Il vino

Perin e Marchisio sono grandi esperti di vino, a dirlo Barzagli, ex calciatore e oggi produttore

L’ex difensore della Juventus Andrea Barzagli, che ha vestito i colori bianco neri fino a 38 anni e portato a casa 16 dei 21 trofei conquistati in carriera proprio dopo i 30, si racconta in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, dove parla di una della sue più grandi passioni dopo il calcio: il vino. “Da calciatore sono stato un vino che sa invecchiare…”, ha scherzato l’ex calciatore, che in bacheca ha anche il Mondiale vinto nel 2006, e uno storico campionato tedesco con il Wolfsburg vinto nel 2009. 

Proprio qui, infatti, nasce la sua passione per il vino. “Ed è proprio negli anni in Germania che ho cominciato ad appassionarmi ai vini. Da un bicchiere ogni tanto a cena, negli anni sono arrivato a costruire una piccola azienda in provincia di Messina e a produrre bottiglie. È iniziato quasi per gioco, adesso è diventata una cosa seria. Un lavoro. All’inizio il motore della cantina è stato il mio socio, io ero troppo impegnato. Ma da quando ho smesso di giocare, ogni mese vado in Sicilia per almeno 4-5 giorni“.

L’amore di Barzagli per il vino, la storia

Barzagli va indietro nel tempo per raccontare il legame che lo lega al vino. “Un innamoramento graduale. Mentre giocavo in Germania, il mio amico e socio Gianfranco, conosciuto ai tempi del Palermo, cominciò a inviarmi un po’ di bottiglie chiedendomi dei pareri. Assaggi saltuari, nei limiti della vita da giocatore. Poi un giorno mi ha ingolosito con una bella idea delle sue”.

Immagine | ANSA/ALESSANDRO DI MARCO – Vinamundi.

E proprio il suo amico Gianfranco fa scoccare la scintilla definitiva. “Viene a Wolfsburg e dice: ‘Ho trovato un terreno splendido vicino a Messina, dal quale si vedono lo Stretto e le Eolie. Sarebbe bello fare qualcosa’. Io, quasi per gioco, l’ho preso in parola. Acquistiamo 12 ettari a Faro Superiore. Investimento serio. Così nasce la cantina Le Casematte”. Ma il calcio e il vino hanno qualcosa in comune? Barzagli non ha dubbi: “Sono ambienti diversi con un aspetto in comune: cominci dal basso, o da piccolo, e per arrivare in alto devi lavorare ogni giorno per migliorarti e migliorare la qualità del prodotto”. 

E ai tempi della Juve, Barzagli ebbe modo di far assaggiare i suoi prodotti anche a CR7: “A lui e a tutti gli altri ragazzi. Gli ultimi anni alla Juventus regalavo 3-4 bottiglie a ogni compagno per Natale”. Ma chi è il collega che, più di tutti, è appassionato al vino? Qui l’ex calciatore non ha dubbi: “Perin ha partecipato al corso da sommelier ed è un vero esperto. Marchisio è appassionato come me e questo è uno dei tanti motivi che ci ha portato a diventare grandi amici”.

I vini di Barzagli, qualche informazioni

Ma quali sono i vini che produce l’ex calciatore? “Puntiamo su vini amabili, bevibili, intorno ai 13 gradi. Tre rossi, due bianchi e un rosato”. Non c’è un vino Barzagli, questo perché l’ex calciatore ha sempre voluto che “si parlasse dei nostri vini per il loro gusto. E non perché riconducibili a un calciatore. Adesso abbiamo sei etichette”. La più importante di queste è il Faro, “quello che ci rappresenta di più. Poi il Nanuci, un rosso. Quindi Peloro rosso e bianco, Pharis, Rosematte“.

Tutta la famiglia è coinvolta nel progetto, anche la moglie. “Maddalena ha un’agenzia di comunicazione e cura il sito della cantina. In futuro, magari avranno voglia di portare avanti l’azienda i miei due figli. Intanto mi diverto io”. Barzagli ogni tanto vendemmia: “Ed è sempre un bel momento, si sta tutti insieme nei campi. C’è un mondo dietro una bottiglia e in questi anni mi sono appassionato a scoprirlo. Mi piace molto assistere ai tagli delle vasche e agli assaggi dei vini migliori. C’è un mondo dietro a ogni aspetto del prodotto: dalla scelta del tappo all’etichetta, nulla è casuale. I 4-5 giorni al mese che trascorro in Sicilia sono sempre piacevoli”. Un bicchiere di vino a cena, tuttavia, non può mai mancare. L’orgoglio più grande? “Sentire che i nostri vini sono sempre più conosciuti e apprezzati. Siamo partiti da una piccola azienda, poi siamo cresciuti: esportiamo anche in Inghilterra, Giappone, Usa, Australia“.

Lavinia Nocelli

Sono una fotogiornalista di Senigallia. Mi occupo di salute mentale, migrazioni e conflitti sociali: ho realizzato reportage nei campi profughi di Calais e Dunkerque, in Romania, Ucraina e Albania, a bordo della Sea Watch e in Irlanda del Nord. Collaboro con The Independent, Il Manifesto, Lifegate, TPI, InsideOver, Skytg24, e Good Morning Italia, tra gli altri

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