Firenze, 4 marzo 2024 – Nel cuore del Mugello, tra filari che si arrampicano fino a mille metri e piccoli paesi sparsi nella provincia di Firenze, nasce oggi ProViMu, l’associazione dei Produttori di Vino del Mugello. Diciassette aziende, sessantaquattro etichette, centocinquantuno ettari di vigneti: questi i numeri con cui si presenta il nuovo gruppo. Ma già si guarda oltre. Entro poche settimane, spiegano i promotori, altre tre realtà si uniranno. Un segno chiaro che qui il fermento riguarda ben più delle botti.
Il Mugello si scopre terra di vino
Il Mugello è sempre stato sinonimo di colline verdi, pascoli e prodotti agricoli tradizionali. Negli ultimi anni, però, qualcosa sta cambiando anche tra le vigne. “Il Mugello è un territorio importante”, ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, intervenuto alla presentazione di ProViMu. “È conosciuto per le sue bellezze naturali e per la qualità delle sue produzioni agricole. Oggi questa associazione lancia un messaggio chiaro: il Mugello è anche terra di vino”.
Non è solo una questione di immagine. Fino a poco tempo fa, il vino qui era visto come un prodotto marginale, quasi un’eccezione rispetto ai più noti salumi e formaggi locali. Ma oggi la situazione sta cambiando. “Quel prodotto marginale, che sembrava poco rilevante per l’economia del territorio, sta emergendo come un vino di grande qualità”, ha sottolineato Giani. La Regione Toscana, ha aggiunto, sarà al fianco dei produttori in questa sfida.
Dai passi appenninici alle vigne d’altura
I soci fondatori di ProViMu coprono un’ampia area: dai comuni del Mugello a sud degli Appennini, con “appendici” nei territori di Dicomano, Londa e Pontassieve, fino ai vigneti più alti di Pietramala, nel comune di Firenzuola. Qui si arriva fino a mille metri, un’altitudine rara per la viticoltura toscana.
Tra i nomi che hanno aderito spicca la Tenuta di Monteloro della famiglia Antinori, uno dei simboli storici del vino italiano. Ma non mancano realtà come Azienda Agricola Fratini, Romignano, Fratelli Morolli, Bacco dal Monte, Borgo Macereto, Fattoria di Cortevecchia, Fattoria Il Lago, San Leolino, I Carri, I Veroni, Malvante, Querceto di Baraccani, Tenuta Baccanella, Tenuta Frascole, Matteraia e Terre Alte di Pietramala. Storie diverse, ma un obiettivo comune: valorizzare il territorio.
Vini d’altura, nuove sfide
“I produttori di vino del Mugello si sono uniti: siamo 17, presto diventeranno 20 e speriamo molti di più”, ha spiegato la vicepresidente della Regione Toscana e assessora all’agroalimentare, Stefania Saccardi. “Fanno un vino che fino a poco tempo fa non aveva queste caratteristiche, e invece oggi si è trasformato”.
Un esempio? Il Pinot nero coltivato ad altitudini insolite per la Toscana. Secondo Saccardi, proprio questi vitigni d’alta quota stanno diventando il segno distintivo dei vini del Mugello. “Ora, grazie a ProViMu, fanno squadra – ha aggiunto – un valore importante per promuovere e far conoscere vini di una zona che finora era nota per altro, e che adesso entra con forza nel mondo della viticoltura”.
Un cammino da costruire insieme
L’associazione guarda al futuro. Nei prossimi mesi arriveranno nuovi soci, tra cui una realtà ancora da ufficializzare ma già conosciuta dagli addetti ai lavori. L’obiettivo è chiaro: far entrare il Mugello nelle mappe del vino italiano e internazionale.
Per ora però la sfida resta sul territorio. I produttori devono fare i conti con un clima difficile – inverni duri e estati brevi – e con un mercato che solo ora inizia a riconoscere il valore dei loro vini. “Il vino ormai si fa ad altitudini insolite”, ha raccontato uno dei soci storici durante l’incontro a Borgo San Lorenzo. “Ma qui c’è entusiasmo, si avverte che qualcosa sta davvero cambiando”.
La nascita di ProViMu segna così una tappa importante: non è solo un nuovo nome tra le associazioni agricole, ma un tentativo concreto di dare voce e futuro a una viticoltura che fino a poco fa sembrava fuori posto in queste montagne. Ora non più.
