala anche i prezzi in aumento: “Bottiglie che una volta costavano 20 euro ora ne valgono 35. Questi rincari scoraggiano i giovani e chi vorrebbe avvicinarsi al vino”.
Ma non è tutto: la nuova legge rischia di rovinare l’immagine stessa del vino italiano. “Mettere sullo stesso piano il limite di 0,5 g/l con le sanzioni per chi guida sotto l’effetto di droghe o usa il cellulare – avverte Corrado – manda un messaggio sbagliato. Il vino non è una sostanza pericolosa come le altre”.
Le richieste di Go Wine
Che fare, allora? Corrado propone una mobilitazione: “Serve una protesta organizzata per far capire i danni di questa norma”. L’obiettivo non è togliere le regole, ma trovare un equilibrio che non colpisca chi beve con responsabilità. “La decurtazione dei punti sulla patente bastava già a scoraggiare comportamenti rischiosi”, sottolinea.
Nel frattempo, ristoranti ed enoteche cercano di responsabilizzare i clienti: c’è chi consiglia di aspettare prima di mettersi al volante, chi organizza gruppi con un guidatore designato. Alcuni locali propongono di portare a casa la bottiglia non finita – una pratica già suggerita da Assoenologi.
Tra incertezze e speranze
Il timore è che questa riforma possa dare un altro colpo al consumo di vino in Italia, già in calo negli ultimi anni. “Per anni ci siamo lamentati delle norme europee – ricorda Corrado – ma questa legge rischia di fare più danni in pochi mesi”. La domanda resta aperta: vogliamo valorizzare il vino come parte della nostra cultura o limitarne il consumo con norme che sembrano punitive? Nel frattempo, il settore aspetta dati chiari sugli effetti della nuova legge e chiede un confronto serio sulle politiche per la sicurezza stradale e la tutela delle eccellenze italiane.
