Il Nizza Docg si sta rapidamente affermando come uno dei punti di riferimento della Barbera d’Asti e del Monferrato, una denominazione relativamente giovane che ha già guadagnato una considerevole reputazione sia a livello nazionale che internazionale. Questo vino, che ha ottenuto il riconoscimento della Docg nel 2014, ha visto una crescita costante della produzione, culminata nel 2024 con la vendita di 1.093.892 bottiglie, segnando un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. Questo successo si traduce in un giro d’affari che ha raggiunto i 30 milioni di euro, di cui il 55% proviene dall’export, prevalentemente nel settore Horeca (hotellerie, ristorazione, catering). Attualmente, il Nizza Docg è presente in oltre 40 mercati internazionali, consolidando la sua posizione nel panorama vinicolo globale.
L’iter per la creazione del consorzio
Uno dei passi più significativi per il futuro del Nizza Docg è l’avvio dell’iter per la creazione di un Consorzio dedicato, previsto per il 2026. Questa decisione è stata presa in modo congiunto dal Consorzio della Barbera d’Asti e dei Vini del Monferrato e dall’Associazione Produttori del Nizza, segnando un cambiamento fondamentale per la gestione e la promozione della denominazione. Attualmente, la tutela e la promozione del Nizza sono condivise tra i due enti, ma la creazione di un consorzio autonomo rappresenterà un passo decisivo verso una crescita più strutturata e coordinata.
La storia del Nizza Docg
La storia del Nizza Docg si intreccia con quella dell’intera regione e delle sue tradizioni vitivinicole. Il riconoscimento della sottozona Nizza all’interno della Barbera d’Asti Superiore risale al 2000, mentre nel 2002 è stata fondata l’Associazione Produttori del Nizza, inizialmente con un numero limitato di soci. Oggi, l’associazione conta 95 membri, tutti impegnati nella valorizzazione dei vini prodotti nei 18 comuni che circondano Nizza Monferrato. Il percorso verso il riconoscimento della Docg è stato caratterizzato da un impegno costante nella qualità e nella promozione della zona, culminando nel 2014 con la nascita ufficiale della denominazione Nizza Docg.
Parallelamente, l’Associazione ha lavorato per mappare il territorio, un progetto realizzato con la collaborazione del noto “cartografo del vino” Alessandro Masnaghetti, che ha portato alla creazione di una mappatura dei Cru. Questo lavoro ha contribuito a dare maggiore visibilità alle specificità del territorio e ha favorito la creazione di un gruppo coeso di produttori, uniti da obiettivi comuni di qualità e identità.
Un futuro promettente
La creazione del Consorzio non rappresenta solo un passo burocratico, ma un’opportunità concreta per il Nizza Docg di posizionarsi tra le grandi denominazioni vinicole italiane. Con il supporto di un consorzio dedicato, i produttori potranno rafforzare le loro strategie di promozione e marketing, affrontare in modo più efficace le sfide del mercato globale e garantire standard di qualità sempre più elevati. La gestione condivisa delle risorse, delle informazioni e delle strategie sarà fondamentale per affrontare le sfide future e per incrementare ulteriormente la notorietà di questo vino pregiato.
Il Nizza Docg, con le sue caratteristiche uniche e il suo legame profondo con il territorio, ha tutte le carte in regola per diventare un simbolo dell’eccellenza vinicola italiana. La strada verso il riconoscimento del Consorzio è quindi un’opportunità da cogliere al volo, non solo per i produttori, ma per l’intera comunità locale che trae vantaggio da una filiera vitivinicola forte e coesa. La prospettiva di un consorzio autonomo offre la possibilità di consolidare l’identità del Nizza Docg, di raccontare la sua storia e di valorizzare un patrimonio culturale e agricolo che merita di essere conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
In un contesto globale in continua evoluzione, il Nizza Docg si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, con l’obiettivo di affermarsi come uno dei protagonisti del panorama vinicolo italiano e internazionale. La passione dei produttori, unita alla lungimiranza delle istituzioni locali, contribuirà a creare un futuro promettente per questo straordinario vino, che già oggi rappresenta un tesoro del Monferrato e della tradizione vitivinicola piemontese.