Riscoprire il Museo Renato Ratti: un’esperienza immersiva tra vino, storia e innovazione nel Monastero di Marcenasco

Riscoprire il Museo Renato Ratti: un'esperienza immersiva tra vino, storia e innovazione nel Monastero di Marcenasco

Riscoprire il Museo Renato Ratti: un'esperienza immersiva tra vino, storia e innovazione nel Monastero di Marcenasco

Redazione Vinamundi

8 Novembre 2025

La Morra, 25 ottobre 2025 – Dopo un lungo restauro, ha finalmente riaperto al pubblico il nuovo percorso del Museo Renato Ratti del Barolo e dei Vini d’Alba, ospitato nel Monastero dell’Annunziata di Marcenasco, cuore pulsante delle Langhe, territorio riconosciuto Patrimonio Unesco. Un progetto nato dalla collaborazione tra il Comune di La Morra e la Cantina Ratti, con l’intento di restituire alla comunità e ai visitatori un luogo di memoria, cultura e innovazione legato a Renato Ratti, figura chiave della viticoltura piemontese.

Il Monastero torna a vivere: storia e innovazione a portata di mano

Il Monastero dell’Annunziata, imponente e austero, che domina le colline di La Morra, si presenta oggi completamente rinnovato dopo mesi di lavori, sostenuti da un investimento di oltre 2 milioni di euro. Il percorso museale si sviluppa su due piani. Al piano terra, i visitatori scoprono la vita di Renato Ratti intrecciata con la storia di La Morra e delle Langhe. Documenti originali, fotografie d’epoca, mappe storiche e pannelli in italiano e inglese raccontano questo legame. Non mancano i video estratti dal documentario “Renato Ratti, l’innovatore del Barolo”, che riportano il clima di fermento culturale degli anni Settanta.

Scendendo nel seminterrato, tra le antiche cantine del monastero, si entra nel cuore del museo etnografico voluto da Ratti quasi cinquant’anni fa. Qui si possono ammirare oggetti storici legati alla produzione del vino locale, accompagnati da installazioni multimediali che coinvolgono il pubblico in modo interattivo: mappe dinamiche dei Cru delle Langhe, proiezioni sulle etichette più famose e postazioni digitali per approfondire la storia delle vendemmie.

Renato Ratti, un’eredità che parla di vino e territorio

Renato Ratti, nato a Costigliole d’Asti nel 1934 e scomparso nel 1988, è stato uno degli innovatori più importanti del vino piemontese. Il museo racconta i suoi molti contributi: dalla classificazione delle vendemmie alla guida del Consorzio di Tutela dei vini piemontesi, passando per saggi, conferenze internazionali, fino all’introduzione dei Cru e alla valorizzazione della bottiglia Albeisa. “Ratti ha cambiato il modo di pensare il vino nelle Langhe”, ha detto Pietro Ratti, figlio dell’enologo e promotore del progetto. “Con questo percorso vogliamo trasmettere la sua passione e la sua visione alle nuove generazioni”.

Ma il museo non parla solo di vino. Racconta anche la storia del Monastero dell’Annunziata, che fino agli anni Settanta ospitava una scuola elementare multiclasse e poi è diventato il primo nucleo del museo. Gli antichi affreschi sono stati restaurati e gli spazi resi accessibili anche a persone con disabilità. Il sindaco di La Morra, Marilena Goria, ha già annunciato nuove destinazioni didattiche ed espositive in programma.

Un investimento per la comunità e il turismo

Il progetto ha ricevuto fondi dal Comune di La Morra, dalla Fondazione Crc e dalla Società Agricola Ratti. L’obiettivo è chiaro: creare un luogo vivo, aperto a tutti, capace di attirare sia gli appassionati di vino sia i turisti interessati alla storia e alla cultura delle Langhe. “Il museo è un punto d’incontro tra passato e futuro”, ha sottolineato Pietro Ratti all’inaugurazione. “Vogliamo che diventi uno spazio dove si possa imparare ma anche emozionarsi”.

L’apertura arriva in un momento positivo per il turismo enogastronomico piemontese. Secondo l’Osservatorio regionale, nel 2024 le Langhe hanno superato 1,2 milioni di presenze turistiche, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Un trend che il Comune vuole consolidare con iniziative come questa.

Un’esperienza tra memoria e futuro

Il Museo Renato Ratti si presenta quindi come un punto di riferimento per chi vuole scoprire da vicino la storia del Barolo e dei vini d’Alba, ma anche per chi cerca un’esperienza culturale immersiva tra le colline delle Langhe. Le sale restaurate del monastero ospiteranno eventi, incontri e attività per le scuole. “Solo allora – ha confidato Pietro Ratti – potremo dire di aver davvero restituito questo luogo alla comunità”.

Il museo è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18. Il biglietto intero costa 12 euro, ridotto 8 euro per studenti e over 65. Per informazioni e prenotazioni: www.museoratti.org.

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