L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha recentemente rinviato a ottobre il voto sulla Dichiarazione NCD (Malattie Non Trasmissibili), un documento cruciale per le politiche globali in materia di salute. Questo rinvio ha generato reazioni contrastanti, ma tra le voci di soddisfazione si distingue quella dell’Unione Italiana Vini (UIV), che ha accolto con entusiasmo il riconoscimento della differenza tra consumo moderato e abuso di alcol, un aspetto fondamentale per la valorizzazione della cultura del vino.
il contesto del rinvio
Il rinvio del voto sulla Dichiarazione ONU è stato motivato da contestazioni sollevate dagli Stati Uniti riguardo a questioni procedurali e alla posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Tuttavia, è importante notare che la maggior parte dei Paesi ha espresso una convergenza significativa sull’argomento, il che fa prevedere una possibile adozione della Dichiarazione a maggioranza semplice entro il prossimo ottobre. Questo è un segnale positivo per il settore vitivinicolo, che potrà continuare a promuovere il consumo responsabile di vino.
la voce dell’unione italiana vini
Lamberto Frescobaldi, presidente dell’UIV, ha commentato con entusiasmo il risultato dell’incontro di Alto Livello delle Nazioni Unite, sottolineando che “finalmente si torna a distinguere tra consumo e abuso di alcol“. La sua affermazione evidenzia un cambiamento di paradigma importante: il vino, quando consumato con moderazione, non è solo parte della tradizione culturale italiana, ma può anche avere effetti benefici sulla salute. Frescobaldi ha aggiunto che “la moderazione è un tratto distintivo e irrinunciabile tipico del vino, che da sempre promuove una cultura del bere consapevole“.
l’importanza della distinzione
Un aspetto chiave del testo presentato a New York è l’utilizzo dell’espressione “harmful use of alcohol” (uso dannoso di alcol), che evita la generalizzazione del concetto di consumo di alcol. Questo è un passo significativo, poiché riconosce che non tutti i consumi di alcol sono dannosi e che esiste una distinzione netta tra il bere responsabile e l’abuso. Inoltre, il documento sottolinea l’importanza di un approccio “whole of society”, coinvolgendo istituzioni, aziende e associazioni nella lotta contro le malattie non trasmissibili, promuovendo stili di vita sani e una consapevolezza collettiva.
Il settore vitivinicolo italiano ha già avviato iniziative di sensibilizzazione, come il programma “Wine in Moderation”, che mira a educare i consumatori sui benefici del consumo moderato di vino. Questo programma si allinea perfettamente con le linee guida della nuova Dichiarazione e rappresenta un esempio di come il settore possa contribuire attivamente alla salute pubblica.
In questo contesto, il ruolo dell’Italia e dell’UIV è stato fondamentale. In occasione dell’Assemblea Generale ONU, UIV ha fatto parte della delegazione italiana guidata dal Ministero degli Esteri, collaborando con il Governo italiano e con il CEEV (Comité Européen des Entreprises Vins). Durante i due giorni di lavori, Frescobaldi ha avuto l’opportunità di incontrare l’Ambasciatore Maurizio Massari e il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, sottolineando l’importanza strategica della questione per il settore vitivinicolo italiano.
il futuro della viticoltura italiana
L’Italia, con la sua tradizione vinicola millenaria e la sua posizione di leader nel mercato del vino, ha una voce forte nel dibattito internazionale sulle politiche relative al consumo di alcol. La capacità di far valere i propri interessi e di promuovere una visione equilibrata sul consumo di vino è essenziale, non solo per la salvaguardia della cultura del bere, ma anche per la salute dei consumatori.
In aggiunta ai benefici culturali, il vino è stato oggetto di numerosi studi scientifici che ne evidenziano i potenziali effetti positivi sulla salute, quando consumato in modo moderato. Ricerche hanno dimostrato che un consumo moderato di vino rosso può contribuire alla salute cardiovascolare, grazie alla presenza di antiossidanti come il resveratrolo. Questi elementi, uniti alla tradizione culinaria italiana che promuove il consumo di vino insieme a pasti equilibrati, rafforzano ulteriormente l’argomento a favore di una distinzione chiara tra consumo moderato e abuso.
Il futuro della viticoltura italiana, quindi, appare promettente, ma richiede un costante impegno da parte di tutti gli attori coinvolti. L’adozione definitiva della Dichiarazione NCD potrebbe rappresentare un punto di svolta, non solo per il settore vitivinicolo, ma anche per la salute pubblica a livello globale. Con una maggiore consapevolezza e un approccio collettivo, è possibile costruire un ambiente in cui il consumo responsabile di vino sia visto come parte integrante di uno stile di vita sano e sostenibile.