Il vino

Quando il vino nasce da una miscela: cos’è il blend e quali sono gli esempi più famosi

Il termine Blend è una locuzione inglese che si ritrova in una vasta gamma di contesti e settori. Essenzialmente, può fungere sia da sostantivo che da verbo, connotando l’azione di mescolare o il risultato di tale azione. In ambito enologico, il Blend assume un ruolo di particolare rilievo, indicando la pratica di miscelare diverse varietà di vini per creare un prodotto finale che sia equilibrato e armonioso. Questo processo, conosciuto appunto come blending, è da considerarsi davvero un’arte nel campo del vino, dove gli enologi lavorano con attenzione per combinare le varietà in modo da ottenere un vino che esprima al meglio le caratteristiche del territorio e delle uve coinvolte.

Che cos’è un Blend e alcuni esempi celebri

Un Blend enologico può includere vini provenienti da diverse annate, zone geografiche o varietà di uve. Questa pratica offre una flessibilità incredibile ai produttori, consentendo loro di adattare il risultato finale in base alle caratteristiche della vendemmia e alle preferenze del mercato. La cosiddetta tecnica di tagliare il vino è un’operazione antica, che ha scopi molto diversi tra loro, ma si può definire blend solamente un prodotto quando è tagliato al 50% della sua interezza, mentre per il 50% sarà composto da altre uve. Si definisce invece taglio quando si utilizza solo il 15 per cento del totale del vino.

L’annata 1985, tra le migliori del Sassicaia foto: Ansa – vinamundi

Un esempio emblematico di Blend è rappresentato dai vini di Bordeaux, che spesso combinano uve Merlot e Cabernet Sauvignon in varie proporzioni per ottenere risultati diversi. Questo processo di miscelazione richiede un’attenta considerazione delle caratteristiche organolettiche di ciascuna varietà e delle interazioni che avvengono durante il processo di vinificazione. Un altro esempio di Blend notevole del tutto italiano è il Sassicaia, prodotto nel comune di Castagneto Carducci, un vino toscano rinomato che combina principalmente uve Cabernet Sauvignon per circa l’80%.  Questo vino, prodotto nella regione del Doc di Bolgheri, rappresenta un’eccellenza italiana ispirata al taglio bordolese francese. La sua produzione richiede una cura particolare nel vigneto e in cantina per garantire la qualità e l’eleganza del prodotto finale.

L’arte del blending

L’assemblaggio del vino è un’arte che richiede una profonda comprensione delle varietà di uve coinvolte, nonché delle tecniche di vinificazione utilizzate. Gli enologi devono essere in grado di bilanciare le note aromatiche, la struttura e l’acidità dei diversi vini per creare un prodotto finale che sia coerente con lo stile desiderato e rispecchi le caratteristiche distintive del vigneto. Il Blend non è solo una pratica tecnica, ma anche un’espressione artistica e culturale. I produttori spesso mescolano le varietà di uve in base al proprio stile e alla visione del vino che desiderano realizzare.

Questo approccio permette loro di creare vini unici e distintivi che riflettono l’identità del territorio e il talento dell’enologo. Il Blend rappresenta una pratica enologica affascinante e versatile che consente ai produttori di creare vini di alta qualità e carattere distintivo. Attraverso una combinazione sapiente di varietà di uve e tecniche di vinificazione, è possibile ottenere vini che soddisfano i palati più esigenti e che raccontano storie uniche di territorio e tradizione.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese

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