Verona, 6 giugno 2024 – Nel cuore della Lessinia veronese, a Roncà, la parola “sperimentazione” non è un semplice slogan, ma una pratica di tutti i giorni. Qui, tra i filari che si inerpicano sulle alture della Val d’Alpone, Gianni Tessari – vignaiolo e fondatore dell’azienda Giannitessari – ha deciso di affrontare il cambiamento climatico con un progetto che unisce tecnica, intuito e rispetto per la terra. Il risultato si chiama Rebellis, un Veneto Bianco IGT PIWI da uve solaris che in pochi anni ha saputo farsi notare nel mondo dei vini resistenti.
Solaris e PIWI: la sfida della sostenibilità in Lessinia
Il solaris è una varietà della famiglia PIWI – un acronimo tedesco che significa “resistenti ai funghi” – nata negli anni Settanta a Friburgo. È un incrocio tra merzling e (seyve-villard 5276 × riesling), capace di resistere a malattie come peronospora e oidio. “Abbiamo scelto un terreno che fino a pochi anni fa non era usato per la vite”, racconta Tessari, indicando la parcella di San Giovanni Ilarione, a 550 metri di altitudine, esposta a sud-est. Qui, nel 2014, sono stati piantati 1,5 ettari di solaris, coltivati a pergola semplice e con una resa contenuta di 70 ettolitri per ettaro. “Il cambiamento del clima ci ha permesso di far maturare le uve anche a quote più alte. Il solaris è stata la nostra risposta concreta a questo cambiamento”, spiega il vignaiolo.
Rebellis: un vino che rompe gli schemi
La prima vendemmia arriva nel 2017. Nasce così Rebellis, un bianco che già dal nome e dall’etichetta – tre ballerine, due in tutù e una con scarpe da ginnastica – mostra la sua natura ribelle. “Volevamo qualcosa di diverso rispetto alla nostra produzione tradizionale”, confida Tessari. All’inizio il vino viene fatto fermentare in acciaio; solo dal 2019 si passa all’anfora di terracotta, una scelta che segna una svolta nello stile. “L’anfora permette una giusta ossigenazione senza cambiare il profilo aromatico”, spiega il produttore. La fermentazione avviene con lieviti naturali, il vino resta a contatto con le bucce per 5-7 giorni – a seconda della maturità delle uve – e poi affina almeno un anno nell’anfora. Il risultato? Un bianco dalla consistenza simile agli orange wine, ma con un’aromaticità limpida e fresca.
Annate e dettagli: ogni bottiglia racconta una storia
Ogni annata di Rebellis porta con sé scelte precise e le condizioni dell’anno. Nel 2017, la vendemmia è a fine agosto: 5 giorni di macerazione sulle bucce, 10 mesi in acciaio. Il colore è giallo dorato brillante, quasi ambrato; al naso spuntano erbe aromatiche, miele di propoli e frutta candita. Nel 2018 si raccoglie a settembre: 8 giorni di macerazione, 12 mesi in anfora. Il vino si presenta giallo oro antico, con profumi più complessi – albicocca matura, leggere note balsamiche e un pizzico di zenzero. Al palato è strutturato, con un finale lungo e persistente.
Nel 2019 la macerazione torna a 5 giorni, l’affinamento resta in anfora. Il colore è dorato intenso, il bouquet elegante: agrumi rossi, miele, fiori secchi, sambuco ed erbe aromatiche. In bocca il frutto è croccante, la struttura ben bilanciata; la sapidità netta e il finale morbido, con un lieve tannino, danno profondità senza appesantire. L’annata 2020 – ancora fermentata in vasca – conferma la linea: 5 giorni sulle bucce, naso fresco di bergamotto e fiori bianchi, sorso vivo e vibrante.
Innovare senza perdere la strada
Il progetto Rebellis continua a crescere. Oggi l’azienda prova altre varietà resistenti sia in alta quota sia nei Colli Berici, costruendo un percorso che coniuga tradizione e novità. “Ogni annata è un capitolo nuovo”, sottolinea Tessari. Ma la direzione è chiara: interpretare il territorio con strumenti nuovi, senza mai perdere l’identità della Lessinia.
Qui, nella provincia di Verona, dove curiosità e concretezza camminano insieme, il futuro del vino si scrive tra filari che sfidano l’altitudine e bottiglie che raccontano storie di resistenza e libertà.
